L’estate di San Martino: dove, come e cosa pescare se l’autunno è caldo
Quest’anno abbiamo assistito ad un’interminabile estate che ha avvolto l’Italia da nord a sud, con un’acqua stazionata a 22 gradi e un termoclino assente per mesi. L’aspetto positivo di questo autunno, un po’ ambiguo, è il facile reperimento delle esche.
LA BIZZARRA TROPICALIZZAZIONE
Che il meteo stia cambiando è ormai notizia certa, così come è certo che dovremo abbandonare l’idea di caldissime estati e di gelidi inverni, in favore di un clima più ciclonico e meno anticlonico, con improvvisi tornado, acquazzoni e umidità a valori da record.
Un Mediterraneo che somiglia sempre di più ad un oceano, con acqua “tiepida” anche in autunno e pesci sempre imbrancati in prossimità della costa, specie che approfittano del movimento del fitoplancton nel sottocosta per nutrirsi e prepararsi ad una deposizione delle uova che non si è mai interrotta.
PESCI IN MOVIMENTO
Guardando l’ecoscandaglio ci si rende subito conto di quanto pesce sia in movimento in tutte le fasce d’acqua.
Attraversando la batimetrica dai 15 ai 40 metri d’acqua, è facilissimo imbattersi in branchi di pelagici in caccia nei primi strati sotto la superficie, mentre, più in profondità, i cefalopodi fanno da padroni, andando ad attaccare le totanare appena toccano il fondo.
Sia i calamari che le seppie, infatti, forse a causa della temperatura dell’acqua, sono già in competizione alimentare per l’accoppiamento; ciò determina una fitta presenza di esemplari di ampia taglia e soprattutto ne causa l’aggressività che, con le opportune accortezze, ci consente di catturare esche con molta facilità.
ESCHE NEL BLU
Ma a quale profondità e con quali condizioni andremo in pesca?
La presenza di ricciole di branco, di taglia dai 6/7 etti fino ai 5 kg di peso, ci porta indubbiamente ad evitare le fasce di mezz’acqua. Oltre la questione etica c’è, infatti, da considerare che questi esemplari tendono a mutilare le nostre esche senza metterci in condizione spesso di entrare in pesca.
La pesca a fondo sarà da preferirsi: in questo periodo di fatto sia orate che dentici hanno già iniziato ad accostare e soprattutto la sorpresa di qualche grossa ricciola potrebbe premiarci per le lunghe attese con i piombi al fondo. Gli esemplari di taglia mangiano spesso attaccate al fondo, specie in mancanza di termoclino.
In una valutazione rischi/benefici, bisogna ancora considerare la possibile presenza di tonni, che a causa dell’acqua calda sono ancora in caccia in acque basse.
Trovato quindi lo spot, ed individuati i pesci in caccia, è bene effettuare passaggi ripetuti, poiché a causa della bassa pressione, i pesci possono scatenare i loro attacchi anche per pochissimi minuti nell’arco della giornata, pur restando in attività e sempre staccati dal fondo.
Una volta catturato un esemplare è bene abbandonare lo spot, per evitare di impoverirlo.
PESCI OVERSIZE
In questo bizzarro autunno i pesci non si sono fatti sicuramente desiderare, lasciandoci spesso a bocca aperta per dimensioni e combattimenti.
Dentici veramente oversize sono stati in grado di mettere a dura prova le nostre attrezzature, riuscendo ad avere a volte la meglio anche ai danni di angler d’esperienza.
Le canne per affrontare questa stagione di pesca saranno indubbiamente 12/20 lbs, meglio se anellate ACID per avere una buona riserva di potenza nel caso di incontri con ricciole e tonni.
I mulinelli, rigorosamente con drag da almeno 20 lbs, saranno caricati con trecciati da 50/60 lbs e terminali da 50 Lbs; gli ami 4/0 per il trainante e 6/0 per il ferrante saranno montati su un terminale di fluorocarbon da almeno 65 lbs, avendo cura di mettere uno spezzone di kevlar a protezione dell’amo trainante in battuta sul ferrante.