Dal Mediterraneo ai Tropici, le catture di Davide Acone
“Da piccolino, sui pontili della Grecia, dove andavo in vacanza con miei genitori durante l’estate, raccoglievo granchi e conchiglie. Pian piano, poi, mi sono evoluto”. Così è nata l’avventura nella pesca di Davide Acone, oggi testimonial di molti brand legati alla pesca, tra cui Suzuki e Marshall, e protagonista, insieme a molti suoi colleghi, del Suzuki Fishing Team: “Angler professionisti, maestri dell’arte alieutica, avvezzi alle catture <<monstre>> e per questo youtuber seguitissimi”, così la stessa casa motoristica definisce il proprio team di testimonial e influencer.
Pescatore per passione, tanto da eccellere in ogni tipologia: dalla pesca subacquea, dalla quale è partito, fino alla traina, ad oggi la tecnica da lui più praticata. “Per 15 anni ho praticato solo pesca subacquea – spiega Acone – ma ad essere sincero a me piacciono tutte le tipologie di pesca. Dopo 15 anni di subacquea sono approdato alla pesca dalla barca e alla traina d’altura. Non so neanche perché, è stato un processo evolutivo”.
Oggi pesca principalmente in traina d’altura dunque, tecnica preferita che gli consente catture davvero strepitose, ma quando gli chiediamo i segreti di questa tecnica non li svela e ci invita ad una battuta di pesca. Una riservatezza comune un po’ a tutti i pescatori, che sono soliti oggi lavorare moltissimo attraverso i social media, ma restii fino a qualche anno fa a mostrare le prede. Davide Acone non fa eccezione ed ha un suo canale YouTube dove i suoi video riscuotono migliaia di visualizzazioni e dove vengono documentate le sue catture più incredibili.
“La tecnologia è nata da qualche anno, prima eravamo tutti un po’ più restii; con il passare degli anni la mia esperienza di pescatore subacqueo mi ha permesso di collaborare con un’importante casa che produce telecamere sottomarine con le quali sono riuscito a documentare per la prima volta la cattura di un’aguglia imperiale al largo del Cilento, una cosa che ha fatto impazzire gli angler sui social. Questa collaborazione con i brand ci offre la possibilità di pescare con maggiore frequenza e avere più risonanza, ma non si va oltre una grande passione. Il mio lavoro è un altro, ho un ristorante, specializzato nella carne, oltretutto!”.
A guardare i suoi profili social comunque si resta incantati dai colori e dalla bellezza dei pesci “che – ci tiene a sottolineare – rilascio nella maggior parte dei casi, specialmente alle Maldive dove, tra gli altri, ha catturato splendidi pesci vela, una cernia di 40 chili catturata a 220 metri di profondità”.
Ad affascinarlo però non è la cattura, ci confessa, bensì la giornata di pesca: “È il contesto che mi appassiona, nonostante la fatica e le condizioni, soprattutto ai Tropici dove si deve combattere non solo contro il pesce, ma spesso e volentieri anche con lunghi momenti di mancata attività, contro il caldo forte e il sole che picchia per 12 ore al giorno”.
Un pescatore molto posato che esprime un grande rispetto per il mare e le specie ittiche: “Una questione cruciale a cui siamo arrivati dopo anni e anni di sensibilizzazione, ora il catch and release è diffuso sempre di più e la considero una pratica necessaria per salvaguardare la fauna marina. Mi è capitato spesso, oltretutto di taggare, per ricerche scientifiche, diverse aguglie imperiali in Italia, al largo del Cilento. A selezionare le specie da catturare, ad averne rispetto me lo ha insegnato la pesca subacquea che è una tecnica in cui non è possibile rilasciare: per mia forma mentis sono abituato a sparare al pesce e quindi poi a portarlo a casa. Ma durante una battuta di pesca subacquea davanti al fucile passano numerose prede, ho imparato a selezionare quella che poteva essere appagante, perché la passione non è la cattura, ma la giornata in mare!”.