Una nuova vita operativa per le unità storiche
Nel nostro scorso appuntamento avevamo accennato circa il fenomeno dell’utilizzo di unità storiche a fini commerciali; in particolare, avevamo fatto riferimento alle unità da lavoro e da trasporto merci o passeggeri dal XIX secolo fino alla prima della metà del XX. Con questo approfondimento, non vogliamo parlare del seppur affascinante mondo dei classic yacht, ma di quello delle unità commerciali, sia piccole che grandi, che oggi, grazie alla non comune passione di taluni armatori, cultori e appassionati, riescono a rivivere, navigare e, soprattutto, lavorare proficuamente.
Sia a livello operativo, che nel mercato della compravendita, seppur di nicchia, si possono trovare autentici esempi di archeologia navale: si tratta di unità da trasporto passeggeri di tutte le dimensioni, rimorchiatori, tender, battelli fluviali, unità da piccolo cabotaggio, da trasporto fluviale, ma anche di unità da diporto, sebbene non riconducibili, benché formalmente, al mondo dei suddetti classic yacht. Sul fronte degli apparati propulsivi, con un po’ di fortuna, si possono trovare unità d’epoca a vapore, a diesel o anche a benzina ancora in funzione. Naturalmente, ci sono anche scafi originali, man mano allestiti e/o sottoposti a refit con motorizzazioni ed equipaggiamenti più moderni, magari mantenendo comunque il profilo estetico originario.
Volendo invece approfondire gli aspetti più operativi dati dall’utilizzo di queste unità, le ricerche effettuate ci hanno permesso di capire che, oltre al charter, ai piccoli servizi merci, a ristorazione e ricettività, esistono altri impieghi operativi di non minor impatto economico. Ad esempio, associazioni storico-tecnico-culturali di respiro marittimo o, ancora, enti e cultori di automazione e navigazione storica effettuano tour di navigazione.
Altre attività possono riguardare eventi di formazione per insegnare e mantenere vive le professionalità dedicate alla conduzione delle unità e dei relativi apparati motore, come quelli a vapore, il cui funzionamento è assai differente rispetto ai successivi apparati di propulsione. Alcune società armatoriali, proprietarie di unità come queste, si dedicano invece ai charter di lusso o ai noleggi per le case cinematografiche, ma anche ai più comuni eventi per le aziende.
Ma dove sono radicate, perlopiù, queste unità e dove è possibile cercarle per acquistarle e magari rimetterle in servizio? Con l’aiuto di Michael Melito, account di una società di consulenza italiana specializzata anche in veicoli e mezzi di trasporto storici, abbiamo cercato di comprendere meglio questo particolare cluster, ponendogli alcune domande.
Michael, anzitutto, di cosa vi occupate all’interno della vostra realtà?
La nostra è una piccola ma efficiente realtà societaria della provincia di Savona. Ci occupiamo essenzialmente di consulenza e supporto tecnico, amministrativo e certificativo sia per compagnie assicurative che per aziende specializzate nei trasporti marittimi, ferroviari e terrestri, con qualche incursione nel mondo dell’aviazione. Accanto a queste attività abbiamo però inserito da poco un reparto di mediazione, anche marittima, dove opera personale opportunamente riconosciuto e autorizzato.
Dalla tua diretta esperienza, dove sono più radicate le attività con unità storiche a livello mondiale?
Tuttora i Paesi dove ho registrato più interesse e mercato per questi utilizzi sono la Germania, l’Olanda, il Regno Unito e gli Stati Uniti, ma anche alcuni Paesi dell’est Europa.
A volte questi mezzi hanno bisogno di restauri, refitting e adeguamenti certificativi per poter navigare dopo l’acquisto. Il gioco vale la candela?
Una domanda più che giusta. Ovviamente dipende. Come qualsiasi investimento, anche questo deve essere sempre opportunamente valutato e soppesato, avvalendosi di strumenti di previsione economica e gestionale. Come ogni attività economica, infatti, anche questa ha dei costi e dei rischi, ma non direi che possa rappresentare una cattiva attività in cui investire, soprattutto considerando il florido mercato del diporto commerciale a livello europeo.
Con queste poche righe abbiamo forse potuto capire come, nonostante l’età di una imbarcazione, e al netto delle sue peculiarità, ogni unità, comprese quelle storiche, può avere ancora modo di navigare così da accontentare non solo la clientela “classica”, ma anche il cultore e l’appassionato. Un settore molto particolare, non certo privo di sfide e complessità, ma certamente in grado di far scoprire e rivivere antiche sensazioni attraverso nuove forme di sviluppo commerciale.
DANIELE MOTTAPerito e Consulente Navale, nonché Mediatore Marittimo, è riconosciuto dalle principali organizzazioni e istituzioni nazionali e internazionali come l’SCMS, FEMAS, AIPAM e Ruolo Periti ed Esperti. Commissario d’Avaria per le principali compagnie assicurative nazionali, svolge altresì la propria attività peritale e professionale con particolare riferimento al diporto commerciale, allo shipping e alla gestione/consulenza afferente all’esercizio delle unità navali. Attivo dal 2015 nella divulgazione in campo nautico, ha partecipato alla stesura della pubblicazione “La riforma della nautica da diporto” e collaborato con varie testate specializzate nella nautica. Docente e formatore, ha tenuto vari corsi e seminari dedicati al cluster marittimo. A tutt’oggi è titolare dello Studio Tecnico Navale Daniele Motta, meglio conosciuto come Marine Consultants & Surveyor (www.perizienavali.it). Avete domande per il Per. Navale Daniele Motta? Scrivete all’indirizzo e-mail: info@mondobarcamarket.it – info@studiomcs.org o telefonare al Cell. +39 389 0063921 |