La perfetta barca da pesca: i Flybridge e i Convertible – parte quarta
Siamo arrivati all’ultima puntata dedicata alla perfetta barca da pesca. Parliamo in questa ultima puntata di quel tipo di barche che per vari motivi sono le meno diffuse nei nostri mari o meglio sono diffuse, ma forse non abbastanza usate per il loro scopo primario: pescare.
Queste barche sono i flybridge e i convertible. Cominciamo ad esaminare quali sono le principali differenze tra i due tipi: i flybridge di norma hanno la guida alta, posizionata sul ponte alto, e la guida interna all’interno della cabina di coperta; i convertible, invece, hanno la guida solo sul ponte alto.
Apparentemente cambia poco, in realtà cambia molto!
I convertible da noi in effetti hanno pochissima diffusione perché hanno alcune caratteristiche ne limitano l’uso. Il pescatore, infatti, spesso è solito, anche con imbarcazioni di una certa grandezza (di 10/12 metri ad esempio) uscire a pescare da solo. La guida solo alta non ne consente l’uso a chi esce da solo per pescare. Sarebbe impensabile, infatti, guidare con le canne in acqua ed in caso di strike scendere e lasciare la barca senza controllo ai comandi. I flybridge da questo punto di vista sono più comodi in quanto hanno anche la guida in dinette di coperta e quindi si può tranquillamente controllare i comandi da poca distanza dal pozzetto.
Altro motivo per il quale queste barche sono poco diffuse tra i pescatori del nostro Mediterraneo è il fatto che queste barche non sono mai più piccole di 30 piedi e, quindi, questo ne limita ovviamente la loro diffusione.
E’ vero, però, che queste sono da considerarsi le prime e le vere barche da pesca (fisherman) d’oltroceano.
Cantieri notissimi e blasonatissimi hanno una vasta produzione di modelli solo ed esclusivamente di queste categorie.
Mi riferisco a Hatteras, Bertram, Riviera (per nominarne anche uno non americano ma australiano) che hanno modelli che partono dai 37 piedi (i più piccoli) per arrivare anche fino a 80 e più piedi. In America esiste una produzione anche customizzata di questi scafi, che in alcuni casi, pur essendo di tutto punto attrezzati per la pesca, superano anche i trenta metri di lunghezza!
Certo da noi i costi di gestione di una barca del genere la rendono quasi impensabile. Più volte mi è capitato di trovarmi in qualche marina dell’East Coast americano pieni di “mostri da venti metro” uno in fila all’altro e pronti per essere utilizzati in lunghe battute di traina offshore in oceano.
Dalle parti nostre ci sono parecchi fly e convertible da pesca, per lo più utilizzati per il diporto e magari poche volte l’anno anche per pescare qualche pescetto d’altura.
I Bertram sono ad esempio piuttosto diffusi in Italia e c’e’ sicuramente un buon mercato per i modelli dal 35’ al 46’ , scafi che hanno fatto la storia della nautica legata alla pesca sportiva. Mi è capitato e mi capita di avere qualche modello di queste barche in vendita e spesso si incontrano amatori appassionati ed espertissimi di tutto quanto riguardi questi modelli.
Gli allestimenti di solito prevedono sempre gli standard per la pesca e quindi vasche per vivo e per pescato, trolling valves, divergente (spesso inutilizzati) numerosi portacanne a murata e a riposo. Le barche sono sempre molto ben tenute e ben allestite anche internamente.
Negli States mi è capitato di vedere un Bertram utilizzato da un famoso angler (ricco imprenditore) che aveva fatto costruire dal Cantiere un enorme armadio, con apertura elettrica tipo cassaforte per custodire la sua Santa Barbara di attrezzatura. Come spesso succede in America, canne e mulinelli non erano niente di che, ma sicuramente erano molto ben custoditi.
Altra differenza importante tra i fly ed i convertible, elemento che li rende riconoscibili anche dall’esterno, è che spesso (non sempre) i convertible non hanno il vetro parabrezza. Non avendo guida interna, infatti, tutto lo spazio è utilizzato per la dinette e quindi la luce filtra dai finestroni laterali.
Altro elemento che li rende particolari e forse meno apprezzati da noi è che i veri convertible, anche grandi, non hanno oblò sulle murate.
A questo c’è una spiegazione tecnica.
Le barche che nascono per l’oceano hanno l’opera morta spesso sommersa dalle onde lunghe e late dell’oceano e quindi “bucarle” con oblò, seppur stagni li renderebbe più vulnerabili ad infiltrazioni. Soluzione per l’aria internamente?
L’aria condizionata, ovviamente, a cui tra l’altro gli americani sono abituati.
Noi siamo diversi. Abbiamo bisogno d’aria, luce e sole. Ecco, forse questi forse sono i motivi principali per cui queste barche, bellissime, solcano abbastanza poco, o comunque in misura molti minore rispetto agli oceani, il nostro mediterraneo.
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