Solmar 32.9 Open: il ritorno di Walter Barovero
I due nuovi modelli Solmar 32.5 Cabin e 32.9 Open segnano il ritorno sulla scena di Walter Barovero, storico progettista dei battelli Solemar che hanno fatto da apripista, tanti anni fa, a un nuovo concept di gommoni cabinati. Di questo nuovo brand siamo andati a provare la versione 32.9 Open.
Walter Barovero, nome iconico della gommonautica italiana legato, negli anni Settanta, al brand Solemar – per cui ha realizzato, tra l’altro, i primi RIB cabinati – e successivamente ad altri marchi sempre nel settore dei gommoni, quali Speed Marine e Poker Boat, ha deciso di lanciarsi in una nuova sfida. Solmar è il nuovo marchio che riprende alcuni stilemi del suo background, ma come sempre innovando. Il progetto nasce a Torino, ma da un paio d’anni è stato trasferito, insieme al cantiere, nel Lazio, più precisamente a sud di Roma, nell’area pontina.
I DETTAGLI DEL SOLMAR 32.9 OPEN
Siamo andati a Foce Sisto (LT) per provare l’ultimo nato, ossia il Solmar 32.9 Open. Un battello di quasi dieci metri, quindi un natante, che prende spunto dal 32.5 Cabin, da cui si differenzia per la carena e per una coperta che non prevede chiusure degli spazi comuni, fatta eccezione per l’area cabinata nel ponte inferiore, quella destinata al pernotto. Ma andiamo per gradi.
Ciò che colpisce vedendolo in acqua è subito la sua linea imponente. La ruota di prua è profonda e ciò contribuisce a mantenere alta la tuga, che all’estremità propone terminali in vetroresina inglobanti parte dei tubolari. Questi sono realizzati con tessuto Pennel & Flipo Orca 866 da 1.670 dtex in colorazione Cream oppure, in alternativa, Cream White, come sul modello provato, e hanno un diametro di 77 centimetri. La forma dei tubolari è sinusoidale e accompagna la sagoma del battello da prua a poppa verso la discesa che conduce ai terminali poppieri. Lateralmente sono percorsi da un doppio bottaccio perimetrale protettivo.
Sempre all’esterno spicca l’area di pilotaggio con la sua copertura rigida. Si tratta di un hard top in vetroresina che prende spunto dalla cabina della versione 32.5 Cabin, ma a differenza di quest’ultima non presenta chiusure. Quindi né finestrature laterali né porte movibili verso poppa. Sono solo previste tende scorrevoli per oscurare gli ambienti di notte o per evitare “sguardi indiscreti” durante l’ormeggio in porto. Ma saliamo a bordo.
COMFORT E FUNZIONALITÀ : GLI INTERNI DEL 32.9 OPEN
Sfruttiamo le due plancette poppiere che avvolgono con la loro sagoma i terminali dei tubolari. Su una di queste c’è anche la scaletta bagno ribaltabile. A bordo, sempre in prossimità di plancette e motori, sono stati ricavati sulla scocca in vetroresina alcuni gavoni, due per le cime di ormeggio, e una grande nicchia opzionale, alle spalle della struttura a baglio, ove sistemare la zattera in posizione pratica e di rapido accesso in caso di necessità.
Si entra in pozzetto da un passaggio aperto, camminando su di un pagliolato rivestito di teak sintetico, morbido e più facile da tenere pulito rispetto al teak tradizionale. Questa zona è dedicata alla convivialità. A destra c’è un divano abbattibile a murata (se non serve), con tasca portaoggetti sotto allo schienale. A sinistra, invece, c’è il divano a “U” che, a seconda dell’uso dello stelo in alluminio, del piano centrale e del cuscino, assume tre fisionomie: area lunch, area salotto e area solarium; il tutto avvolto da imbottiture lungo le murate. I gavoni sottostanti, in grado di accogliere veramente tantissimi oggetti, si possono usare come stiva e per accedere ai serbatoi.
Prima di entrare nella dinette sotto l’hard top, iniziamo l’escursione verso prua attraverso i due passavanti (uno sulla struttura di vetroresina e uno in gomma sui tubolari), al fine di raggiungere il secondo solarium sulla tuga e la plancetta prodiera, su cui si staglia il barbotin dell’ancora. Il prendisole è circondato da corrimano in acciaio a protezione di chi sta sdraiato.
LA POSTAZIONE DI PILOTAGGIO
È il momento di affacciarci alla postazione di pilotaggio/dinette. Un piccolo gradino delimita quest’area dal pozzetto. A destra c’è subito l’angolo cottura, con piano fuochi, lavello e sottostante frigorifero a incasso. Sul lato opposto, invece, una dinette ripropone la stessa soluzione adottata in pozzetto, ma questa volta al coperto: anche qui, a seconda di come si utilizza il piano tavolo centrale, si possono ottenere tre aree differenti (pranzo, salotto o relax, contando in quest’ultimo caso su di una chaise longue che culmina proprio in prossimità dell’accesso in cabina). Con il tavolo abbattuto e il cuscino montato, l’area può anche diventare un letto matrimoniale aggiunto, montando le già citate tende di oscuramento. L’hard top ha il tetto trasparente e può essere dotato di telo scorrevole per evitare l’effetto “lente” nelle ore più calde.
Il pilota ha a disposizione una poltroncina monoposto con cuscino anteriore sollevabile per pilotare in piedi e, davanti a sé, un cruscotto ampio, a palpebra, dove incassare gli strumenti di navigazione, gli interruttori, la bussola e gli orologi del carburante, voltmetro e il joystick dell’elica di prua. Da sinistra, sollevando il tambuccio e piegando la porta in acrilato, si scende nella zona notte. Qui troviamo un locale bagno separato con doccia e WC elettrico, un letto armatoriale con gavoni e cassetti sottostanti, passo d’uomo, specchio e, nella parte opposta, sotto la postazione di pilotaggio per intenderci, un secondo letto da una piazza e mezza per bambini o ospiti.
Nel modello in prova, mancano le tende per la privacy, ma sono comunque disponibili come optional. Rivestimenti interni in legno e tessuti sono personalizzabili a scelta del cliente.
PROVA DI NAVIGAZIONE
È ora di passare alla parte dinamica del test. Allacciato lo stacco di sicurezza, mi metto ai comandi apprezzando sin da subito la grande visibilità frontale offerta dal parabrezza panoramico e l’aerazione interna garantita dall’assenza di vetri laterali. La ruota di governo è comoda da brandeggiare, sia da seduti che in piedi, le manette di accelerazione e le marce anche.
La massa del battello è imponente (3,5 tonnellate a vuoto) ed è per questo che il RIB può essere motorizzato con una coppia di fuoribordo fino alla concorrenza massima di 700 cavalli. In questo caso però ne mancano all’appello ben 200, in quanto sullo specchio di poppa sono montati due Honda BF250 con eliche di passo 19”.
La carena è piuttosto sporca: purtroppo il periodo estivo e le acque calde hanno determinato in una sola settimana l’attecchire di un bel po’ di vegetazione, che inficerà sulle prestazioni massime (circa 4 nodi in meno rispetto ai dati forniti dal cantiere).
LE PRESTAZIONI DEL SOLMAR 32.9 OPEN
A bordo durante il test siamo in tre persone e imbarchiamo circa 600 litri di carburante e 170 litri di acqua. Per far planare il battello occorre portarlo sui 2.800 giri/min, cui corrisponde una velocità di circa 13 nodi.
A 3.500 giri/min, trim in negativo, si naviga a 19 nodi consumando complessivamente circa 68 litri/ora. Siamo in pieno regime di ECOmo che, ricordiamo, equipaggia i motori Honda garantendo l’ottimizzazione dei consumi e delle prestazioni in un regime compreso tra i 2.200 e i 5.000 giri/min circa. A 4.000 giri/min la velocità è pari a 23 nodi (consumi di 84 litri/ora), che è da considerarsi una velocità di crociera tranquilla.
Salendo ancora di giri, mantenendo sempre il trim in negativo, passiamo prima attraverso i 27,5 nodi (4.500 rpm e consumi di 120 litri/ora), poi raggiungiamo i 30 nodi a 5.000 giri/min. Qui si esce dall’ECOmo e quindi al salire delle prestazioni salgono anche proporzionalmente i consumi. Con il trim tutto negativo e la carena sporca, non riusciamo a ottenere velocità superiori ai 30,8 nodi: per avere di più dobbiamo portarlo al 50% della sua corsa. Tocchiamo a questo punto i 5.950 giri/min e una velocità di 36 nodi, ma dal cantiere ci assicurano che, con l’opera viva pulita, si sono superati i 40 nodi e non abbiamo difficoltà a crederci.
MANOVRABILITÀ DEL SOLMAR 32.9 OPEN
Passiamo ora alle virate e al comportamento in acqua. Entro in accostata a 4.500 giri/min secchi, che corrispondono a 27,5 nodi. I tubolari gestiscono la virata supportando bene la massa del battello e la mantengono anche proseguendola fino a tracciare un cerchio completo.
La profondità della V prodiera consente di superare le onde con estrema disinvoltura, senza portare acqua a bordo e senza ammaraggi bruschi. Forse da segnalare un po’ di rumore eccessivo, dovuto alla mancanza di finestrature in un’area semi-chiusa che funge da cassa di risonanza; però è anche piacevole sentire il rombo dei motori, in particolare a una certa velocità. In conclusione non resta che dire che il Solmar 32.9 Open è un ottimo battello, con idee nuove, ottima navigabilità e spazi davvero grandi per essere “solo” un dieci metri. Sono già in produzione nuove misure per allargare la gamma: il cantiere ci annuncia nuovi arrivi a breve.
DATI DI NAVIGAZIONE |
REGIME | VELOCITÀ | CONSUMI | TRIM |
giri/min | nodi | l/h | % |
1.500 | 6 | 12 | 0% |
2.000 | 7,8 | 15 | 0% |
2.500 | 10 | 30 | 0% |
3.000 | 14 | 65 | 0% |
3.500 | 19 | 68 | 0% |
4.000 | 23 | 84 | 0% |
4.500 | 27,5 | 120 | 0% |
5.000 | 30 | 132 | 0% |
5.200 | 30,8 | 134 | 0% |
5.950 | 36 | 134 | 50% |
*Attiva funzione ECOmo
CONDIZIONI DELLA PROVA |
Località | Sabaudia (LT) |
Persone a bordo | 3 |
Condizioni meteomarine | assenza di vento, sole |
Carburante imbarcato | 600 l |
Acqua imbarcata | 170 l |
SCHEDA TECNICA
- Lunghezza f.t. 9,99 m
- Lunghezza di omologazione 9,92 m
- Larghezza f.t. 4,10 m
- Diametro tubolari 0,77 m
- Compartimenti 6
- Portata persone 14
- Potenza massima installabile 700 cv (520 kW)
- Motori installabili 2 gambo XXL
- Capacità serbatoio carburante 2 x 300 litri cad.
- Capacità serbatoio acqua 170 l
- Prezzo euro 179.000,00 + IVA
SOLMAR S.R.L.S
Via Mediana Vecchia
04019 Terracina (LT)
Tel. +39 334 8534508
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