Franchini Mia 63
Per Massimo Franchini non si tratta di un debutto nel mondo delle barche a motore, dopo 74 anni durante i quali il suo Cantiere, originariamente fondato dal padre, ha realizzato oltre 310 esemplari di yacht a vela. C’erano stati infatti, negli anni 2000, Emozione 55 ed Emozione 74, imbarcazioni a motore con linee classiche ispirate in parte alle aragostiere e costruite (in 35 esemplari) con tutte le capacità e l’esperienza maturata dal 1946.
Oggi però siamo di fronte a qualcosa di diverso. Franchini Mia 63, infatti, nasce da un assetto societario tutto nuovo, con l’architetto Massimo Franchini che ha trovato nel gruppo Cecconi un investitore pronto a credere in questo suo progetto. La barca è interamente costruita nelle Marche.
Mia 63 è uno yacht sui generis, open ma con linee peculiari, vivibile all’esterno ma con grandi spazi sottocoperta. L’abbiamo provata nel porto antico di Ancona, a pochi metri dall’Arco di Traiano e dalle antiche mura della città marchigiana.
Le linee
Da fuori lo yacht colpisce per la linea della prua, non solo verticale ma con un disegno particolare che, seppure arrotondato, la rende molto imponente e aggressiva. L’ancora è completamente nascosta sotto un portello a movimentazione elettrica: aprendolo, un braccio si protende in avanti e ribalta la stessa ancora verso l’acqua.
La fiancata, che spicca per la precisione di stampaggio della vetroresina (in infusione sottovuoto), è slanciata ma soprattutto pulita, fin troppo: e infatti il nostro esemplare, fresco di varo, deve ancora montare i tientibene laterali che aggiungono sicurezza ai larghi camminamenti.
A poppa e a prua
Saliamo da poppa. La plancetta è a movimentazione idraulica, per agevolare alaggio e varo del tender che sta nel garage (si può stivare un dinghy fino a 3.50 m). Due scalinate laterali portano nel pozzetto affiancando il prendisole, a sua volta sopraelevato. Manca ancora, ma è prevista, la lunga passerella telescopica di Besenzoni, che si estende addirittura per 3 metri e mezzo.
Al centro del pozzetto, un imponente tavolo in teak scurito è supportato dalla base in acciaio che, come la maggior parte dei dettagli metallici di bordo, è stato progettato personalmente da Massimo Franchini. Il grande divano sui tre lati è protetto dal top fisso, dotato di un tendalino ampio e robusto che si estende elettricamente.
Questa versione è con T-top aperto, ma a scelta si potrà optare per una completamente open, per una chiusa sui tre lati, e addirittura per una che al di sopra dell’hard top presenta un piccolo ponte sole, denominata giustamente Sport Fly.
A prua del divano si trova il mobile cucina, anch’esso rivestito in teak scurito. Si tratta di una struttura molto larga, composta da cinque elementi modulari in cui si possono inserire frigoriferi, ice maker, cantinetta e tutto quanto l’armatore voglia avere in coperta. Perché anche per il layout ci sono diverse scelte, con una che prevede la cucina vera e propria sottocoperta a sottrarre spazio alle cabine e liberare in parte il ponte principale.
Il layout
Lo spazio di prua infine è dominato dal prendisole, veramente grande, che presto sarà dotato di tendalino a scomparsa. Sottocoperta si scende con tre comodi gradini. La progettazione è dell’architetto Marco Veglia, e ci sono, come detto, diverse possibilità di layout. In questo primo esemplare, l’armatoriale domina il ponte: oltre alla larghezza a tutto baglio, che permette di avere un mobile con specchiera e vanity di fronte al matrimoniale, c’è spazio per una sorta di armadio walk-in che lascia comunque passare la luce delle finestrature laterali.
Ma non è tutto: un’ulteriore area davanti all’ingresso è dotata di divano e costituisce quasi un salottino a parte. Ovviamente il bagno è privato, ed è forse lo spazio più ridotto se comparato al resto. I rivestimenti sono in noce canaletto con inserti peculiari, realizzati da un’altra azienda del gruppo Cecconi: normalmente sembrano in sintetico chiaro, ma una volta retroilluminati rivelano una trama a esagoni e/o triangoli.
La cabina VIP è a prua, mentre sulla murata destra c’è quella degli ospiti, con due letti sovrapposti a L. Fa piacere notare che ci sono tre bagni, con il terzo che presenta una seconda porta sul disimpegno per servire anche da day toilet. Altri due dati interessanti: i tessuti degli interni sono ovunque di Rubelli, mentre le altezze spaziano da 205 a 220 cm. A richiesta, a dritta della sala macchine si può ricavare la cabina marinaio con bagno.
La prova
Ci mettiamo alla timoneria, sulle belle sedute (anche queste progettate da Franchini) con davanti la grande plancia. Invece che uno schermo da 19″ come quello che abbiamo, la scelta preferibile sarà per due da 16″, in modo da avere sempre sotto controllo più parametri. Ciò che abbiamo sotto controllo è la maneggevolezza: la visibilità è buona in tutte le direzioni, e i comandi sono ergonomici. A basse velocità in uscita dal porto gli spruzzi raggiungono la coperta, ma non sono queste le andature in crociera.
Accelerando la risposta dei motori è sempre pronta, come ci si aspetta dai Volvo Penta con IPS. Stesso discorso vale per il feedback del timone, per lo stesso motivo. Ci ha in effetti colpito, come accennato sulla carta dal Cantiere, la stabilità del Mia 63 alle diverse andature. Sappiamo che in sentina c’è l’alloggiamento per installare uno stabilizzatore Seakeeper o Quick, ma visto il comportamento neutro in termini di beccheggio non ci sembra assolutamente necessario, con risparmio di peso e costi.
Con i motori da 725 cv e le eliche P2 (Duoprop controrotanti da 3 e 4 pale) abbiamo superato i 28 nodi, toccando anche i 29, mentre la prima scelta da parte di Volvo prevedeva eliche P1 che non davano tutti i giri e portavano a 27 nodi. Buona l’intuizione del Cantiere di cambiarle. L’aspetto più piacevole è osservare, dai rilevamenti, come le percorrenze siano lineari lungo tutto l’arco di velocità e regimi: segno di una carena ben progettata, che non ha “salti” nell’attrito con l’acqua. Purtroppo, per un inconveniente tecnico a un pescante del gasolio, non siamo riusciti a cronometrare l’accelerazione, ma, posto che non è la priorità su questo tipo di yacht, si può contare sempre sulla pronta risposta dei Volvo Penta e sull’efficienza degli IPS con Duoprop.
Questa in ogni caso è la scelta più piccola, sono infatti ordinabili altri powerstep fino a quelli più grandi, gli IPS 1350 con 2×1000 cavalli, che dovrebbero spingere il Mia 63 fino a 35 nodi. Sempre sul fronte tecnico, rileva non tanto il generatore da 8,5 Kw, ma il pacco batterie da 1200 Ampere/ora, e addirittura la possibilità di avere due generatori da 8,5 e batterie da 1800, per una riserva di corrente da utilizzare quando si vuole (o si deve) emettere pochi fumi e poco rumore.
Il prezzo di Franchini Mia 63 parte da € 1.950.000 più Iva, per arrivare a circa € 2.350.000 per la versione Sport Fly. L’esemplare che abbiamo provato, con T-top, cucina all’esterno, tre cabine e cabina marinaio, si ferma a 2.150.000 euro.
SCHEDA TECNICA
Lunghezza f.t. 19,20 m
Lunghezza scafo 18,20 m
Larghezza 5,24 m
Immersione 1,40 m
Dislocamento 26.000 kg
Dislocamento a pieno carico 31.200 Kg
Motorizzazione 2 x Volvo IPS 950
2 x 525 kW / 725 CV
Capacità serbatoio carburante 3.000 l
Capacità serbatoio acqua 1.000 l
Categoria omologazione CE B
Prezzo a partire da € 1.950.000,00 + Iva
CANTIERE NAVALE FRANCHINI
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