Wellcraft 352 Fisherman
Ho sempre associato le imbarcazioni Wellcraft a solidità e a grandi doti di navigazione. Ho avuto l’occasione di testare il nuovo 352 durante i sea trial organizzati dal gruppo Jeanneau a Cannes con un meteo col quale solitamente si tende a restare in porto a prendere un aperitivo.
La barca mi aspetta ormeggiata all’inglese lungo il pontile ed è facile salire a bordo dalla porticina ricavata dalla murata, molto pratica ma presente solo sul lato sinistro. Un peccato questa scelta, che ci spinge a dover effettuare più manovre per facilitare l’accesso a bordo.
La murata è alta e spessa; questa caratteristica ci offre ulteriore sicurezza durante le battute di pesca. Sì, perché il modello provato da me è in versione Fisherman, realizzato per lunghe sessioni anche con mare mosso.
La poppa è interamente occupata dai 3 motori Mercury Verado da 300 cv. Il pozzetto è totalmente libero, con 3 sedute ribaltabili da sfruttare quando la navigazione è piacevole e ci si vuole rilassare. L’imbottitura dei sedili è ben fatta e la scelta del colore consente di non avere alte temperature al tatto anche con sole forte. All’interno dello specchio di poppa sono ricavati un gavone e un piccolo lavello, molto utile per le operazioni di risciacquo di piccoli oggetti senza sporcare il resto della barca.
Per gli amanti del “pescato e cucinato”, alle spalle della seduta della consolle si trova un ripiano apribile che nasconde una cucina esterna con un piano di lavoro piuttosto ampio e addirittura un grill opzionale. In basso, invece, troviamo: a destra un raccordo per un’ulteriore fontana, al centro un frigo con apertura scorrevole e a sinistra una vasca del vivo con accesso dall’alto. La larghezza di 3,25 metri è ben sfruttata e si può letteralmente passeggiare a bordo senza pensieri, grazie alla murata alta che dà molta sicurezza.
Spostandoci a prua si comprende che l’appellativo “fisherman” non implica un uso esclusivo per la pesca. Davanti alla consolle, infatti, è presente una grande seduta gavonata che può ospitare due persone, mentre a prua è posizionato un divanetto a U con possibilità di aggiungere due cuscini rialzati alle estremità per formare due chaise-longue. Con l’aggiunta di un tavolino, inoltre, è possibile creare una vera e propria area relax indipendente, separata dalla zona di poppa principalmente dedicata alla pesca. Il verricello è nascosto alla vista all’interno di un gavone. Normalmente questa soluzione è molto piacevole esteticamente, con la prua slanciata verso il mare, ma risulta poco pratica nell’utilizzo quotidiano perché non permette di avere il controllo sullo stato dell’ancora in caso di incaglio o vedere dove si trova. Nel modello del test, invece, è presente una telecamera sulla prua che consente di sapere cosa sta succedendo davanti alla prua.
Tutta la zona della consolle è coperta da un grande T-top di protezione, sostenuto da ampi tubi che fungono da supporto strutturale e offrono appigli durante la navigazione. La zona di governo della barca è formata da 3 comodi sedili con seduta ribaltabile sistemati ad un’altezza tale da poter controllare la barca senza difficoltà e contemporaneamente osservare ciò che accade intorno a noi. Ai lati, le murate sono “scavate” per creare degli alloggi dove inserire le canne da pesca e prenderle quando necessario senza dare ingombri a bordo.
La plancia di comando è, passatemi il termine, “astronautica”: intorno al timone c’è tutto l’indispensabile (e anche di più) per il controllo della navigazione e dei motori. A farla da padroni ci sono di fronte a noi due grandi display Garmin da 22 pollici attrezzati con tutte le ultime novità del settore e integrati con radar e termocamera. Poco sotto i display, in piano, i pulsanti on/off che consentono di attivare le funzioni principali della barca e sulla sinistra il joystick di manovra fornito da Mercury che permette di muovere la barca nella direzione preferita e ruotarla su se stessa. Basta muovere la manopola nella direzione voluta e i motori lavorano per spostare il mezzo. In basso il supporto per i piedi, come il rivestimento davanti alle sedute, è in materiale sintetico antiscivolo.
Il Wellcraft 352 ha anche una piccola cabina, con accesso dal lato sinistro della consolle in cui troviamo, di fronte a due gradini, un wc con lavello. A destra delle scale sono disposti diversi armadi, mentre sulla sinistra un letto a due piazze ricavato al di sotto della prua. “Questa soluzione è stata creata per i pescatori che escono per diversi giorni durante le battute di pesca e vogliono un posto dove poter riposare in tranquillità prima di riprendere senza dover rientrare in porto” mi spiega il direttore commerciale area Francia mentre usciamo dal porto per il test.
I motori invogliano ad affondare la manetta con il loro aspetto sportivo, che va in contrapposizione con la silenziosità di quando giriamo la chiave.
A bordo siamo in 4 persone, il carburante è al 41% dei 1423 litri disponibili e il meteo non è favorevole per un’uscita in barca, ma è quello richiesto per un test di una barca con queste caratteristiche: onda lunga di 2 metri e vento a raffiche. Uscire dal porto è una sciocchezza con il joystick di manovra, fa sempre una certa impressione vedere i motori ruotare indipendentemente ognuno in una determinata direzione. Al minimo la barca avanza a 3 nodi con i motori che girano a 600 giri consumando 8 litri/ora complessivi.
Usciti dal porto veniamo accolti da una serie di onde lunghe che ci fanno fare un po’ di su e giù, per cui non perdiamo tempo e spingiamo la manetta a 2500 giri per la planata minima a 12,5 nodi con un consumo di 52,2 lt/h.
La carena è straordinaria, riesce a rendere dolce l’impatto con onde del genere anche a velocità, in un attimo sono alla velocità di crociera di 28 nodi a 4000 giri e trim +5% consumando 120 litri/ora, un consumo alto che diventa razionale se lo rapportiamo ai 900 cavalli presenti a poppa e al fatto che la barca pesa circa 5217 kg senza motori.
Difficilmente si decide di uscire dal porto con un mare in queste condizioni, ma può capitare di trovare una tempesta in arrivo e quindi bisogna rientrare in porto il prima possibile. Che posso fare se non affondare le manette? Arriviamo a 5900 giri con trim al 18% toccando i 46,5 nodi.
A bordo sembra di non essere a questa velocità se non fosse per il vento che arriva forte, ma la barca riesce a saltare sull’onda senza grandi difficoltà. Timonando adeguatamente (comodissima la manopola che permette di manovrare con una sola mano), riusciamo a non far salire acqua a bordo. Il consumo in questo caso è stellare, 286 litri per ora complessivi. È stellare anche l’accelerazione: da fermi planiamo in 3.8 secondi, in 9 secondi siamo a 30 nodi e in 12,5 tocchiamo i 40.
Raccolti i dati di velocità mi siedo comodamente e procedo al rientro in porto in velocità di crociera, concedendomi anche qualche virata rapida prendendo le onde al traverso.
Inevitabilmente balliamo un po’, ma nulla di irreparabile vista anche la reattività dello scafo che segue rapidamente i miei movimenti sul timone. Con il vento teso in porto ho modo di provare anche la modalità Skyhook dei motori.
Mi metto prua al vento e premo l’apposito tasto in basso al joystick: i motori sfruttano l’integrazione con il gps per far restare la barca ferma in quel punto, lavorando indipendentemente come un’ancora virtuale. In più riescono a bilanciare anche il rollio regolando i trim in ogni momento. Ormeggiamo con la stessa semplicità con cui siamo usciti ed è il momento di trarre le conclusioni. È una barca davvero ben costruita e ho avuto modo di provarla con queste condizioni meteo.
Il Wellcraft 352 è un’imbarcazione pensata per i pescatori ed inevitabilmente la consiglio a chi pratica questo sport e vuole uscire con qualsiasi condizione di mare, senza rinunciare a qualche uscita in compagnia per puro divertimento. Per le famiglie può essere un po’ limitato lo spazio relax a prua, ma per una coppia può andar bene anche per piccole crociere.
Scheda tecnica