Il rifacimento della carena prima del varo
Lo sappiamo, l’aumento delle temperature di questo periodo è direttamente proporzionale alla voglia di andare per mare e di vedere il varo del nostro gioiello che abbiamo curato nei mesi invernali. Lo vediamo già solcare le onde e ci immaginiamo stesi al sole a goderci il meritato riposo estivo. Ma non abbiamo fatto i conti con l’ostacolo finale: il rifacimento della carena prima del varo.
Generalmente la carena necessita dello stesso trattamento ogni anno: la rimozione del vecchio strato di antivegetativa e l‘applicazione di quello nuovo, necessario affinché non si formi della vegetazione in grado di compromettere estetica, prestazioni e consumi del nostro mezzo. Il lavoro richiede pazienza ed una discreta manualità, ma analizziamo più nel dettaglio i singoli passaggi:
PULIZIA DELLA CARENA
Si inizia rimuovendo tutti i residui di vegetazione e denti di cane formatisi durante la stagione precedente: l’ideale sarebbe utilizzare un’idropulitrice a pressione, in alternativa in commercio è facile trovare un gran numero di prodotti a base acida per rimuovere le formazioni calcaree. Bisogna ricordare di utilizzarli con cautela e con le dovute precauzioni per pelle ed occhi, poiché sono molto corrosivi.
RIMOZIONE DELLA VECCHIA ANTIVEGETATIVA
Se siete certi delle condizioni della vostra barca, potrete rimuovere anche un solo strato per poi applicare la nuova vernice, in quanto non aderirà sullo strato secco. Altrimenti, se lo scafo è stato appena acquistato, consiglio di riportarlo “a zero” (ossia rimuovere ogni strato di antivegetativa fino al gelcoat di fondo) per poter controllare e ispezionare eventuali danni nascosti dai vecchi strati di vernice o la presenza di osmosi. Per farlo possiamo agire in due modi:
- Meccanicamente: con il supporto di una levigatrice orbitale, possiamo grattare via gli strati di vernice. E’ un processo molto lungo e faticoso, perché spesso saremo obbligati ad assumere posizioni scomode per diverso tempo. La polvere prodotta, inoltre, è molto dannosa per la nostra salute, per cui è importante indossare sempre maschere, guanti, tute non traspiranti e ogni tipo di protezione necessaria. La situazione può migliorare se colleghiamo la levigatrice ad un aspiratore.
- Chimicamente: in commercio è disponibile una vasta gamma di sverniciatori. Se non si ha esperienza, sarà meglio utilizzare uno sverniciatore ad acqua che ha bisogno di un maggior tempo per agire (circa 2-3 ore per rimuovere uno strato di vernice). Va applicato, inoltre, con temperature esterne non superiore ai 20° C in quanto rischia di asciugarsi troppo rapidamente. Il vantaggio è che non c’è rischio di danneggiare i supporti sottostanti. Se, invece, abbiamo più manualità possiamo optare per la scelta rapida di solventi aggressivi che agiscono tra i 10 e i 15 minuti per rimuovere uno o due strati di vernice, ma necessitano di un controllo costante visto che possono danneggiare facilmente vetroresina e gelcoat e di conseguenza il supporto strutturale dello scafo.
Per entrambe le soluzioni bisogna dotarsi di un raschietto per rimuovere la vernice. Consiglio di stendere della plastica in terra sotto la carena, in modo da raccogliere tutta la vernice che cadrà e poterla smaltire adeguatamente. Concludiamo, infine, questa fase con una carteggiatura a grana fine per rendere la superficie liscia e pronta per il nuovo strato. La presenza di dislivelli potrebbe influire negativamente sullo scivolamento della barca con il conseguente aumento dei consumi e riduzione delle prestazioni.
PREPARAZIONE DEL FONDO
Le antivegetative hanno bisogno di una base sulla quale aderire. Se abbiamo optato di riportare la carena a zero, avremo bisogno di un primer, altrimenti dovremo applicare un fondo isolante in modo da non creare effetti collaterali tra la nuova e la vecchia antivegetativa.
APPLICAZIONE ANTIVEGETATIVA
L’antivegetativa si “attiva” a contatto con l’acqua: la sua stesura viene effettuata come ultimo lavoro del rimessaggio a 24/48 ore dal varo, in modo da evitare che svolga la sua funzione durante i processi di lucidatura e lavaggio, cosa che determinerebbe una minor resa in acqua. Le antivegetative generalmente si suddividono in due categorie, in base alla loro modalità di azione:
- Antivegetativa a matrice dura: agisce rilasciando sostanze chimiche (generalmente rame) che non consentono lo sviluppo di organismi sulla sua superficie. È molto resistente all’abrasione e per questo viene preferita per scafi particolarmente veloci o che dovranno rimanere a lungo in acqua.
- Antivegetativa autolevigante: combina l’azione chimica con la sua capacità di esfoliarsi durante la navigazione, in modo da rimuovere ogni residuo di vegetazione che si è formata durante la sosta e lasciando la superficie sempre a livello. Questa proprietà la rende semplice per la rimozione dell’anno successivo, ma è poco adatta a scafi veloci in quanto l’alta velocità ne accelera il consumo. La sua durata è direttamente proporzionale allo strato applicato, per questo consiglio sempre di stenderne almeno due mani.
Carlo Luongo da anni testa e recensisce i prodotti per la pulizia e la cura della barca, offrendo consigli a tutti i diportisti che vogliono dedicarsi alla propria imbarcazione. L’utilizzo di prodotti specifici e 100% biodegradabili, unito ad una decennale esperienza consolidata nel settore, consente di poter effettuare, anche all’ormeggio, trattamenti specifici su tutte le superfici presenti a bordo (legno, vetroresina, tubolari, acciaio, tessuti, sentine, ecc).
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