Quarta puntata – Tanti modi per dire “tonno in canna”: IL DRIFTING
Siamo arrivati al mese di Dicembre, l’inverno è alle porte, anche se tra un temporale tropicale e un altro in alcune giornate sembra di essere in tarda primavera e i tonni, ormai stanziali nei nostri mari, sia nell’Adriatico che nel Tirreno, mangiano ancora e ci regalano tante emozioni.
La prima doverosa precisazione consiste nel ricordarci sempre che la pesca con cattura di tonni rossi è ormai chiusa da molti mesi ma, fortunatamente, ci è concessa la pratica del catch & release, ovvero del “caccia e rilascia”. Pratica ormai diventata consuetudine per chi fa le gare, per gli agonisti e anche per gli appassionati che assaporano la gioia di rilasciare il pesce che, sia piccolo sia di grandi dimensioni, riprende il fondo e ci regalerà sicuramente altre emozioni.
Oppure, chissà, permettetemi la licenza poetica, andrà negli abissi e racconterà ai suoi simili la sua avventura spiegandogli come difendersi dall’uomo! Questo solo per ricordare che le regole vanno sempre rispettate, specialmente in momenti come questi, in cui le polemiche tra governanti, legislatori ed esperti del settore sono all’ordine del giorno.
Letteralmente il termine “drifting” significa deriva e, quindi, questa pratica raggruppa tutte le pesche che si fanno non ancorati e con pastura. In realtà, nel tempo il termine drifting ha definito una tipologia di pesca al tonno rosso (“big game”) che si fa sia a scarroccio che da ancorati, adottando alcuni accorgimenti che vedremo. La pesca a drifting è arrivata in Italia negli anni ’70 ed è ispirata ad una modalità di pesca usata dai francesi nel Mediterraneo; bisogna dire che non è l’unica tecnica che abbiamo ripreso dai francesi: il VJ, per esempio, è derivato da un tipo di pesca che si chiama dandine. Un signore appassionato di pesca portò questa tecnica in Adriatico e poi fu ripetuta, visto il successo, anche nel Tirreno.
La tecnica consiste in questo: ancorati o a scarroccio si comincia facendo una pasturazione a base di sarde macinate, grossolanamente o con trita-sarde.
Il trucco della “strisciata”, questo è il termine tecnico della pasturazione, è di farla con sarde né troppo grosse né troppo piccole. Questa operazione va fatta nelle zone dove si sa che i tonni cacciano e mangiano e preferibilmente su fondali medi (max 100/150 mt). Questo perché cacciarli su fondali più alti vorrebbe dire rischiare di perdere 9 pesci su 10. Tutti sanno che il tonno quando si sente allamato e in pericolo cerca il fondo.
Fatta la strisciata iniziale si calano le canne. Saranno 4, 5 o 6 a seconda della corrente e della barca. Si caleranno a diverse altezze usando piombi da bolentino e palloncini per sapere esattamente la profondità a cui si calano le canne. Le canne si tirano giù sulla strisciata e una volta calate si continua a pasturare cercando di far “aggallare” i rossi e farli entrare in mangiata.
Quando le canne sono giù e qualcuno in barca continua a impuzzolentirsi le mani di sarde, si scherza e si aspetta che parta il tanto agognato cicalino. Chi non è pratico del drifting potrebbe pensare che finisca tutto qui. Invece quando parte il cicalino comincia la lotta. Il drifting al rosso, infatti, più che una pesca è una lotta, un tiro alla fune, una battaglia che l’uomo ha contro un treno del mare.
In base all’attrezzatura che si usa, si starà in piedi, con canne stand up da due metri circa, oppure in sedia, con canne più lunghe fino a 2,70 mt, come fanno in Adriatico.
Se serve si va incontro al pescato anche con la barca e, se tutta l’attrezzatura è ottima e perfettamente tarata e preparata, dalla taratura della frizione ai nodi fatti sul terminale e sull’amo, si riuscirà, dopo combattimenti che possono durare anche ore ed ore, a portare il pesce sotto bordo. Ricordiamo che in questo periodo lo si può vedere toccare, misurare, fotografare, e poi è d’obbligo rilasciarlo.
Di grande soddisfazione e gioia per tutto l’equipaggio. Provare per credere!
Conosco amici sia nel Tirreno che nell’Adriatico riescono con questa tecnica ed ancora in questo periodo ad avere numerosi strike al giorno.
Provate questa tecnica perché è quanto di più emozionante si possa provare.
Alla prossima puntata!
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