Una vetrina che guarda il mare, E.Marinella dal 1914
La bottega di Eugenio Marinella fu definita da Matilde Serao “un piccolo angolo di Inghilterra a Napoli”. Oggi, la Maison E.Marinella ha sovvertito questa descrizione ed è diventata un angolo di Napoli nel mondo. Da uno dei lungomari più belli alla fama oltreoceano, dalla nobiltà partenopea alle personalità mondiali più importanti. Tutto sempre seguendo i propri valori e tutto sempre rigorosamente in famiglia.
Riviera di Chiaia, numero civico 287.
Ogni mattina alle 6:30, la serranda di una piccola bottega di 20 mq si alza e lascia entrare i suoi clienti. Sembrerebbe una storia normale, il racconto di azioni quotidiane. Sembrerebbe, ma nella sua straordinaria normalità è una storia che sa di miracolo. Quelle porte si aprono ogni mattina dal 1914, oltre 100 anni, e i clienti sono capi di Stato, personalità di spicco, nobili.
La famiglia Kennedy, i Presidenti della Repubblica, Re Carlo III, tutti hanno in comune l’aver indossato una cravatta E.Marinella. “E” come Eugenio, la prima generazione che incontriamo nel ripercorrere questa storia. Eugenio era un uomo intraprendente e dotato anche di una generosa dose di coraggio, che l’ha prima condotto nel Regno Unito per importare l’eleganza inglese nella via più antica del quartiere Chiaia e poi a creare due laboratori sartoriali, uno per le camicie e l’altro per le cravatte. Proprio quest’ultimo capo ha traghettato la bottega napoletana dal 1914 fino a oggi, rendendola famosa in tutto il mondo.
Un filo di seta che ha legato finora quattro generazioni. Sì, perché in un mondo in fermento, in cui spesso si perdono di vista le proprie radici, E.Marinella è ancora un’azienda familiare. Ora a condurla ci sono Maurizio Marinella – nipote di Eugenio e figlio di Luigi – e suo figlio Alessandro. Maurizio Marinella è un uomo legato alla sua storia e la sua storia è quella della sua bottega. Per questo, tuttora, lo si trova in negozio ogni mattina alle 6:30, pronto ad accogliere i suoi clienti e a rispondere al telefono, dietro il bancone.
Quando si ama così visceralmente ciò che si è e ciò che si fa, può essere difficile aprirsi al mondo esterno, ai tempi che cambiano, ma non per Maurizio. Con l’ingresso di Alessandro in azienda, sono entrati anche la modernità e un po’ di aria di sano cambiamento, che ha condotto all’apertura dell’e-commerce della Maison nel 2021. Non solo il digitale però, perché Alessandro ha portato con sé la maggiore consapevolezza, tipica delle nuove generazioni, riguardo le tematiche ambientali e un’attenzione alla sostenibilità che non può più esser rimandata a domani. Quando si è una grande azienda, a fare la differenza possono essere cose che sembrano piccole, come la scelta di sostituire le classiche bustine di cellofan con un materiale ecosostenibile che si distrugge completamente in tre anni. Oppure si può collaborare con una società siciliana, Orangefiber, e creare cravatte ecosostenibili a partire da bucce d’arancia.
Dal lungomare di Napoli a Roma, Milano, Tokyo, New York, Parigi, Londra, Barcellona; la Maison E.Marinella è arrivata in tutto il mondo mantenendo sempre i suoi valori: famiglia, attenzione al cliente, tradizione artigianale ed eleganza sartoriale. Valori che hanno portato le cravatte E.Marinella a essere esposte in mostra al MoMA di New York, selezionate per far parte dei 111 articoli di abbigliamento all’interno della mostra: “ITEMS: Is Fashion Modern?”.
Cravatte che diventano opere d’arte, in senso stretto, ma che lo sono da sempre in senso lato. Ogni cravatta è un pezzo unico perché ancora oggi viene realizzata a mano da sapienti artigiani che concretizzano la vera sartoria napoletana in un capo senza tempo. Un lungomare che è stato scelto appositamente da Eugenio Marinella per aprire la propria bottega e che oggi diventa co-protagonista della Maison nel film che racconta la sua storia. Una storia affacciata sulle acque del Golfo di Napoli.
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Alessandro Marinella, in una società sempre più globalizzata, cosa significa lavorare in un’azienda di famiglia che è famosa in tutto il mondo? E come si fa a rimanere fedeli alle proprie origini?
Viviamo in un periodo storico molto complesso e in un momento in cui la globalizzazione ha avuto un’esplosione post pandemia enorme, in cui qualsiasi prodotto è reperibile online anche se proviene dall’altra parte del mondo. Si tratta sicuramente di un vantaggio per tutta la società, ma va anche a discapito di tutte quelle piccole imprese che hanno sempre fatto del proprio territorio il loro vero tesoro. Portiamo avanti, da oltre 100 anni, una filosofia legata alla tradizione e al Made in Italy, soprattutto cercando di fare grandi cose, partendo da Napoli e restando a Napoli.
La cravatta è il capo d’abbigliamento forse più classico, però voi siete sempre rimasti al passo con i tempi, come con l’apertura dell’e-commerce, ma non solo. Ci parlate delle cravatte realizzate in fibre d’arancia e del vostro rapporto con il tema della sostenibilità?
La E.Marinella ha da poco intrapreso la strada della sostenibilità con vari progetti: dalla collaborazione con Orange Fiber, con la creazione di un tessuto sostenibile derivato dagli agrumi, a quella con TBD Eyewear, per una collezione Limited Edition di occhiali in bio-acetato. Oppure, ancora, con la partnership con Fedrigoni per impiegare inchiostri vegetali.
Oggi proseguiamo in questa direzione con la produzione di cellofan biodegradabili, che abbiamo scelto di caratterizzare con un fiorellino bianco, simbolo delle nostre fantasie, a sigillo dell’unione tra la storica produzione e l’attenzione per l’ambiente. La sfida che l’azienda E.Marinella è pronta ad affrontare è quella di portare avanti questi nuovi processi, ma preservando sempre l’eccellenza dei prodotti, l’artigianalità e il Made in Italy.
Orange Fiber ha brevettato ed è produttrice del primo tessuto sostenibile da agrumi al mondo. Il tessuto prodotto ha una texture impalpabile, setosa al tatto, ed è pensato per rispondere alle esigenze di innovazione e sostenibilità della moda, interpretandone anche la creatività. Abbiamo intrapreso un progetto di collaborazione con loro, unendo passato, presente e futuro. Questa partnership darà vita a una Limited Edition (cravatte, fazzoletti da taschino e foulard per donna) che parte da una solida tradizione di artigianalità, ma che si distingue per ricerca e innovazione. Il progetto è in fase di lavorazione e ancora non siamo giunti alla comunicazione. Certamente troveremo il modo per promuovere non solo il prodotto, ma anche la scelta di supportare attività sostenibili.
Una curiosità, siete amanti del mare? Quale sarebbe, se l’avete, la barca dei vostri sogni?
Sì, siamo amanti del mare, da sempre. Anche il mio bisnonno, che volle acquistare l’attuale negozio storico vista mare. Proprio qualche mese fa è uscito il nostro docufilm “Una vetrina che guarda il mare”. Non si tratta di un documentario che celebra un anniversario, ma di un’intuizione nata dall’incontro tra regista, Massimiliano Gallo, sceneggiatore, Francesco Pinto, e imprenditori, Maurizio e Alessandro Marinella. È la voglia di raccontare una storia, una filosofia che ha fatto di un cognome un marchio riconosciuto in tutto il mondo, la storia di una famiglia lunga oltre 100 anni, che racconta anche il susseguirsi degli eventi storici di una città. Personalmente, non abbiamo mai avuto una barca, ma quella dei nostri sogni è sicuramente il Riva Aquarama 50.