Drifting al tonno rosso: nozioni base
SeaQuake nella sfida con i giganti rossi
Leggerezza, affidabilità, potenza, sono queste le parole chiave che hanno dato luce al progetto SeaQuake. Molti appassionati di pesca sportiva hanno provato il propagarsi dell’adrenalina nel corpo combattendo la preda più ambita: il tonno rosso. Dopo la prima cattura molti di questi, forti di esperienza e strumentazione, si sono cimentati nella ricerca di un tonno sempre più grande. Il Big Game richiede concentrazione, tecnica e tensione, perché coinvolge il pescatore a 360 gradi in un duello dinamico sia mentale che fisico.
Ecco alcuni consigli pratici per avvicinarsi a questo grande gioco.
DOVE CERCARLO
Gli spot in cui provare a praticare il drifting al tonno rosso variano in modo rilevante in base alle caratteristiche della costa e alla morfologia e profondità dei fondali. In particolare sono legati alle zone con una massiccia concentrazione di pesci foraggio. Una volta individuata l’area è bene sapere che i tonni, anno dopo anno, ripercorreranno quasi sempre le stesse rotte e frequenteranno le stesse zone. Vi ricordiamo che ogni anno, nel periodo che va dal 16 giugno al 14 ottobre, si aprono le quote per la pesca al tonno rosso.
L’IMBARCAZIONE
Scafo veloce, buona tenuta di mare e spazio sufficiente a gestire l’azione di pesca. Queste tre caratteristiche, ben combinate tra loro, identificano la vera imbarcazione adatta per quest’azione di pesca. E’ importante avere un buon numero di portacanne, disposte su entrambe le murate in modo da poter passare le canne da una murata all’altra, nel caso in cui cambiano venti e correnti.
Ottimi quelli di ultima fattura, girevoli con inclinazioni regolabili, ma anche un buon rocket andrebbe benissimo per avere le canne vicine tra loro e soprattutto a portata di mano.
E’ indubbiamente di fondamentale importanza l’utilizzo di un buon ecoscandaglio, in grado di darci la percezione di quello che accade sotto la nostra imbarcazione, per individuare a che profondità stazionano i pesci, ma anche quando risalgono la nostra scia di pasturazione.
LE ATTREZZATURE
Una, due, quattro canne: saranno la praticità e l’esperienza dell’angler a dettare il numero perfetto di canne da tenere in pesca, anche in base alle condizioni meteo marine. Canne entro le 50 lb con rispettivi mulinelli e fili proporzionati, andranno più che bene per fronteggiare i pesci che attualmente ci sono nel Mediterraneo. Parlando di terminali, consiglio gli spessori che vanno da uno 0.62 fino 0.81 nella stragrande maggioranza dei casi.
Sia per canne anellate a spirale che per carrucolate, il terminale viene legato al trecciato o al nylon in bobina, a seconda dei casi, tramite il knotter permettendo una legatura “coco-connection” senza perdita di carichi, non a caso non sussistono nodi di giunzione tra le parti. Per quanto riguarda gli ami, sicuramente la scelta migliore è quella di utilizzare ami circle autoferranti del 6/0 in su, equipaggiati con girella.
Questo tipo di amo ci viene incontro anche nel caso in cui vogliamo o dobbiamo rilasciare il pesce senza ledere zone anatomiche vitali.
Non dovrà mancare una buona ed ergonomica cintura da combattimento, che facilita la gestione del pesce in canna senza sforzare troppo la muscolatura della schiena bensì e sfrutta la flessione delle gambe per pompare e forzare il tonno. Nel caso si voglia trattenere un pesce, l’utilizzo di un robusto raffio è fondamentale per poter issare il pesce a bordo.
ANCORATI O IN DERIVA
Sicuramente il pescare all’ancora o in deriva sono due cose soggettive e non per forza una delle due tecniche è migliore dell’altra.
Per la pesca in deriva la soluzione migliore è quella di utilizzare un vero e proprio paracadute che funge da ancora galleggiante. Grazie al pescaggio elevato di acqua, questo si posiziona in direzione della corrente superficiale riuscendo a trainare l’imbarcazione. In questo modo anche sulla pasturazione siamo avvantaggiati proprio perché l’intero sistema pescante si muove a favore di corrente e le lenze si troveranno perfettamente nella scia di pastura.
LA PASTURAZIONE
La pasturazione deve essere continua e costante, ma senza eccedere con il quantitativo di sarde gettate in acqua. Deve essere un richiamo con il compito di intercettare i pesci anche ad alcune miglia di distanza. In questo frangente la corrente gioca un ruolo fondamentale, cioè funge da autostrada per i nostri tocchetti di sarde. Un piccolo ma importante accorgimento è quello di creare i tocchetti di sarde della grandezza giusta in base alla velocità della corrente. Nel caso in cui la corrente sia sostenuta, andranno bene tocchetti grossi e più pesanti o anche sarde intere, in modo tale che il loro peso riesca ugualmente a farli affondare.