Uno spinning ultralight
Con l’arrivo della bella stagione e lo svernare dei grossi tonni per l’accoppiamento, le mangianze di superficie si popolano di altri tunnidi, alletterati e tombarelli, cugini dei grossi pelagici, combattivi e molto divertenti se insidiati in ultralight tackle.
UNA PESCA ESTIVA
Il caldo impazza, le temperature raggiungono i 23-25 gradi, l’acqua inizia a scaldarsi: sono queste le condizioni ideali per imbattersi nei fitti branchi di piccoli pelagici che in questa fase di stagione imperversano nelle nostre acque. Di fatto le mangianze sono identiche a quelle generate dai grossi tonni, ma con la partenza di quest’ultimi, a fare capolino sono alletterati e tombarelli, pesci che generalmente rimangono in sordina poiché a loro volta predati dagli stessi tonni. La loro presenza è sempre segnalata fuori dall’acqua con salti ed evoluzioni, le mangianze si fanno notare con scorribande a galla.
UNO SPINNING LEGGERO
Parlare di spinning leggero off-shore può sembrare un controsenso, ma è proprio questa tecnica che ci garantirà il maggior numero di catture e di soddisfazioni. Questi pelagici, infatti, sono difficilmente insidiabili a traina in questo periodo: è per la velocità con cui i branchi si affondano e perché amano mangiare in mezzo alla confusione delle sardine ed alici impazzite. Analizzando la tecnica, la parte fondamentale saranno le esche, prevalentemente piccoli siliconici e piccoli metal jig. I metal jig affonderanno nel mucchio garantendo sempre ottimi risultati, i siliconici invece andranno usati quando la taglia delle prede inizia a farsi notevoli, ma in entrambi i casi sarà fondamentale riuscire a lanciare “tra i pesci”, operazione non semplicissima con artificiali che pesano generalmente tra i 20 ed i 30 grammi. Importante dotare le esche di monoami, in modo da poter rilasciare il pescato in esubero, meglio ancora se barb-less ovvero senza ardiglione, al fine di ledere ancor meno i pesci catturati.
STRIKE!
Una mangianza è a prua della nostra barca, le canne sono armate e ci dirigiamo veloci sopra alla corrente a bordo dei pesci in frenesia alimentare. Appena la barca è in abbrivio, tre canne fendono l’aria e gli artificiali volano nel mucchio, strike: una, due addirittura tre canne sono al lavoro con altrettanti pesci. Questa situazione apparentemente surreale è in realtà l’analisi di quello che può accadere con una corretta azione di pesca a spinning leggero. La probabilità di doppio e triplo strike, infatti, è sempre alta, in quanto alletterati e tombarelli cacciano in branco e raramente si isolano per inseguire una preda da soli. In caso di allamate multiple, è bene sapere che dopo la prima fuga generalmente entrambe le specie si lasciano avvicinare alla barca con facilità, tentando poi di liberarsi appena vista l’imbarcazione e mettendo così a rischio l’esito della cattura ed in difficoltà anche gli angler più esperti.
ATTREZZATURE LEGGERE
Trattandosi di pesca leggera, le canne ed i mulinelli, così come gli artificiali, andranno scelti con cura. Per le canne ci orienteremo su modelli da spinning iperparabolici con azione 20-40 gr. o 30-60 gr. Nelle misure da 2.40/2.70 con potenza da 4 -6 lbs. I mulinelli saranno taglia 4000 imbobinati con dynema dell 1.0 ed uno shock leader di nylon dello 0.30 al termine del quale legheremo uno snap che ci consentirà di cambiare velocemente gli artificiali. Per gli artificiali utilizzeremo metal jig molto piccoli al limite delle grammature consentite dalla nostra canna, avendo cura di modificare sempre l’artificiale rimuovendo l’ancoretta ed inserendo un mono amo. Nel caso in cui utilizzassimo dei siliconici, sarà opportuno verificare la tenuta dell’amo, poiché generalmente i prodotti in commercio non hanno tenuta sufficiente, prima di incappare in spiacevoli slamature, è buona norma rimuovere l’amo di “serie” e provvedere ad un assist artigianale bloccato con il filo elastico sull’esca.