Traina d’altura tra i banchi
La traina d’altura è sempre un punto interrogativo per tutti i pescasportivi. Se poi viene praticata tra i banchi del Canale di Sicilia, gli incontri e le prede sono quasi sempre oscuri.
Il tragitto in barca è lungo, la partenza dal porto di Sciacca (AG) deve avvenire quando il sole non è ancora alto, visto che si naviga per almeno 2 ore a velocità sostenuta.
Gli incontri con delfini e balene sono all’ordine del giorno, se si naviga in quel tratto di mare. Il waypoint è a circa 30 miglia dalla costa.
Nel periodo estivo normalmente ci si ritrova ad avere condizioni meteo di bonaccia su tutto il banco, ideale per rimanere in pesca dalle 4 alle 5 ore consecutive.
Il punto in cui cominciare a trainare è su di un fondale che da 200 metri risale sino a 110, con ambienti rocciosi. Si indirizza la prua della barca in direzione E-SE e si cominciano a filare in mare i terminali.
Organizzare una battuta di pesca di questo tipo richiede un grande impegno sia per quanto riguarda la messa in pesca che per il mezzo nautico che ci deve condurre in pieno Mediterraneo.
Naturalmente, saranno da monitorare le cariche della batteria, il carburante, la strumentazione elettronica e il pozzetto per le esche del vivo.
LA PREPARAZIONE DEL VIVO
La vasca del vivo deve mantenere le nostre esche in vita per almeno 10 ore per cui sarà nostra cura dare un ricambio di acqua fresca ogni paio di ore e controllare che l’ossigenatore sia sempre in funzione.
Le esche vive da avere sempre nella vasca sono solitamente le più appetibili: sugarelli, seppie e calamari.
Se non si possiede una vasca del vivo a comparti separati, bisogna avere cura di inserire delle sardine morte per evitare l’attacco delle seppie ai sugarelli in vasca.
LE PREDE
I pesci di grosse dimensioni presenti tra i banchi sono multi-specifici.
Grosse cernie, dentici, ricciole, pagri, ma può, seppure di rado, sopraggiungere sua maestà lo spada.
L’ATTREZZATURA
Pescando su fondali importanti, dove le prede possono essere di diverse specie e dimensioni, sarà utile portare con sé un set di attrezzature robusto, dove sia canna e mulinello che lenza madre siano resistenti a qualsiasi tipo di ferrata.
L’ideale è avere delle canne affidabili e potenti, carrucolate, da 50 a 80 libbre.
La lunghezza della canna non deve superare i 2 metri e il materiale della canna deve essere possibilmente in carbonio ad alto modulo.
Il mulinello da traina è preferibilmente un 20/40 libbre -l’ideale sarebbe a due velocità -, che imbobina 300 metri di monofilo in nylon di uno spessore di 0,70 mm oppure 300 metri di tracciato non superiore ai 35 mm.
QUALI ESCHE INNESCARE?
A seconda della stagione e della preda che andiamo ad insediare, utilizzeremo esche differenti.
Il dentice va allettato con il calamaro soprattutto nel periodo estivo, durante il quale è più restio ad inseguire una preda.
Il calamaro deve essere innescato con il classico terminale a due ami doppiati. l’amo deve passare sia per la coda che per la testa, cercando di rendere il movimento del cefalopode più fluido possibile. In genere il dentice lo insegue, lo morde e, se non si ferra, riattacca ripetutamente fin quando non ha finito.
La seppia, invece, va innescata dalla testa, visto che il suo mantello contiene all’interno un osso che il dentice non morderebbe. In questo caso può andar bene un amo soltanto, dato che il dentice, una volta morsicata la testa, non si concede in un altro attacco.
Se vogliamo avere una maggiore certezza che il pesce rimanga allamato, si possono inserire altri due ami tra i due tentacoli più lunghi della seppia.
L’utilizzo di seppie e calamari è consigliato per la pesca su fondali importanti, in quanto, rispetto a sugarelli e boghe, non risentono degli sbalzi di pressione ad elevate profondità.
L’AFFONDATORE
Un utile amico nella pesca a traina è l’affondatore, che ci permette di pescare a filo diretto.
Una volta staccati gli elastici, siamo direttamente in contatto con l’estremità contraria dove si trova il pesce. Può capitare che pesci come il dentice attacchino l’esca delicatamente e l’elastico non si stacchi.
Sarà nostra cura sbattere la canna sino a farlo staccare da sé, in maniera rapida per evitare di perdere il pesce in canna.
VELOCITÀ DI TRAINA
Nella traina col vivo la velocità che si sceglie è minore rispetto alla pesca con esche artificiali. Normalmente, va bene un’andatura da 1 a 3 nodi.
Questo per due buoni motivi: innanzitutto per non affaticare l’esca viva che talvolta verrà trainata per ore, e secondo perché, essendo la nostra un’esca naturale, sarà la sua velocità “di crociera” naturale.
GLI AMI PER UN “GRAN FINALE”
Gli ami sono due o tre in base all’esca adoperata, nella numerazione dal 3/0 al 7/0, ad anello, leggeri e molto appuntiti, dalla sezione non troppo fine perché la robustezza è una caratteristica alla quale proprio non possiamo rinunciare.