Il salto nel blu
È il passo del gigante, quell’attimo prima di toccare la superficie del mare. Maschera sul viso, bombola in spalla e pinne indossate. Siamo lì sulla poppa dell’imbarcazione, pronti, un po’ emozionati e, soprattutto, concentrati per il nostro salto nel blu. Quel balzo meraviglioso che dal mondo terrestre ci trasporta nel mondo sommerso.
Per esplorare e godere di tutta la meraviglia dell’abisso è importante avere consapevolezza delle proprie sensazioni e dei propri limiti. Per questo è necessario un addestramento adeguato fatto di conoscenza e pratica, affinché si creino quegli automatismi che renderanno la nostra immersione sicura e piacevole.
Vi siete mai chiesti cosa succede al nostro corpo nel momento in cui si immerge? Questa è la domanda fondamentale per affrontare il salto nel blu in maniera corretta.
GLI EFFETTI DELLA PRESSIONE IN SUPERFICIE
Della pressione, in subacquea, sentirete parlare moltissimo. È la forza principale attorno alla quale ruotano tutte le leggi di immersione.
Cos’è la pressione?
È la forza esercitata su una superficie e si misura in atmosfere (atm) o bar. Quando ci troviamo sulla terra, probabilmente non ci pensiamo, ma siamo sempre sottoposti alla pressione. Quest’ultima è la pressione atmosferica, definita come la forza della colonna d’aria di 10 km esercitata sulla nostra testa e pari a 1 atm. Quindi, in tutti i nostri comportamenti sulla superficie terrestre siamo sottoposti a 1 ATM di pressione.
GLI EFFETTI DELLA PRESSIONE SOTT’ACQUA
Che succede invece al nostro corpo quando si immerge nel mare?
L’acqua è un fluido più denso dell’aria. Al suo interno saremo sottoposti anche alla pressione idrostatica, cioè la forza della colonna d’acqua di dieci metri in cui siamo immersi, pari a 1 atm di pressione. Quindi, la pressione totale (assoluta, ATA) a cui è sottoposto il nostro corpo in immersione sarà la pressione atmosferica più la pressione idrostatica. Il nostro corpo ha necessariamente bisogno di adattarsi a questo cambiamento di pressione. Nonostante aumenti man mano che si scende in profondità, manifesta i suoi effetti già nei primi metri di discesa.
Questa variazione di pressione interessa gli spazi che contengono aria, come le orecchie, le cavità nasali, il GAV e la maschera.
Gli effetti più significativi si hanno sul sistema circolatorio e respiratorio; quindi, è necessario tenere una serie di comportamenti corretti al fine di non incorrere in danni corporei anche irreversibili. Quando ci troviamo sulla superficie terrestre, in situazione normobarica, le nostre cavità aeree contengono aria alla stessa pressione di quella esterna, quindi il nostro organismo è in perfetto equilibrio.
L’AUMENTO DELLA PRESSIONE
Nel momento in cui scendiamo sott’acqua, i volumi delle nostre cavità si riducono (Legge di Boyle) e, inoltre, ci sono gli effetti dovuti ai gas che respiriamo e che vanno a disciogliersi nel sangue (Legge di Dalton).
Il corpo, per funzionare correttamente, utilizza attivamente l’ossigeno (21%) dell’aria che respiriamo dalla bombola; gli altri gas, come l’azoto (78%) e l’argon (1%), definiti inerti, non vengono utilizzati e immagazzinati nel sangue e nei tessuti.
Con l’aumento di pressione durante la discesa, il corpo è esposto a un maggior tasso di assorbimento dell’azoto che, penetrato dei tessuti, durante una risalita non effettuata correttamente può provocare dei problemi.
LA RISALITA
Quando si risale da un’immersione, la pressione si riduce e l’azoto disciolto tenderà a fuoriuscire. Se l’azoto esce in maniera lenta e controllata, senza importanti variazioni di pressione, non ci sono problemi. Al contrario, se la risalita viene effettuata troppo velocemente, con la rapida riduzione della pressione, la repentina fuoriuscita dell’azoto può causare quella che viene definita malattia da decompressione (MDD).
La rapida riduzione della pressione in risalita, inoltre, provoca anche la veloce espansione dei volumi, con possibili danni e lesioni polmonari. Per questo, è fondamentale mantenere il giusto controllo dell’assetto ed una corretta respirazione, con una risalita controllata graduale, durante la quale non si trattenga mai il fiato.
Questa è solo una parte della straordinaria scienza che governa la subacquea.
Ogni subacqueo e ogni immersione sono diversi, per cui le regole di questo sport devono sempre essere approfondite in base al percorso che si decide di intraprendere. Ogni subacqueo deve conoscere se stesso e i propri limiti, porsi i propri obiettivi e seguire il personale addestramento secondo le proprie preferenze. Tutto per vivere il salto nel blu del mondo sommerso in tutta la sua magia e, soprattutto, in sicurezza.