Esposito Positano 38 Open, molto più di un semplice gozzo: il test
Non chiamatelo semplicemente “gozzo“: l’Esposito Positano 38 Open non è la classica barca col ponte in legno e senza cabina, che va ad una velocità media di 5-6 nodi. E’ molto di più. Scopriamolo insieme.
Carena a V profonda che garantisce la massima stabilità e manovrabilità, due motori Volvo Penta da 300 cavalli con trasmissione a linea d’asse e tutta l’eleganza della lavorazione artigianale del legno a cui ci ha abituato il cantiere partenopeo.
Una barca elegante che ha suscitato molta curiosità, già ad iniziare dal nome esposto sulla poppa della prima imbarcazione venduta: Santiago. Questo nome, infatti, è del figlio di Belén Rodríguez e Stefano De Martino, il quale ha commissionato l’imbarcazione al cantiere.
Il tour della barca inizia dall’enorme plancetta, dalla quale saliamo a bordo. Da qui, lungo le fiancate, partono due corridoi tramite i quali raggiungiamo il pozzetto.
Questa zona ha un prendisole poppiero a forma di semiluna, confinante con una dinette dotata di tavolo regolabile in altezza ed espandibile.
Sul lato di dritta troviamo una struttura in vetroresina dedicata alla cucina, composta da un piano cottura a induzione, un lavello e un piano d’appoggio piuttosto grande, con il frigorifero in basso.
Alle spalle della dinette c’è la seduta di guida, spostata sul lato sinistro e formata da uno schienale fisso ed una seduta reclinabile, che accoglie due persone.
La plancia offre tutto il necessario per un’agevole navigazione.
Frontalmente abbiamo i quadranti analogici, disposti in modo speculare, che forniscono le informazioni principali sui motori: giri, temperatura dell’acqua, pressione dell’olio e livello di carburante. Poco più basso, in piano, c’è il display multifunzione di Garmin con i pulsanti on/off ai lati. Completano la plancia i controller dei flap e dell’elica di prua, il VHF, lo stereo e le manette elettroniche, spostate sulla destra.
Lungo il profilo della barca è sempre presente una battagliola che si alza a partire da metà scafo e che ci offre una salda presa mentre passiamo a prua, agevolati dal larghissimo passavanti.
L’area prodiera è equipaggiata con un prendisole, installato al di sopra della cabina, che accoglie due persone. Il verricello è ricavato all’interno della coperta, rivestita in teak massello.
Entriamo in cabina sollevando il tambuccio e aprendo la porta alla destra della consolle.
Tramite alcuni gradini che ci obbligano a fare molta attenzione (sono gradini “a piede unico”), accediamo alla zona letto primaria con il classico letto matrimoniale posto a prua. Alla nostra destra si trova la ghiacciaia con freezer a cassetto. Il bagno, in una cabina separata sulla sinistra, è allestito con doccia integrata, wc e lavandino ed ha un’altezza superiore ai 170 cm.
Gli interni sono luminosi, grazie alle vetrate laterali che offrono anche la vista mare, mentre l’areazione è assicurata dagli oblò laterali e dal passo d’uomo. La cabina ospiti, composta da due letti gemelli, è situata verso poppa, al di sotto del piano di coperta. Una tenda divide i due ambienti.
Mettiamo in moto i due motori Volvo Penta da 300 cavalli con trasmissione a linea d’asse e usciamo per il test. A bordo siamo in 3 persone con i serbatoi carburante al 50% (su un totale di 600 litri) e il serbatoio dell’acqua al 75% (su un massimo di 200 litri).
Piccola nota, ma di grande importanza: le eliche non sono quelle previste per questa imbarcazione, poiché a causa di un guasto sono state sostituite con due temporanee, che hanno permesso alla barca di essere presente al Navigare al Circolo Posillipo di Napoli.
Usciamo silenziosamente dal porto a 3,9 nodi con un consumo di 2,2 litri/ora.
Ho sempre preferito la trasmissione a linea d’asse poiché, bilanciando le manette, è possibile far ruotare la barca con molta più semplicità, semplicità che in questo caso è ancora maggiore grazie alla presenza dell’elica di prua. Le vibrazioni sono ridotte al minimo e appena ho più spazio d’acqua spingo la manetta, portandomi in planata minima a 2000 giri ad una velocità di 9,7 nodi, con un consumo di 31 litri/ora.
Appena 500 giri in su e siamo in piena planata, con una velocità che aumenta di 6 nodi, arrivando a 16, e con un rapporto consumo/velocità di 3,43 litri/miglia. Raggiungiamo l’efficienza massima, e quindi la velocità di crociera, a 3000 giri, con i flap abbassati del 10% procedendo a 21,5 nodi e consumando 71 litri/ora. Il consumo si traduce di fatto in 3,30 litri per ogni miglio, che è un dato ottimo se consideriamo la tipologia di barca. Affondiamo la manetta al massimo: 3500 giri, 28 nodi e 110 litri/ora. Il cantiere ci dichiara che con le eliche originali il Positano 38 Open tocca i 3600 giri e i 30 nodi, massimizzando le prestazioni.
Mi riporto alla velocità di crociera e faccio qualche test di tenuta, sfruttando le onde generate dalle barche testate al Navigare. Il risultato è decisamente positivo: la barca ha una buona stabilità nell’impatto e grazie alla forma dello scafo non sale acqua a bordo. Anche la tenuta in virata è sufficiente, poiché sebbene la tipologia di barca (non abbiamo due fuoribordo con una carena sportiva) richieda un raggio più ampio l’inclinazione non è eccessiva e ci consente di godere al massimo degli spazi di bordo.
Ultimo test prima di rientrare in porto: l’accelerazione da fermo. Planata raggiunta in 6,7 secondi: con questo dato, il Positano 38 Open si conferma nella media per questo segmento del settore.
Consiglio la barca ad una famiglia di 2/4 persone, che vuole vivere il mare in stile classico. La coperta in teak, gli ampi spazi esterni e l’enorme plancetta sono solo alcune delle qualità offerte dal Positano 38 Open che mi hanno convinto.
Scheda tecnica Esposito Positano 38 Open
Lunghezza f.t. 11,50 m
Lunghezza scafo 9,99 m
Larghezza massima 3,85 m
Pescaggio 0,70 m
Peso 8.000 kg
Portata persone 12/16
Posti letto 4+2
Capacità serbatoio carburante 600 l
Capacità serbatoio acque 180 l
Categoria omologazione CE B
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