Tecnica bolentino di profondità
La voglia di scoprire nuovi spot unita alla ricerca di prede sempre più particolari ci spinge spesso a pescare con la tecnica del bolentino di profondità.
Alcuni pensano che “più pesco in profondità e più avrò possibilità di pescare pesci grandi” niente di più sbagliato. E’ pur vero, però, che in profondità avrò la possibilità di pescare prede che solitamente in acque medio basse non posso catturare, ma essendo il profondo blu sempre un luogo eternamente misterioso, non è escluso che si possa fare anche qualche cattura esagerata.
Negli spot che frequento si trovano molti occhioni, spesso di taglia inferiore alla minima consentita, ma in alcuni periodi dell’anno si riescono a catturare di taglia davvero interessante. Parlo proprio del periodo primaverile, quel momento in cui, anche negli abissi, tutto rinasce e tutto si mescola per dar vita ad una nuova stagione di pesca.
Il bolentino di profondità è una tecnica che mi ha sempre affascinato anche se, come alcuni sostengono, non si possa considerare sportiva al 100% in quanto gran parte del lavoro lo fa il mulinello elettrico. Io però, dopo svariate esperienze sul campo, sono arrivato alla conclusione che il mulinello elettrico sia solo l’ultima parte di un intenso lavoro di ricerca che deve essere fatto proprio dal pescatore.

Parlo soprattutto della parte spot dove trovare i pesci. Una volta si pensava che calando una lenza in un qualsiasi posto profondo si potessero fare grandi catture ma poco dopo si capì che non era un pensiero corretto.

In primis, se non abbiamo la fortuna di avere qualche amico che ci passa le coordinate di un “punto buono” dovremo studiare attentamente le carte nautiche per poi confrontarci con la ormai famosa e irrinunciabile carta da pesca SONAR CHART di Navionics che permetterà, attraverso il suo elevato dettaglio, di scovare fosse e salti batimetrici importanti, notoriamente interessanti per praticare il bolentino di profondità.
Ma una volta intercettata una zona di pesca dovremo sondarla quasi palmo a palmo per capire, anche in base alla corrente presente, se e dove stazionano i pesci. Questo vuol dire investire anche diverse giornate di pesca per riuscire a mappare, con cura, una zona dichiarata vergine.
Se avremo la fortuna di trovare lo spot ideale non sarà difficile fare catture a ripetizione e, in questo caso, dovrà venire fuori tutta la nostra sportività nel rilasciare, quando possibile, tutte le prede di piccola taglia o comunque sotto misura, perché è pur vero che per organizzare e raggiungere uno spot da bolentino di profondità l’investimento in esche e carburante è significativo, ma questo non può far pensare che, per recuperare, posso trattenere qualsiasi cosa si allami alla lenza.
Nella ricerca poi, la differenza la fa anche l’esperienza, nel senso che tutto dovrà essere tarato in base alle condizioni che troveremo sullo spot. Alcune volte, complice l’inesperienza, mi sono trovato ad affrontare situazioni di forte corrente con attrezzature troppo leggere e quindi canne “impiccate” con piombature al limite che non riuscivano a far percepire le mangiate, nonostante il lavoro egregio del multi fibra caricato in bobina.

Oltre a tutto questo poi c’è il fattore montature ed esche che, se non preparate alla perfezione, i grovigli saranno assicurati così come la perdita delle esche prima di raggiungere il fondo perché, per fare 400 o 500 metri la discesa può durare anche diversi minuti. Ecco perché penso che il lavoro del mulinello elettrico sia l’ultima parte di una catena che dovrà sempre essere rispettata per avere buone probabilità di fare ottimi carnieri con questa tecnica.
La parte ancoraggio è sempre stata davvero difficile da eseguire e spesso faceva desistere molti dal farlo, costringendo quindi un membro dell’equipaggio a rimanere al timone per tentare di mantenere la posizione sfruttando il motore. Ma con l’avvento dei motori elettrici di prua con funzione ancoraggio elettronico ormai praticamente ogni pescatore potrà pensare di organizzare una battuta di pesca a bolentino di profondità. La prerogativa però sarà sempre la sicurezza e il mantenimento della distanza massima raggiungibile dalla propria imbarcazione.
Proprio durante la pescata che ha portato alla stesura di questo articolo ci siamo ritrovati, da un momento all’altro, a passare da una fantastica e limpida giornata a un nebbione (o Caligo) che a confronto le nebbie della Pianura Padana degli anni 80 erano una leggera foschia.
In quel preciso momento puoi fare due cose: recuperare le canne in tutta fretta e correre verso il porto (sempre che tu sia dalla direzione opposta alla nebbia in avanzamento) oppure mettere in atto le conoscenze marinaresche che, in quel momento, ti serviranno tutte, nessuna esclusa.

ELETTRONICA DI BORDO NEL BOLENTINO DI PROFONDITA’
L’elettronica di bordo, in questa tecnica, gioca un ruolo determinante per la buona riuscita della battuta di pesca perché, o sappiamo perfettamente che quello spot è pieno di pesce oppure, una volta arrivati, dovremo cercarli e per questo, se non avremo uno strumento in grado di funzionare bene a profondità elevate, ci farà perdere parecchio tempo. L’ecoscandaglio dovrà avere la potenza necessaria a sfruttare almeno un trasduttore, di poppa o passante, da almeno 1 kilowatt di potenza. Questo permetterà al display, se ben settato, di battere il fondo e di scorgere eventuali banchi di pesce che stazionano nei pressi del fondo. Una volta trovati, salviamo un waypoint sul punto e, se la corrente sarà presente, rimontiamola di qualche decina di metri in modo da poter calare le lenze esattamente sui pesci.
Se avremo fatto tutti i passaggi nel modo giusto, una volta calata la montatura sul fondo, dovremo vedere le prime mangiate in una manciata di secondi.
La montatura dovrà essere scelta e calibrata in base ai pesci che penseremo di insidiare e quindi, terminali intorno allo 0,50/0,70 se ci dedicheremo agli occhioni oppure anche 0,90 ed oltre se intendiamo provare a catturare grossi gronghi, naselli, sciabola o cernie di fondale.
Il consiglio, pescando solitamente su fondali di madrepora, è quello di predisporre uno spezzone di nylon di diametro inferiore di almeno un metro sotto la montatura in modo che, se il piombo dovesse incagliarsi tra i rami dei coralli di profondità, perderemo solo quello e non tutta la montatura.
Canne e mulinelli ormai hanno raggiunto uno standard qualitativo molto elevato e quasi tutte le case propongono fusti da dedicare a questa tecnica. Diverso è il discorso dei mulinelli elettrici, questi andranno acquistati in base alla profondità operativa di pesca e alla piombatura che vorremo utilizzare. Andare a sforzare un mulinello dedicato a pescate meno profonde su fondali impegnativi con piombature anche di un chilogrammo porterà presto alla rottura del mulinello vanificando la giornata di pesca.

PESCATA IN COMPAGNIA
Essendo una tecnica che spesso prevede lunghi spostamenti è preferibile non praticarla in solitaria, non solo per la sicurezza in se ma anche e soprattutto per avere uno o più amici con cui condividere una giornata di sano divertimento e, se poi siete fortunati come il sottoscritto, avere un amico come il mitico Maurice che cucina a meraviglia sarà un valore aggiunto da non sottovalutare per avere sempre la pancia piena con i piatti tipici della cucina mediterranea.