Leggere il meteo per navigare sicuri
Le condizioni atmosferiche ci dicono molto sul meteo attuale, ma anche su quello futuro. Avere a bordo le dotazioni di sicurezza, obbligatorie e non, è necessario per mettersi al timone sereni, ma non basta: saper leggere il meteo e prevederlo è essenziale per la stesura del programma di navigazione. Riconoscere i segnali forniti dalle condizioni meteorologiche diventa fondamentale per approcciarsi alla navigazione in modo sicuro. Vediamo alcuni concetti fondamentali e il documento meteorologico di base.
COS’È LA METEOROLOGIA?
La meteorologia è la scienza che studia i fenomeni che avvengono nella troposfera, ossia lo strato più basso della nostra atmosfera, che ha uno spessore medio di 11 km. In questa zona è concentrata la maggior parte del vapore acqueo. Questa scienza si basa sull’osservazione e la combinazione di 3 elementi: temperatura, umidità e pressione. Mentre i primi due concetti possono esserci più familiari, è bene soffermarci sul terzo.
LA PRESSIONE E LE ISOBARE
La pressione è provocata dal peso della colonna d’aria che sovrasta la superficie terrestre; dunque, decresce con l’aumento dell’altitudine. La pressione si indica in ettoPascal (hPa) e si misura tramite il barometro, che indica la pressione del momento, o il barografo, uno strumento digitale che registra il variare della pressione nel tempo. La pressione, in linea teorica, si considera normale se uguale a 1.013 hPa, bassa se minore di questo valore e alta se invece risulta maggiore.
Ora che sappiamo cos’è la pressione, è necessario capire cosa siano le isobare. Tutti i punti dell’atmosfera che hanno lo stesso valore di pressione costituiscono le superfici isobariche. Quando queste superfici intersecano la superficie terrestre, danno origine a linee chiuse: le isobare. Detto semplicemente, le isobare sono linee che collegano punti con la stessa pressione.
ZONE CICLONICHE E ANTICICLONICHE
Entriamo nel vivo della questione e scopriamo che i concetti appena visti sono necessari per comprendere il meteo intorno a noi e prevedere cosa potrebbe accadere nelle ore successive. Le conformazioni isobariche concentriche sono zone cicloniche e anticicloniche. In queste aree le isobare hanno andamento quasi circolare. Nelle zone cicloniche la pressione atmosferica aumenta dal centro verso la periferia e viceversa accade in quelle anticicloniche.
- Le zone cicloniche sono zone di bassa pressione. Il moto delle masse d’aria è convergente, dalla periferia della perturbazione verso il centro, diretto da ovest verso est. La direzione della rotazione dipende dall’emisfero in cui ci troviamo: se siamo nell’emisfero boreale, la rotazione sarà antioraria; al contrario se navighiamo nell’emisfero australe. Cosa ci dicono sul meteo? Il tempo è generalmente perturbato, il cielo molto nuvoloso o coperto. Le eventuali precipitazioni che verranno causate potranno essere a carattere temporalesco, con venti sostenuti o anche forti, spesso a raffiche.
- Le zone anticicloniche sono, al contrario, zone di alta pressione. Opposto rispetto alle cicloniche è anche il moto delle masse d’aria, che in questo caso è divergente: dal centro della perturbazione verso la periferia. Anche in questo caso, ma sempre in modo speculare, la rotazione varia tra i due emisferi: se navighiamo nel nostro emisfero la rotazione sarà oraria e al contrario sarà nell’emisfero sud. È importante saperle distinguere dalle zone cicloniche perché il meteo è sostanzialmente diverso: il tempo è generalmente sereno, poco nuvoloso e i venti sono deboli.
Ora che conosciamo le zone cicloniche e anticicloniche, possiamo guardare ad alcuni casi particolari:
· Saccatura: si tratta di un’area di bassa pressione – dunque ciclonica – a forma di U, che si insinua tra due zone di alta pressione – cioè anticicloniche. Cosa prevede il meteo? La saccatura porta un peggioramento del tempo se questo non è perturbato, mentre se è presente già maltempo, ne causerà la persistenza. Lo stesso vale per i venti: se sono presenti con intensità debole, questa aumenterà. Infatti, l’avvicinarsi di una saccatura è indicato da un aumento dell’intensità del vento, con probabili raffiche.
· Promontorio: è il caso opposto alla saccatura. Si tratta di un’area di alta pressione – anticiclonica –, sempre a forma di U, che si insinua tra due a bassa pressione – cicloniche. Anche le condizioni sono opposte: porterà miglioramento del meteo se questo è perturbato, oppure persisteranno le condizioni preesistenti di bel tempo; eventuali venti forti diminuiranno di intensità. L’avvicinamento di un promontorio è indicato da un cambiamento di direzione del vento e dalla diminuzione della sua intensità.
· Sella: è l’ultimo caso particolare. Si presenta quando 2 saccature e 2 promontori si dispongono a croce. In questa condizione, avremo venti deboli e meteo non perturbato; il cielo è in genere irregolarmente nuvoloso, con foschie dense o nebbie.
CICLONI TROPICALI
I cicloni tropicali, che non hanno mai fronti associati, sono causati dalla formazione di nuclei di basse pressioni. Questi iniziano come piccole depressioni tropicali, con venti a 30- 34 nodi circa, che poi si rinforzano e si intensificano: diventano, così, prima tempeste tropicali moderate, con venti a 34-48 nodi, e poi tempeste tropicali forti di 48-64 nodi. Se superano questi valori, divengono uragani, tifoni o cicloni nel Nord Atlantico.
I cicloni tropicali iniziano a formarsi dai 5° ai 23° di latitudine N o S – mai all’equatore –, quando la temperatura dell’acqua rimane per molto tempo superiore ai 27 °C. L’occhio del ciclone ha un diametro che varia dai 5 ai 30 km; qui la pressione è bassissima e c’è relativa calma, per effetto della forza centrifuga. L’occhio è caldo e al suolo la temperatura si innalza di circa 4 °C, mentre in quota, all’interno del camino, aumenta anche di 16 °C. I cicloni tropicali, al contrario di quello che avviene alle basse pressioni alle nostre latitudini, sono velocissimi in rotazione ed estremamente lenti in traslazione.
Quando giungono ai continenti, si estinguono perché non possono più sfruttare l’evaporazione dell’acqua per ricaricare la propria energia. Prima del passaggio del ciclone tropicale avvengono abbassamenti repentini di pressione. Questa, nell’occhio, scende fino a 940 millibar, per poi risalire velocemente a passaggio avvenuto. Si creano venti violentissimi e piogge torrenziali. Le isobare sono più fitte in testa al ciclone e più rade in coda.
Idealmente, possiamo dividere il ciclone a metà. Per semplicità, ci riferiremo all’emisfero nord. La metà a destra rispetto alla traiettoria del ciclone è il settore pericoloso, mentre quella a sinistra è il settore maneggevole. Nel settore pericoloso il vento ruota in senso antiorario; per questo, la sua forza è concorde al verso del moto del ciclone, quindi più intenso per effetto della sovrapposizione delle due forze. In modo speculare, nel settore maneggevole il vento ha verso contrario a quello del moto del ciclone. Quindi, per uscire dal settore pericoloso, le unità devono navigare con mure a dritta. Per completezza, chiariamo che se ci trovassimo nell’emisfero sud, dovremmo navigare con mure a sinistra.
LEGGERE IL METEO: LE NUBI
Le nubi possono rivelarsi un prezioso alleato nella comprensione del meteo. Tutti sappiamo cosa sia una nube, ma sappiamo distinguerne i diversi tipi? E, soprattutto, sappiamo a quali configurazioni corrisponde il bel tempo e a quali l’arrivo della pioggia?
Innanzitutto stabiliamo cosa sia, tecnicamente parlando, una nube. Le nubi si formano quando una massa d’aria che sta salendo subisce un abbassamento di temperatura tale da causare la condensazione del vapore che la massa d’aria stessa contiene. Le nubi vengono osservate dalle stazioni meteorologiche e i dati relativi sono presenti all’interno della messaggistica meteorologica operativa. Classificate in generi, specie e varietà, le nubi hanno caratteristiche ben precise in base alla tipologia. Mentre alcune preannunciano sempre un certo tipo di meteo, altre possono indicare configurazioni diverse in base ad alcune differenze, anche solo nell’aspetto.
Per snellirne la spiegazione, abbiamo preparato un prospetto riassuntivo. In base alla quota, infatti, le nubi si suddividono in:
NUBI ALTE |
NUBI MEDIE |
NUBI BASSE |
NUBI A SVILUPPO VERTICALE |
Cirri (Ci) da 6.000 a 14.000 m Caratteristiche alti, aspetto filamentoso, chiaro e traslucido. Indicano la direzione Meteo • Se numerosi, disposti parallelamente, profondamente uncinati e in rapido movimento, preannunciano cambiamento del tempo. • Se immobili e radi, indicano bel tempo. |
Altocumuli (Ac) da 2.000 a 6.000 m Caratteristiche costituiti da acqua e ghiaccio, bianchi o grigi. Meteo generalmente non provocano precipitazioni. |
Nembostrati (Ns) da 1.000 a 4.000 m Caratteristiche stratificati, grigi scuro. Tendono a occupare Meteo sempre portatori di cattivo tempo, in base alla temperatura causeranno pioggia o neve. |
Cumuli (Cu) da 2.000 a 6.000 m Caratteristiche costituiti da goccioline d’acqua in sospensione. Meteo • Se hanno aspetto candido e luminoso, base appiattita e cime a morbidi batuffoli: bel tempo persistente. • Se hanno colore scuro e cima schiacciata: possibili violente precipitazioni; in questo caso diventano cumulonembi. |
Cirrocumuli (Cc) da 5.000 a 12.000 m Caratteristiche alti, aspetto luminoso, raggruppati in banchi. Meteo annunciano instabilità. |
Altostrati (As) da 2.000 a 5.000 m Caratteristiche stratiformi, grigi o bluastri. Possono essere radi o così fitti da coprire interamente il cielo. Meteo • Se sono bianchi e alti: bel tempo |
Strati (St) da 2.000 a 8.000 m Caratteristiche bassi o alti, grigi, più o meno densi a banchi oppure compatti. Meteo quando sono molto bassi, diventano nebbia; di norma non causano precipitazioni. |
Cumulonembi (Cb) da 2.000 a 14.000 m Meteo • Se base bassa a grande sviluppo verticale, sono indice di imminenti temporali La cima indica la direzione di spostamento del temporale. |
Cirrostrati (Cs) da 5.000 a 8.000 m Caratteristiche aspetto trasparente e lattiginoso. Possono creare un alone intorno al sole. Meteo accompagnati da cirri indicano l’avvicinarsi di una perturbazione. |
LEGGERE IL METEO: IL FRONTE
Prima di addentrarci nei diversi tipi di fronte e vedere come questi influenzino le condizioni meteomarine, definiamo cosa sia un fronte. Si tratta della linea precisa che separa due masse d’aria con caratteristiche differenti tra loro. Ne consegue, ovviamente, una situazione di instabilità. Sulle carte sinottiche – che vedremo più avanti – viene rappresentata la posizione dei fronti al suolo, sia esistenti che previsti.
Come si genera, quindi, un fronte? Due masse d’aria con caratteristiche differenti entrano in contatto (la superficie di contatto si chiama “superficie frontale”); quando questo accade, avviene uno slittamento verso l’alto dell’aria calda e un abbassamento conseguente dell’aria fredda. Nel momento in cui la superficie frontale interseca quella terrestre si genera il fronte, che determina alcuni caratteristici fenomeni atmosferici. Ci sono diversi tipi di fronti, ognuno con le sue peculiarità.
Vediamoli:
· Fronte freddo: si verifica quando una massa d’aria fredda si muove verso una d’aria calda. L’aria fredda tende ad abbassarsi sotto quella calda, che viene quindi spinta in modo violento verso l’alto, dove trova una minore pressione. Con un abbassamento della pressione, l’aria si dilata e subisce una diminuzione della temperatura; in questo modo, comincerà un processo di condensazione che darà inizio alla formazione di nubi a sviluppo verticale e a fenomeni temporaleschi. Il preavviso dell’arrivo del fronte, in questo caso, è molto scarso: parliamo di 3-6 ore.
Questi fenomeni sono brevi, ma intensi; il vento è a raffiche e si verificano forti piogge per centinaia di km, in testa e in coda al fronte. La pressione diminuisce irregolarmente fino al passaggio del fronte, dopodiché aumenta repentinamente, l’umidità cala e così anche la temperatura, il vento si rinforza e gira velocemente fino anche a 180° in senso orario. La visibilità, però, risulta molto spesso ottima. Insomma, si tratta della tipica situazione di instabilità.
· Fronte caldo: in questo caso è una massa d’aria calda a muoversi verso una d’aria fredda. Al contrario rispetto alla situazione precedente, qui l’aria calda sale lentamente per andarsi a distendere sopra quella fredda, raggiungendo altezze minori; quindi, avverrà la condensazione, sì, ma con una minore impetuosità. Di conseguenza, originerà nubi stratiformi – a sviluppo orizzontale –, nebbie, foschie e piogge che possono durare anche vari giorni.
Il fronte caldo si forma con un preavviso decisamente maggiore rispetto al fronte freddo: da 12 ore a 2 giorni. Nella fase iniziale la pressione scende rapidamente, per andare poi a stazionarsi fino al passaggio del fronte, quando subisce un ulteriore abbassamento. A causa della stabilità dell’aria, la visibilità in questo caso è spesso scarsa; infatti, il vento rimane costante fino al passaggio della perturbazione, per poi cambiare velocemente.
· Fronte occluso: di solito si verifica quando un fronte freddo, più veloce di uno caldo, insegue e raggiunge quest’ultimo. Più raramente può avvenire il contrario. In ogni caso, si genera un fronte che presenta le caratteristiche sia di quello caldo che di quello freddo. Il punto più pericoloso del fronte occluso è la zona in cui i due fronti si incontrano a terra: la loro forza è uguale e perciò determinano fenomeni intensi, causa della somma delle loro caratteristiche.
· Fronte stazionario: è l’ultima tipologia di fronte e si verifica quando due masse d’aria – una calda e una fredda – sono a contatto tra loro, ma in equilibrio: nessuna delle due prende il sopravvento sull’altra. Il fronte stazionario produce generalmente fenomeni di maltempo di scarsa intensità e mai di genere temporalesco.
LEGGERE IL METEO
Dopo questa introduzione, possiamo finalmente parlare delle carte meteorologiche.
Chi si trova al timone deve saper leggere il meteo attuale, ovviamente, ma anche su quello previsto. Per farlo, deve raccogliere dati dalle carte del tempo, dai bollettini e dagli avvisi ai naviganti. Con l’aumentare dell’esperienza sul campo, si acquista sempre più dimestichezza nell’interpretazione degli indizi forniti dagli elementi di cui abbiamo parlato.
Tuttavia, è possibile approfondire queste conoscenze tramite corsi specifici che si tengono nelle scuole nautiche o nei circoli velici.
CARTE METEOROLOGICHE IN SUPERFICIE
Si tratta del documento meteorologico di base. Possiamo distinguerne due differenti tipologie: le carte d’analisi attuali – indicate con la sigla AS, Actual Surface – e le carte previste in superficie – contraddistinte dalla sigla FS, Forecast Surface. Le prime vengono elaborate alle ore 00:00, 06:00, 12:00, 18:00 UTC. Le seconde, invece, sono elaborate per le 24, 36, 48, 60, 72, 84, 96, 120, 144 ore successive all’emissione dell’ultima AS. Facciamo un esempio pratico. Se la carta AS viene emessa alle 06:00 (T) del 5 gennaio, avremo anche la carta FS per le 06:00 del 6 gennaio, 24 ore dopo, T+24; quella per le 18:00 del 6 gennaio, relativa quindi alle 36 ore dopo il T, T+36, e così via.
È importante anche conservare le carte precedenti perché possono tornare utili nell’analisi di alcuni fenomeni. Conoscendo lo spostamento di una perturbazione nelle ultime 24-36 ore, infatti, potremo ricavarne il moto nelle successive 12, massimo 18, ore.
Tra le due tipologie di carte non varia il contenuto. Entrambe indicano, infatti:
· le isobare, distanziate fra loro di un valore pari a 4 hPa. Eccezion fatta per le carte francesi e tedesche, in cui vengono scalate di 5 in 5. Alcune carte tracciano in grassetto l’isobara che segna il limite tra le isobare che indicano la pressione normale (1.013 hPa) e quelle che ne indicano valori inferiori o superiori. Di solito, proprio per il valore della pressione normale, si tratta dell’isobara 1.012 hPa (1.015 hPa per le carte che scalano di 5 in 5). In questo modo sarà più immediato riconoscere le zone in cui il tempo è perturbato da quelle in cui lo è meno o per nulla. Infatti, come abbiamo visto, in base alla pressione bassa o alta avremo zone cicloniche o anticicloniche; sappiamo, inoltre, che il vento si muove in senso differente in base al tipo di zona e all’emisfero. Nelle zone in cui le isobare risultano più fitte, rispetto alla normale distanza di 4hPa, sapremo che il vento è più forte.
· le zone di alta e di bassa pressione: le prime indicate con H o A e le seconde con L, B oT. Nelle carte inglesi, viene anche apposta una X al centro delle zone cicloniche, che indica il luogo di più basso valore della pressione atmosferica (presente o futuro, in base al tipo di carta).
· i diversi fronti: fronte freddo (1), fronte caldo (2), fronte occluso (3) e infine fronte stazionario (4).
Nella figura vengono riportati i simboli a colori, ma è possibile trovarli anche in monocromia.
· la linea di saccatura, anche detta linea d’instabilità (trough, trowal) e quella di convergenza.
LEGGERE IL METEO: INFORMAZIONI UTILI
I bollettini meteo sono redatti a cura del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia dell’Aeronautica Militare (CNMCA). Il bollettino METEOMAR viene diffuso dalle Stazioni Radio Costiere e aggiornato ogni 6 ore.
In VHF, 156.8 MHz, sul canale 16, mediante la chiamata generale della stazione costiera più vicina, viene dato l’annuncio dell’inizio della trasmissione del bollettino sul proprio canale di lavoro. Sul canale 68 in VHF viene trasmesso costantemente il bollettino METEOMAR in italiano e inglese.
Come si articola il bollettino METEOMAR:
· Avvisi: temporali in corso o previsti; burrasche in corso o imminenti. Vengono comunicati tramite “Securitè” con priorità assoluta sugli avvisi meteo.
· Situazione generale: situazione barica; sistemi frontali; circolazione atmosferica sul Mediterraneo; stato del cielo; visibilità; stato del mare nel mar Mediterraneo, secondo una precisa sequenza:
1. Mar Ligure
2. Mare di Corsica
3. Mare di Sardegna
4. Tirreno settentrionale
5. Tirreno centrale W
6. Tirreno centrale E
7. Tirreno meridionale W
8. Tirreno meridionale E
9. Canale di Sardegna
10. Canale di Sicilia
11. Ionio meridionale
12. Ionio settentrionale
13. Adriatico meridionale
14. Adriatico centrale
15. Adriatico settentrionale
16. Mar Libico
17. Mare di Alboran
18. Mare Nord Baleari
19. Mare Sud Baleari
20. Golfo del Leone
21. Mare di Creta
22. Egeo settentrionale
23. Egeo meridionale
24. Mare di Levante
25. Ionio orientale