La pesca alle seppie cambia con il clima
Il cambiamento climatico, ormai evidente per tutti, non modifica le abitudini di alcune specie, i cui ritmi biologici sono influenzati dalla riproduzione e dalla loro vita lunga un solo anno. Grazie a ciò rimangono vive le speranze degli appassionati di pesca alle seppie in autunno e in inverno.
SCENARIO COMPROMESSO
Il freddo arriva a fatica e le temperature sono ancora miti, per questo lo scenario con cui ci confrontiamo è estremamente atipico.
Generalmente, la pesca alle seppie si pratica con temperature dell’acqua basse e nell’immediato sotto costa, con batimetriche che da sempre spaziano tra i 9 ed i 20 metri.
La posizione dell’anticiclone non ha favorito ancora l’arrivo dei venti freddi. Soprattutto una corrente dominante verso nord ovest e il vento di scirocco hanno fatto sì che le uova di seppia schiuse abbiano preso il largo verso fondali diversi da quelli abituali.
Sicuramente la ricerca si è complicata, ma l’impossibilità di utilizzare alcuni attrezzi da posta ha determinato un incremento dello stock. Di conseguenza sono aumentate le possibilità di cattura per tutti gli appassionati.
La situazione, già evidente alla fine di agosto, quando il caldo imperversava per l’Italia, ha fatto sì che i primi pescatori provassero a “quote tipiche” rimanendo a bocca asciutta e lasciando presagire una stagione disastrosa.
Come è noto, in questo periodo in molti sono alla ricerca spasmodica di questi cefalopodi, noti per la bontà delle loro carni, con tante tecniche diverse: dalla pesca a traina con il vivo, fino all’eging, anche da terra. Da un lato l’eging da terra a seppie non ha dato immediati risultati, per via della situazione meteo, dall’altro la nascita dell’eging dalla barca ha fatto sviluppare due diverse tipologie di pesca.
LA SCELTA COMPLESSA
Dovendo riadattarsi completamente, ci si trova di fronte a nuove scelte.
Le canne da casting con mulinelli a bobina rotante, ritenute per molto tempo il must, hanno lasciato obbligatoriamente il posto a lunghe canne da spinning, con mulinelli a bobina fissa taglia 3000 e trecciati ultra sottili (0.06/ 0.08), uniti a lunghi shock leader di fluorocarbon (0.22/0.24).
Questa scelta consente di effettuare la pesca alle seppie in due diverse modalità.
La prima è l’Eging dalla barca. Con artificiale diretto, montato sullo shock leader, si lancia e si lascia affondare l’esca, fino a farle toccare il fondo. A questo punto, si iniziano lente jerkate e recuperi, attirando i predatori con l’esca. Questa pesca praticabile solo su praterie di Posidonia e fango.
La seconda è la pesca a fondo dalla barca. Con piombi leggeri – tra i 30 e i 70 gr. – si lascia affondare l’esca, legata con un lungo bracciolo su un minitrave da surf casting. A questo punto, si esplorano in scarroccio ampie zone.
Appena si raggiungono anfratti e aree con scogli, si recupera l’esca per non farla incagliare.
Queste due tipologie di pesca possono essere praticate dall’alba al tramonto e danno la possibilità, con una sola versatile attrezzatura, di esplorare ampie zone di mare alla ricerca dei cefalopodi che, trovati, non tarderanno ad aggredire i malcapitati EGI.
STRUMENTI ELETTRONICI PER UNA PESCA MIRATA
L’uso della strumentazione elettronica diventa complementare alla riuscita della pescata.
All’inizio la scelta del posto passerà per la ricerca di fango e Posidonia sul cartografico. Raggiunta la postazione di “prova”, l’utilizzo immediato della funzione TRACCIA – per segnare il cammino e lo scarroccio della barca – sarà determinante. Inoltre, ci permetterà di ripercorrere la stessa traiettoria in caso di allamata.
L’ecoscandaglio avrà due funzioni: individuare le aree prive di scogliere adatte alla pesca di seppie ed evidenziare eventuali movimenti di branchi di pesce a fondo. I cefalopodi, infatti, cacciano spesso intorno ai branchi di sugarelli o sgombri, che, una volta individuati, renderanno facile trovare anche le seppie.
Utilizzando la frequenza LF e il cono largo, dovremo cercare scogli e reti o palangari intorno alla barca, al fine di prevenire la perdita del complesso pescante ad ogni passaggio.
Un ulteriore ed indispensabile elemento sarà il motore elettrico.
Poiché non peschiamo più nell’immediato sottocosta, avere la possibilità di rallentare lo scarroccio, di deciderne il verso e di fermarci in caso di allamata farà la differenza.
RIFLESSIONI PER UNA PESCA SOSTENIBILE
Seppie e calamari hanno un ciclo vitale breve, di un solo anno.
Ciò non significa dover necessariamente pescare tutto il pescabile. Questi meravigliosi abitanti del fondale hanno la capacità di farsi ricrescere un arto se lo perdono, oltre che di mimetizzarsi al meglio per difendere sé stessi e i propri nidi.
Il periodo della riproduzione, dopo il quale diventano sterili e tendono a lasciarsi morire, si attesta tra febbraio e marzo. Permettere ad una quantità sufficiente di esemplari di completare il ciclo riproduttivo è d’obbligo, al fine di consentire il ripopolamento delle zone e di garantirci anni di pesca e divertimento.
Per questo, come di consueto, vi invitiamo a rilasciare le prede sottomisura e a evitare attività di pesca irrazionali ed eccessive.
Rispettiamo l’ecosistema e ricordiamoci che in questa pesca il nostro avversario può difendersi solo non lasciandosi sedurre dai nostri artificiali.