Ed il trainar m’è dolce…
A TRAINA IN CROCIERA: I CONSIGLI DI DAVIDE ACONE
Chi è in partenza per una vacanza in barca sa che gli aspetteranno diversi spostamenti, talvolta di svariate ore, a velocità “obbligatoriamente lenta” nel caso in cui la barca sia a vela, oppure una passeggiata rilassante a motore. In entrambi i casi, potrebbe essere il momento ideale per filare qualche canna con la speranza che una bella partenza ci allieti la navigazione.
Certo non si parlerà di una barca prettamente da pesca, con 10 portacanne a disposizione, divergenti e un largo pozzetto sgombro da impicci, anzi tutt’altro: spesso e volentieri le barche a vela hanno spazi risicati, tra le decine di cime pronte a farci inciampare e che ci impediscono spostamenti rapidi (specie con un pesce in canna) da una murata all’altra, la possibilità di fissare un numero minimo di portacanna e soprattutto una scarsa manovrabilità. Idem per le barche a motore utilizzate per la crociera, che spesso hanno lo specchio di poppa occupato da ingombranti tender, passerelle, cuscini e divanetti nel pozzetto, e la possibilità di posizionare dei portacanne “dove non danno fastidio”.
Aggiungiamoci anche che spesso si parte in comitiva e non è “educato” riempire gli spazi comuni con tanta attrezzatura pesante e voluminosa, magari qualche lamentela della compagna e finisce che rinunciamo definitivamente, decidendo di accontentarci di una vacanza senza pesca. Ma immaginate la sofferenza di navigare per ore e ore a velocità ideali per la traina, senza avere neanche una canna in pesca? Personalmente piuttosto preferirei restare a secco!
Quindi scartata l’ipotesi di farci convincere a non portare le canne da pesca in barca, vediamo di sfruttare al meglio le traversate, in modo da aggraziarci tutto l’equipaggio con qualche bel pesce per la cena!
PREPARIAMO LA BARCA…
Iniziamo con il capire che spazi ci offre la barca per fissare i vari portacanne (che dovranno essere necessariamente da battagliola) e prevedere eventualmente di installarne minimo 2, uno a destra e uno a sinistra, meglio se con la possibilità di orientarli esternamente in modo da guadagnare qualche metro in più di larghezza ed eventualmente far lavorare le esche fuori scia. Se la barca ha pochi ostacoli sulla poppa (passerella, motori ausiliari del tender, tender al traino, ecc.) potremo eventualmente pensare di installare qualche altro porta canna, anche centrale, così da raggiungere le 4 canne in pesca che a mio avviso è la quantità ideale. Non dimenticate di portare qualche cimetta con moschettoncino per assicurare le canne in pesca.
…E LA NOSTRA ATTREZZATURA!
Parlando invece di cosa può servirci, considerando di pescare con 4 canne, il mio consiglio è di preferire combo canne e mulinelli da 30 lb, da altura. Non scenderei sotto le 30 lb per via della capienza del mulinello, perché potrebbe capitarci di dover gestire la fuga di un pesce di notevoli dimensioni e non poter essere rapidi a manovrare la barca per accorciare le distanze, specie se stiamo navigando a vela. Quindi qualche centinaia di metri in più potrebbe farci comodo. Resterei sulle carrucolate e sul nylon in bobina perché stiamo parlando pur sempre di altura che con il trecciato non va molto d’accordo.
In cassetta, invece, metteremo diversi kona e diversi minnow, per essere in grado di filare l’esca più adatta alla velocità a cui decideremo di navigare in quel momento, oltre che alle condizioni meteo; qualche pinza di sgancio o elastici che più avanti vi spiegherò a cosa serviranno; qualche piombo a sgancio rapido da 500 o anche da 1000 gr per i minnow; birds e squids vari che utilizzeremo anche in stile “daisy chain”; ovviamente tutti gli accessori quali ami di scorta, rig vari, nylon, moschettoni, pinze e tutta la minuteria utile per ogni evenienza; per il raffio, scegliete di portarne con voi uno molto lungo (come ho detto prima, le barche da crociera e ancora di più quella a vela, hanno murate molto alte) e robusto, quindi, preferibilmente non telescopico e non dimenticate una cintura da combattimento.
SULLA ROTTA DEI PELAGICI
Ovviamente trovandoci in mare aperto, le nostre prede saranno i pelagici soliti dell’altura. Sulle batimetriche più basse avremo, infatti, buone chance di catturare aguglie imperiali, lampughe e tunnidi, quali alletterati, alalunghe e tonni rossi; mentre nei tratti di blu profondo oltre ad alalunghe e tonni rossi, potremo avere la fortuna di incontrare qualche bell’esemplare di spada.
Dovendo raggiungere una destinazione tracciando una linea retta, di sicuro non avremo troppe possibilità di concentrarci e insistere su determinate batimetriche, ma se dovessimo notare un corpo galleggiante alla deriva, vale certamente la pena di fare una piccola deviazione per passarci vicino.
SCEGLIAMO L’ASSETTO GIUSTO
Siamo finalmente usciti dal porto e la velocità a cui stiamo navigando ci fa fremere dalla voglia di filare le lenze.
Per scegliere esche ed assetto, il fattore più importante da controllare è proprio la velocità: se dovesse essere compresa tra i 5 e i 6.5-7 nodi, la scelta ricadrà preferibilmente sui minnow o al limite un assetto misto minnow/kona, mentre se la velocità dovesse superare i 7 nodi fino ad 8/9 nodi, consiglio di scartare completamente i minnow e scegliere assetti solo kona.
- Solo minnow: la murata alta della barca non ci aiuterà a far lavorare bene i minnow, ma con qualche accorgimento possiamo ridurre i disturbi. Fileremo le due canne laterali, orientate verso l’esterno, a 60 mt. Delle due canne centrali ne fileremo una a 40 mt con un piombo a sgancio rapido da 500 gr e un’altra a 20 mt con un piombo da 1000 gr. Per far lavorare meglio le due centrali, potremmo tenerle basse agganciando il nylon tramite gli elastici o le pinze di sgancio che abbiamo messo in cassetta, nella parte più bassa possibile dello specchio di poppa.
- Misto minnow/kona: non è un assetto che amo, perché preferisco di solito usare o solo kona o solo minnow, ma se proprio avete l’imbarazzo della scelta vi consiglio di filare le due esterne una a 70 mt con kona e una a 60 con minnow. Centralmente, una a 100 mt con kona e una a 30 mt con minnow e piombo da 500/1000 gr. Anche in questo caso per le centrali userei gli elastici/pinze per aiutare le esche a lavorare meglio: il minnow sempre basso sullo specchio di poppa mentre per il kona (una piccola “chicca” se siete in barca a vela) potrete alzare il nylon di qualche metro lungo la scotta della randa così da tenerlo più alto possibile a simulare una sorta di shotgun. Per quanto riguarda la scelta dei kona, dal momento che stiamo parlando di una velocità non superiore ai 6, 5, 7 nodi, scarterei esche con la testa molto grande che necessitano di maggiore velocità per lavorare meglio, preferendo teste jet o bullet.
- Solo kona: è l’assetto che preferisco! A questo punto la velocità sarà certamente superiore ai 7 nodi, magari anche 8 o 9 e, quindi, potremo sfoggiare kona con teste di dimensioni importanti. Posizioneremo le due esterne a 70 mt, una solo con kona, l’altra con kona + bird singolo o daisy chain. Una centrale a 100/120 mt, sempre con il sistema alto sulla randa, oppure nel portacanna posizionato più in alto possibile (sul rollbar o sul fly) e un’altra a 40 mt. Anche qui vi do dei piccoli consigli che potrebbero evitarvi qualche problema: navigando a motore o con poco vento quest’assetto resta valido, ma in alcune condizioni di navigazione a vela, magari con vento forte laterale, avere lenze a 100 mt così come a 70 potrebbe risultare problematico per via del filo che crea una grossa pancia tanto da spostare addirittura le esche con il rischio di farle accavallare. A questo punto le soluzioni possono essere due: usare esche che fanno una grossa resistenza in acqua (più resistenza fa l’esca, più il filo resta teso) oppure accorciare tutte le lenze e filare la più lunga centrale a 70 mt, le due laterali a 40/50 e un’ultima centrale a 20 mt. In caso di vento veramente forte, potrebbe essere necessario adottare entrambe le soluzioni.
Una volta filate tutte le canne, non ci resta che rilassarci godendoci il magnifico paesaggio del mare aperto, che potrebbe regalarci la vista di giocosi delfini che ci accompagneranno per un poco, nuotando e saltando di fianco alla prua, nell’attesa che la tranquillità della navigazione lenta venga interrotta dal suono di uno strike.