L’industria nautica, un settore solido e in costante crescita
Confindustria Nautica, in collaborazione con Deloitte, ha riunito imprenditori dell’industria nautica e rappresentanti del mondo finanziario.
Durante l’evento di presentazione dello studio “The state of the art of the global yachting market” tenutosi ieri presso la Borsa di Milano, Confindustria Nautica, ha organizzato e riunito intorno a una tavola rotonda imprenditori del settore nautico e rappresentanti del settore finanziario.
Al confronto, moderato da Simone Spetia, giornalista di Radio 24, hanno preso parte: Barbara Amerio CEO e Sustainability Director Gruppo Permare; Maurizio Balducci, CEO Overmarine Group; Carla Demaria, Sanlorenzo – Executive Director e CEO Bluegame; Stefano de Vivo, Chief Commercial Officer Ferretti Group & Managing Director Wally; Fabio Planamente, CEO di Cantiere del Pardo S.p.A.; Marzia Bartolomei Corsi, Senior Partner di Fondo Italiano d’Investimento SGR; Dario Cenci, Senior Partner di Armònia SGR; Michele Semenzato, Managing Partner di Wise Equity.
Da questo incontro tra nautica e finanza, è emerso come l’industria nautica si sia confermata solida e in costante crescita. La nautica da diporto dimostra resilienza, una grande propensione all’export e ottime potenzialità di diffusione sui mercati.
ALCUNE DICHIARAZIONI
- Barbara Amerio: “Ho analizzato il percorso per entrare in Borsa e, a prescindere dalla volontà o meno di quotarsi, credo sia molto utile per la crescita di un’azienda studiare gli iter che riguardano soprattutto la trasparenza e i report richiesti per la sostenibilità. L’industria della nautica da diporto ha grandi potenzialità di crescita e sempre maggior necessità di spazi. Il periodo della pandemia ha messo in luce le grandi potenzialità di crescita del settore”;
- Maurizio Balducci: “In questo momento ci sono molte opportunità che le aziende del settore possono cogliere. Prima di considerare l’opportunità di far entrare un fondo di investimento, le aziende si devono strutturare. È un percorso a due fasi che deve coinvolgere sia l’azienda sia un partner aziendale. È evidente che la condizione necessaria per portare avanti questo processo richiede un impegno organizzativo del management che deve essere attentamente programmato anche in considerazione del fatto che ora le aziende sono molto impegnate nella produzione dati i tassi di crescita dell’industria nautica dell’ultimo biennio. Dal punto di vista del mercato, i nuovi acquirenti non comprano più la barca come status symbol, ma perché la vogliono usare. Anche la scelta della dimensione dell’imbarcazione viene fatta sulla base dell’uso che ne vogliono fare e sulle necessità familiari”;
- Carla Demaria: “Quotarsi in Borsa richiede un rigore che è molto utile alla gestione dell’azienda. È un impegno forte. Una promessa da mantenere. Anche dal punto di vista della sostenibilità, essere in Borsa ti spinge a guardare oltre. In merito agli ESG abbiamo coinvolto nel nostro percorso di sostenibilità la filiera attraverso la Sanlorenzo Academy e offrendo loro strumenti di finanziamento attraverso piattaforme a condizioni agevolate. Il tasso di penetrazione nel mercato è una leva incredibile. Il settore del lusso ha potenzialità di crescita molto alte. Per quanto riguarda le aree geografiche, sicuramente la regione dell’Asia-Pacifico ha moltissime potenzialità perché è la regione con il più alto tasso di crescita di High Net Worth Individuals. In generale, si è abbassata notevolmente l’età media dei nostri acquirenti che è passata da 60 a 48 anni. Gli armatori più giovani sono molto più attenti alla sostenibilità, trascorrono il doppio del tempo in barca e sono molto più connessi”;
- Stefano de Vivo: “Ferretti Group ha affrontato il percorso di managerializzazione fin dall’uscita del fondatore, con l’adozione di regole determinate dall’andare in Borsa. Grazie alle risorse derivanti dalla quotazione è partito un processo di vertical integration con alcuni fornitori strategici ai quali tuttavia non imponiamo rapporti di esclusiva. Riguardo ai clienti, il 48% dei contratti firmati l’anno scorso sono stati di acquirenti che non avevano mai comprato un’imbarcazione sopra i 30 piedi. Per noi l’outlook è buono e crediamo molto nell’area Asia-Pacific e, al fine di ridurre il rischio geopolitico, cerchiamo di diversificare il più possibile l’offerta sui mercati internazionali”.