Seatec 2019 – Il dibattito sull’economia del mare: logistica e portualità
Si è tenuto in occasione del Seatec 2019 il convegno “La Filiera Logistico/Portuale – Portualità e Logistica quali fattori di successo per lo sviluppo del paese”, organizzato da IGB Srl in collaborazione con IMM_CarraraFiere.
A prendere la parola in apertura è stato Lorenzo Forcieri, che ha messo in luce quanto portualità e logistica siano determinati per il successo per il Paese. Nonostante la riforma Delrio e le grandi discussioni sul tema, i risultati – in termini di ripresa economica – non sono quelli sperati. Forcieri giunge alla conclusione che la politica di per sé non è sufficiente ad incidere sull’economia: occorre agire direttamente sul mercato. Il Governo dovrebbe limitarsi ad attribuire le destinazioni finanziarie, lasciando poi che i soggetti destinatari degli investimenti siano autonomi.
Carla Roncallo, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, intervenuta anche in rappresentanza di Assoporti, ha evidenziato come Assoporti abbia svolto in questi 3 anni un ruolo di coordinamento importante su vari temi. In parziale disaccordo con Forcieri, ha sostenuto che la riforma Delrio ha avuto effetti positivi sui porti di La Spezia e Marina di Carrara, i quali hanno permesso di registrare una crescita economica. “Io sostengo questa riforma – ha spiegato Roncallo – la cui validità è data dai numeri: il porto di La Spezia registra nel 2018 un consolidamento del traffico contenitori con una movimentazione complessiva di 1.485.623 TEU (+0,8% ) – il TEU è un’ unità equivalente a un container da 20 piedi – Il porto di Marina di Carrara è addirittura passato da 1.400.000 tonnellate di merci movimentate nel 2015 a chiudere l’anno trascorso con un incremento complessivo del traffico merci a banchina del 9,5% pari a 2.496.000 tonnellate movimentate, e con una previsione per il 2019 di arrivare a 3 milioni, il che significa un incremento del 115% in 4 anni.
Questa ottima performance è coincisa con l’aumento del numero di operatori sul porto, passati da uno a tre dopo un’attività anche controversa intrapresa rispetto alla concessione esistente, introducendo la gara e quindi permettendo l’ingresso a due nuovi soggetti.
L’altro aspetto su cui si sta lavorando è il project financing sul settore croceristico per arrivare ad investire 41 milioni di euro in nuove infrastrutture destinate ai croceristi, un altro settore in forte crescita che avrà una ricaduta importante sull’economia del territorio. Abbiamo introdotto una clausola affinché gli investimenti vengano fatti anche a Marina di Carrara, con la costruzione di un piccolo terminal e indicando un numero minimo di passeggeri da portare. E’ partito anche il progetto waterfront, che ci auguriamo di concludere presto procedendo con gli appalti, grazie ai 20 milioni di euro concessi dalla Regione Toscana e gli ulteriori 8 milioni e 800.000 dal Ministero delle Infrastrutture destinati ai primi 3 lotti.”
Dopo la Roncallo si sono succeduti vari interventi a cura del Direttore marittimo e Comandante della Capitaneria di porto di Livorno, Contrammiraglio Giuseppe Tarzia, e di Antonella Querci che ha rilevato la necessità di fronteggiare i rapidi cambiamenti tecnologici rispetto alle infrastrutture perché lo sviluppo tecnologico cambia le funzioni portuali.
La discussione si è poi concentrata sulla necessità di migliorare la rete ferroviaria e far dialogare porti e logistica, perché in Italia solo i porti di La Spezia e Trieste sono dotati di infrastrutture ferroviarie adatte, sulla necessità di aumentare i volumi ferroviari anche potenziando il coordinamento fra le reti europee e di rimodulare il “gigantismo navale” attraverso la costruzione di nuovi fondali e aumentando la capacità di stoccaggio delle merci.
Fra i tanti temi affrontati anche la delicatezza del rapporto con la Cina, che mostra molto interesse per le nostre infrastrutture portuali e alla quale è importante richiedere reciprocità.
Ha concluso i lavori Edoardo Rixi, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, portando così la voce del governo e del suo ministero nella complessa relazione della portualità italiana dell’Alto Tirreno.
Il Vice Ministro Rixi ha dichiarato: “Analizzando il sistema intermodale vediamo profonde differenze fra l’Alto Adriatico e l’Alto Tirreno determinate dalla presenza o meno di strutture ferroviarie adeguate e dalla necessità di risolvere nodi strutturali importanti. Ferrovie e gomma devono essere complementari ed è necessario recuperare nuove quote di mercato per fare i volumi che i porti italiani sono in grado di fare. La nostra economia è basata molto sulle esportazioni. Il piano strategico è lavorare tutti insieme per riportare il Paese alla sua centralità, farlo su un nuovo piano ferroviario che includa anche un progetto di alta velocità per piccoli colli (pensiamo ad Amazon e all’e-commerce) prima che altri operatori vengano a gestirla sul territorio nazionale.
L’altro tema è il potenziamento delle reti TEN-T (Trans European Network-Transport) dato che in Italia non abbiamo una rete TEN-T efficiente. I corridoi TEN-T vanno sviluppati su più linee per evitare che un problema qualsiasi sulla linea comporti un’interruzione del sistema, con i gravi danni economici che ricadono su operatori e aziende.
E’ importantissimo sviluppare le nostre reti non solo rispetto alla Cina, ma anche al continente africano, per noi molto importante sia per le nostre merci che per le nostre aziende.
Oggi dobbiamo trattare con le aziende cinesi e mettere regole d’ingaggio; negli ultimi 7 anni i cinesi hanno comprato molte infrastrutture anche portuali, va bene dare un segnale di apertura, ma mettendo regole certe sul territori nazionale e questo va fatto con le Istituzioni perché il privato, se si trova in difficoltà, non può che vendere. Bisogna evitare che l’Italia sia esclusa dal mercato cinese e africano perché le nostre aziende esportano per il 67% verso la comunità europea, ma non potremo aumentare quote di mercato su mercati maturi, dobbiamo rivolgerci ai mercati in via di sviluppo, altrimenti il nostro sistema industriale è destinato a diminuire la propria produzione.
Lavoriamo allo sblocca cantieri e al decreto crescita per rivitalizzare il mercato interno, ma non basterà, dobbiamo far crescere le imprese e portarle all’estero a prendere quote di mercato; stiamo lavorando su varie norme, comprese quelle del codice degli appalti, per diminuire i tempi di completamento delle opere e arrivare, semplificando le problematiche burocratiche, ad avere finalmente tempistiche certe sulla realizzazione delle opere.
Il Mediterraneo torna ad avere centralità e sul mare si gioca il futuro del Paese, dobbiamo avere la capacità di fare sistema per il settore logistico e cantieristico. La nautica da diporto cresce a due cifre ma deve avere garanzie di stabilità e giusti punti di approdo, così come regole fiscali adeguate.
E’ molto importante collegare i settori interessati, includendo la crocieristica, dato che nei prossimi anni avremo 100 nuovi navi da crociera che oggi i nostri scali spesso non sono in grado di accogliere, bisogna risolvere le criticità lavorando insieme. Il sistema logistico non è solo la movimentazione della merce, riguarda anche la formazione degli operatori, il rinnovo dei mezzi, la tariffazione autostradale, bisogna pensare a come evitare il dumping con le società straniere.
La logistica è efficienza nel trasporto di beni e persone: se i trasporti funzionano il Paese si muove, ma la competizione va fatta a livello di sistema paese e non di singole aziende, che invece devono fare rete per vincere la sfida attuale. E’ necessario trovare intenti univoci su cui concentrarsi, perché la logistica sta alla base dello sviluppo del Paese da ogni punto di vista, e se le cose funzionano anche i giovani possono sperare di restare in Italia e avere un futuro migliore.”