Ivan Della Monica: la forza introspettiva del mondo sommerso
In questo nuovo viaggio nel mondo sommerso, appoggiamo momentaneamente la bombola e facciamo un tuffo tutto d’un fiato, insieme a Ivan Della Monica, alla scoperta di una disciplina altrettanto affascinante: l’apnea.
Abbiamo visto quanto sia spettacolare la discesa nel blu, seppur da affrontare sempre con grande e specifica preparazione, sia per i subacquei con autorespiratore sia per gli apneisti, che rappresentano due modi diversi di immergersi, con tecniche e tempi decisamente differenti.
SUBACQUEA E APNEA
Per entrambe le discipline, è fondamentale la respirazione.
Se per il subacqueo una delle regole principali dell’immersione, come abbiamo visto nel precedente articolo, è quella di non trattenere mai il respiro, per il collega apneista la regola è praticamente opposta.
Per l’apneista che si accinge al tuffo, una corretta respirazione in superficie ne favorisce il rilassamento e assicura migliori prestazioni sott’acqua.
Ma l’apnea non è solo l’arresto volontario della respirazione: è una disciplina molto più complessa e articolata, che implica un viaggio interiore alla ricerca di una serenità e un’introspezione con sensazioni difficilmente ricreabili in altri ambienti.
Per tutti, il viaggio nelle profondità è una scoperta di qualcosa che va oltre il mondo terreno: che si scenda in apnea o respirando, la vera esplorazione è di se stessi, del proprio corpo e della propria mente, in una lenta e graduale discesa che crea uno spazio emotivo per sentire e osservare il proprio corpo.
Come guida subacquea, benché l’apnea sia stata una delle mie discipline di studio, ho sempre preferito trasmettere e portare testimonianza dell’emozione che si prova restando più a lungo sotto la superficie del mare.
Perciò ho desiderato rivolgermi a Ivan Della Monica, un esperto di mare, apneista e sommozzatore OTS, per farmi raccontare le sensazioni che si provano con il freediving.
IVAN, COME TI SEI AVVICINATO ALL’APNEA? QUALI SENSAZIONI PROVI QUANDO TI IMMERGI?
Ricordo ancora la prima volta che mi sono immerso, con mio padre! I braccioli li ho usati veramente poco, li odiavo.
Ho cominciato subito, all’età di 6 anni, a seguire mio padre come un segugio, con maschera e pinnette. Là sotto, quel silenzio e tutti quei colori mi facevano stare bene.
Man mano che crescevo, ho compreso sempre di più quanto quel mondo mi desse emozioni.
Ho avuto, inoltre, la fortuna di conoscere grandi maestri che mi hanno fatto appassionare ancora di più agli abissi e approfondire questa disciplina (insieme alla pesca subacquea) anche sul piano agonistico.
COME EFFETTUI LA CONCENTRAZIONE IN SUPERFICIE?
Per una buona prestazione sono necessari concentrazione e rilassamento mentale.
Un buono stato mentale serve a comprendere noi stessi e le nostre tensioni.
Capire quando e dove si generano le sensazioni di tensione è fondamentale per cercare di eliminarle e preparare una migliore discesa e permanenza sul fondo.
Personalmente, porto concentrazione e calma nella mia mente ascoltando i miei movimenti di espirazione e inspirazione.
Allontano i miei sensi dalle fonti di rumore esistenti, raggiungendo uno stato di totale isolamento.
A COSA PENSI E QUALI SENSAZIONI TI ATTRAVERSANO QUANDO SEI IN PROFONDITÀ?
Ogni tuffo nel blu mi regala sensazioni diverse, ma il minimo comune denominatore è quel senso di pace e di introspezione che solo immergendosi si può provare.
Essere avvolto, in totale assenza di gravità, in quel mondo straordinario, dove l’unico rumore è quello dei miei battiti, mi dà un senso di libertà e di forte connessione con il mio corpo.
CHE DIFFERENZE EMOZIONALI AVVERTI TRA L’IMMERSIONE IN APNEA, QUELLA CON LE BOMBOLE E CON IL CASCO DA PALOMBARO?
Da diversi anni opero come Operatore Tecnico Subacqueo, un lavoro che mi appassiona molto.
Lavorare con tutta l’attrezzatura sulle spalle o collegato ad un casco chiaramente non mi dà la sensazione di libertà che mi regala l’apnea.
Essere un professionista di questo settore mi gratifica. L’apnea, però, mi fa provare emozioni che non sono paragonabili: mi fa fondere tutt’uno con il mio amato blu.
COSA VORRESTI DIRE AI GIOVANI CHE DESIDERANO APPROCCIARSI A QUESTA DISCIPLINA?
Prima di tutto, per chi inizia ad approcciarsi a questa disciplina è fondamentale intraprendere dei corsi, non scendere mai in acqua da soli e cercare la profondità in maniera graduale.
Quindi, è necessario avere la corretta formazione, conoscere le regole dell’apnea e ascoltare sempre i segnali del proprio corpo.
In questo modo si potrà godere di tutte le sensazioni che il mare e questa disciplina meravigliosa possono offrire.