Il respiro che sale dal blu: emozioni dal mondo sommerso
È stata una lunga e intensa estate e mai come quest’anno mi sono resa conto di quanto il mare possa entrarti dentro e anche quando vorresti, per un attimo, dire basta, non puoi: c’è un’appartenenza reciproca dalla quale è impossibile distaccarsi.
Ho lasciato il mio amato Golfo, alla Spezia, per un’esperienza lavorativa in un altro meraviglioso sito subacqueo della Liguria: l’area Marina Protetta di Portofino, altro mare, altre profondità, altre luci e colori, non migliori, diverse.
Ma soprattutto ho conosciuto e vissuto tante persone innamorate del mondo sommerso ed è grazie a questi rapporti e ritmi lavorativi che mi sono trovata a riflettere ancora di più su quanto sia straordinaria questa disciplina che ti entra dentro e che ti lega a un mondo che diventa difficile raccontare nella sua essenza, puoi solo viverlo e accettare la sua seduzione eterna.
Ci sono numerosi fattori emotivi di tipo inconscio alla base di questa chiamata: il piacere anestetico di abbandono al mare; il bisogno di trovare nuove cariche emotive che creano un rapporto intimo con se stessi, la natura e la consapevolezza delle proprie possibilità; la capacità di affinare il controllo degli impulsi e di amplificare l’attenzione all’altro.
Si presta quindi maggiore attenzione ai segnali del corpo e alle sensazioni che ci trasmette; imparando ad affidarsi a una comunicazione non verbale codificata, ci si può finalmente allontanare da tutto quel parlare, parlare e ancora parlare, potendo vedersi e rapportarsi per quello che si è veramente e non per ciò che si dice di essere.
Là sotto si possono vedere le persone da un’altra angolazione. A volte nel blu si cerca la solitudine, per ascoltarsi, per vivere tutte le emozioni di un ambiente che rassicura e conforta in assenza di peso, di rumori e luci violente.
In un subacqueo sott’acqua si crea qualcosa di nuovo: un piacevole senso di assenza di gravità, che consente di fluttuare libero, di ruotare in tutti e tre i piani spaziali, l’esposizione a un’intensità di vita nuova. Un mix di emozioni che si mescolano a quello stato di estasi creato dalla consapevolezza che sotto c’è un mondo blu senza fondo.
Ho veramente guardato a lungo dentro quel blu, con i miei occhi, la mia macchina fotografica, attraverso le emozioni e gli stati d’animo delle persone che hanno vissuto con me quelle profondità; avrei ancora tanto da raccontare, a volte è molto faticoso, non è sempre facile, ma io avrò sempre bisogno di respirare l’acqua.