Mamete Prevostini: il Nebbiolo delle Alpi
Una terra costellata da terrazzamenti, lungo i pendii delle Alpi Retiche: è nel cuore della Valtellina che Mamete Prevostini cura le sue vigne, coniugando sapientemente tradizione e innovazione. Il risultato è il Nebbiolo delle Alpi, un vino che interpreta il suo territorio con carattere, finezza e struttura.
LE ORIGINI
È il 1928. I nonni di Mamete Prevostini aprono quello che oggi definiremmo un agriturismo: coltivano l’orto, lavorano salumi e formaggi, soprattutto producono vino, grazie a un vero e proprio frigorifero naturale. È il crotto, una cavità naturale che sorge tra la roccia, dove la temperatura e l’umidità rimangono costanti tutto l’anno grazie al Sorèl, un vento che spira dal sottosuolo.
Sono molte le persone che, dirette in Svizzera, passano per la Valchiavenna e si fermano all’ombra degli alberi ad assaporare i prodotti stagionati nel crotto. Nasce così il ristorante di famiglia, dove prende vita la vera passione di Mamete Prevostini.
“Io sono cresciuto ammirando mio padre che ripeteva le gestualità del nonno e mi chiedeva di aiutarlo. Tra i ricordi olfattivi dell’infanzia quello che non mi ha mai abbandonato è il profumo del mosto che riempiva l’aria nei mesi autunnali” racconta.
L’INTUIZIONE DI MAMETE
Concreto e determinato, Mamete frequenta a Conegliano la scuola di Enologia, dove impara a padroneggiare l’arte della vinificazione, per portare avanti la tradizione di famiglia. Negli anni Novanta i tempi divengono maturi per un cambio di rotta: devia così dal percorso già tracciato dalla storia e decide di non produrre più vino solo per il ristorante. Nel 1996 acquista la sua prima vigna, Sommarovina, che deve il suo nome al dosso su cui si trova.
La scelta di destinare le bottiglie alla vendita rivela l’intraprendenza di Mamete Prevostini: in quegli anni sono ancora poche le grandi cantine storiche della Valtellina. D’altro canto, è questa la sua vocazione. Divenuto produttore, oggi coltiva in Valtellina 26 ettari di vigneti terrazzati, prevalentemente nelle tre aree della denominazione del Sassella, del Grumello e dell’Inferno. In queste zone si trovano anche i tre cru di Mamete: Sommarovina, San Lorenzo e La Cruus.
La resa dei vigneti è molto bassa, intorno ai 50/60 quintali per ettaro, e la raccolta dell’uva avviene ancora a mano, a volte anche in forte pendenza. È la natura che detta i ritmi del lavoro in vigna, non sono ammesse eccezioni.
LA CANTINA CASACLIMA WINE
Non è dunque un caso che dal 2013, alla cantina storica a Mese in Valchiavenna, si affianca la Cantina CasaClima Wine, a Postalesio, in Valtellina. Affacciata sulle cime delle Alpi Orobie. È progettata nel rispetto dell’ambiente, secondo i criteri di certificazione energetica dell’Agenzia CasaClima: è dotata di pannelli fotovoltaici che coprono circa il 60% del fabbisogno. Inoltre, la qualità dei materiali costruttivi assicura una buona coibentazione, indispensabile per mantenere umidità e temperatura costanti durante la maturazione e la conservazione del vino.
Immersa nei vigneti, è inoltre la prima cantina CasaClima in Lombardia e la terza in Italia.
“Mi piaceva l’idea che i grappoli di Nebbiolo, di cui ci eravamo presi cura quando erano sulla pianta, continuassero la loro evoluzione in un ambiente non troppo contaminato e nella maniera più naturale possibile” spiega Mamete Prevostini.
Se da un lato l’innovazione riveste un ruolo fondamentale, dall’altro il crotto è essenziale ancora oggi: Mamete Prevostini lo definisce il suo caveau, prezioso custode dei suoi ricordi d’infanzia e delle migliori annate dei suoi vini.
LA PRODUZIONE DEI VINI
Tutti i vini sono prodotti con uve di Nebbiolo in purezza, coltivate tra i 300 e i 700 mslm, lungo la fascia altimetrica maggiormente esposta al sole e al vento.
A differenza dei filari di viti tradizionali, orientati da Nord a Sud, la maggior parte dei vigneti Mamete Prevostini sono reimpiantati con una tecnica innovativa e rivolta da Est a Ovest, in linea con i terrazzamenti della Valtellina. In questo modo è possibile svolgere in maniera più efficiente le pratiche agronomiche, come il taglio dell’erba, che avviene con piccoli attrezzi meccanizzati.
“I grandi vini devono saper parlare con le persone, essere fini ed eleganti, ma sapere anche esprimere un territorio” afferma Mamete Prevostini. “I miei vini sono complessi, ma non complicati e in Valtellina ho trovato tutti gli ingredienti per farli: la terra, il clima, il sole e le persone“.
Sono proprio le piogge modeste, l’estate calda e la forte escursione termica tra il giorno e la notte in autunno a conferire al Nebbiolo delle Alpi carattere, struttura e finezza, oltre a enormi potenzialità evolutive.
LA COLLEZIONE MAMETE PREVOSTINI
La collezione Mamete Prevostini comprende quattro famiglie di etichette – Giovani, Classici, Cru e Riserve, Sforzati – per tre vini d’eccezione.
Il Rosso di Valtellina DOC è un vino rosso asciutto con almeno 6 mesi di affinamento. Il Valtellina Superiore DOCG è una delle espressioni più autentiche del territorio. Questo vino ha un periodo minimo di affinamento di 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere. Infine, lo Sforzato di Valtellina DOCG è il primo passito rosso secco italiano a potersi fregiare della DOCG. Il suo periodo minimo di invecchiamento ed affinamento in legno e bottiglia è di 20 mesi.
Completano la linea Mamete Prevostini i Bianchi e Rosati. Tra questi troviamo due piacevoli eccezioni all’impiego esclusivo di uve di Nebbiolo: Opera e il passito Vertemate. Il primo presenta una particolare etichetta che ogni anno raffigura l’opera di un artista locale e nasce da vitigni Chardonnay, Sauvignon, Pinot Bianco e Incrocio Manzoni. Il secondo, invece, è prodotto con uve di Traminer aromatico e Riesling, coltivate nei vigneti di Palazzo Vertemate Franchi, un’affascinante dimora storica del Cinquecento.