Filippo Salvetti: progettare il Ferretti del futuro
Filippo Salvetti non sapeva di voler disegnare barche nella vita; si considerava più un architetto e industrial designer. Ma una collaborazione quasi casuale con Officina Italiana Design lo fa appassionare al mondo della nautica.
Quelli passati nello studio che cura il design di Riva sono anni fondamentali e forse profetici, perché oggi lavora in esclusiva per il Gruppo Ferretti. Abbiamo parlato dei suoi ultimi progetti, uno in particolare, che non assomiglia a nulla di già visto.
Com’è nata la collaborazione con Ferretti Group e cosa significa lavorare con un Gruppo così importante?
Dopo la realizzazione del mio primo modello, il Ferretti 670, mi è stato chiesto di collaborare in esclusiva su un certo range di imbarcazioni per intervenire sul restyling. Lavorare sul rinnovo gamma per uno dei gruppi più importanti nel panorama nautico mondiale è molto stimolante, ma allo stesso tempo è un ruolo carico di responsabilità.
In questo particolare percorso di restyling, guardare all’heritage, inteso come patrimonio identitario del marchio e processo evolutivo delle linee, è fondamentale, soprattutto per un marchio come Ferretti – con oltre 50 anni di storia – in cui il cliente affezionato si identifica. Per la riuscita del nuovo design è importante individuare le linee guida che hanno reso forte il feeling di gamma, isolare l’essenza dei segni, rielaborarli e aggiungere concetti e stilemi nuovi, proiettandoli al futuro.
Come cambia l’approccio alla progettazione tra un modello Ferretti Yachts e uno Custom Line?
Pur appartenendo allo stesso gruppo, i due marchi presentano differenze nella filosofia di progettazione e nell’approccio alla costruzione. Ferretti Yachts si concentra su design eleganti e funzionali: i modelli sono noti per la loro estetica moderna e le linee pulite, e per offrire spazi ben progettati all’insegna del comfort e del lusso. Rispetto all’altro brand, Ferretti Yachts è caratterizzato da possibilità di personalizzazione limitate: c’è un certo margine per gli interni, è vero, ma solitamente si seguono modelli di produzione più standardizzati per garantire maggiore efficienza nel processo produttivo.
Custom Line, al contrario, ha un approccio molto più custom, appunto. Gli acquirenti hanno la possibilità di decidere non solo degli interni, ma anche della disposizione degli spazi, delle finiture e, talvolta, anche del design esterno. Si tratta più che altro di imbarcazioni su misura, che devono rispondere alle esigenze specifiche di clienti molto esigenti. Con questo approccio si lavora a progetti più unici, che si adattano alle necessità e ai gusti dei singoli armatori. In sintesi, mentre Ferretti Yachts offre imbarcazioni di lusso con un design elegante e spazi ben concepiti, Custom Line si distingue per l’approccio più personalizzato, consentendo ai clienti di influenzare in modo significativo il processo di progettazione e ottenere uno yacht su misura.
Entrambi i marchi, comunque, condividono l’attenzione alla qualità costruttiva, le prestazioni di navigazione e l’uso di materiali di alta qualità; tutte caratteristiche che riflettono gli standard elevati che si associano al Gruppo Ferretti.
Ha lavorato alle linee esterne di INFYNITO 90, un progetto molto innovativo. Ci dice di più di questo yacht e dei suoi contenuti?
Prima di pensare al prodotto e ai suoi contenuti, ci siamo interrogati sul concetto di lusso oggi: un oggetto di lusso deve essere esclusivo, moderno, elegante, sostenibile e innovativo nei contenuti. Oggi si è abituati a standard di accoglienza molto elevati, che si traducono in aspettative sempre più sofisticate da parte dell’armatore e in una difficoltà inedita nel soddisfare e stupire il cliente da parte del produttore. Per questo, alla base del progetto c’è un’originale ridistribuzione dei flussi interni ed esterni.
L’intuizione decisiva, però, è stata la necessità di creare nuovi spazi a bordo. Ed è qui che nasce l’idea dell’All-Season Terrace: un salotto esterno coperto posizionato a prua, capace di offrire un nuovo mondo da allestire come l’armatore meglio desidera, da trasformare in ciò che preferisce, in una zona relax conviviale così come in uno spazio intimo, da chiamare suo. La personalizzazione è più che mai necessaria nel mondo del lusso, quindi sarà il cliente a scegliere se allestire questo ambiente per renderlo una spa con Jacuzzi, oppure un bar privato per godere di momenti conviviali, o, ancora, una sofisticata lounge da cui ammirare l’infinito che lo circonda e che muta in continuazione, da solo o in compagnia.
Perché posizionare questo ambiente a prua?
Proprio per questo: pensando alla peculiarità che ci offre l’oggetto barca, cioè la possibilità di navigare, perché non creare una nuova zona focus protetta, da vivere proprio fronte navigazione? A questo aspetto, se ne affianca uno più funzionale: la questione di privacy e intimità. Si dispone di un luogo all’aperto, ma comunque nascosto, da vivere anche in banchina lontano da occhi indiscreti. Un pozzetto sul main, sull’upper o sul sun deck è un ambiente spesso visibile da strutture sopraelevate o passerelle presenti nei porti, ad esempio; a prora, invece, a guardarti c’è solo il mare. Così, questo nuovo concetto di terrazza a prua è diventato per noi il fulcro dell’intera composizione progettuale, la sua chiave di lettura e la prerogativa anche per un futuro sviluppo di gamma. La sua conformazione e la sua architettura, scandita dagli elementi strutturali, si fondono organicamente con la natura che la circonda e che le fa da cornice.
Guarda il video di INFYNITO 90
Cosa ci dice, invece, del design nel complesso?
Per il design esterno di INFYNITO 90 ci siamo orientati, come sempre, verso uno stile contemporaneo caratterizzato dalla forte purezza formale e dall’eleganza, con l’obiettivo di eliminare l’opulenza intrinseca in tutti i decori non essenziali. È molto complesso riuscire a realizzare un prodotto dal design pulito e sintetico ma che abbia comunque una forte identità. Il trattamento scultoreo delle superfici contribuisce a donare carattere al progetto e lo proietta verso un design modernista, caratterizzato da una chiara pulizia formale. L’immagine complessiva è di forte solidità, una prerogativa importante per un prodotto che deve solcare anche mari insidiosi.
In sintesi, possiamo dire che INFYNITO 90 sia un prodotto dal carattere deciso, che fa sfoggio della sua forte presenza e della sua potenza e che non nasconde il suo DNA da explorer. La libera posizione dei singoli ambienti, distribuiti in ben 7,3 metri di baglio, senza obbligazioni verticali, genera una profonda tensione tra la libertà compositiva dei volumi interni e la presenza della natura che penetra visivamente.
Nel primo layout che abbiamo ideato con lo studio IdeaeItalia, che ha curato il decor interno, la zona pranzo è a prua e troviamo anche una cucina informale; è soprattutto in questa configurazione che le enormi vetrate che abbracciano i due saloni annullano il concetto tradizionale di finestra e permettono di proiettarsi a 360 gradi verso l’ambiente esterno circostante. Questo accorgimento, insieme alla continuità visiva da poppa a prua, ci ha permesso di creare una connessione tra barca e orizzonte mai vista prima d’ora. Ed è proprio da questa sua tipicità che la barca prende il nome di INFYNITO 90.
INFYNITO 90 prevede anche molte soluzioni green. Hanno influenzato in qualche modo la progettazione delle linee?
C’è stato un crescente focus sulla sostenibilità ambientale nel settore marittimo. Le nuove imbarcazioni incorporano tecnologie sempre più pulite e sforzi per ridurre l’impatto ambientale. Ferretti Yachts mette in campo nuove strategie, tra le più significative ci sono il solar roof, capace di generare corrente elettrica sufficiente a ricaricare il pacco batterie al litio dedicato ai servizi di bordo, e i materiali green, come vernici ecologiche, teak sostenibile, pannelli in fibra di lino, stoffe e pelli riciclate, che proiettano il prodotto verso un futuro sostenibile. I progressi nella progettazione navale e nelle tecniche di costruzione hanno portato a imbarcazioni più leggere, più veloci ed efficienti dal punto di vista energetico. Integrare queste soluzioni è stata per noi, per IdeaeItalia e per il cantiere una bella sfida.
Uno degli ultimi progetti della linea Custom Line è Navetta 38. Alberto Galassi ha parlato di canoni di eleganza, fluidità degli spazi e comfort inediti. Ci spiega meglio questo progetto?
Navetta 38 si presenta come un’imbarcazione affascinante, intrigante sia dal punto di vista dello stile che dei contenuti, con un design senza tempo e linee sobrie; segue una struttura ben definita che ne enfatizza il carattere e gli interni e gli esterni dialogano armoniosamente, creando un’esperienza fluida e raffinata. La collaborazione con lo studio ACPV ARCHITECTS, di Antonio Citterio e Patricia Viel, ha permesso di creare un oggetto dal fascino timeless, caratteristica tipica del loro DNA progettuale. Insieme abbiamo dato vita a un prodotto unico, dal linguaggio formale e di grande gusto estetico, un aspetto fondamentale quando ci si confronta con il mondo del premium, in cui i clienti acquistano per desiderio e non per necessità.
Come funziona il processo creativo per lei? Da cosa trae ispirazione e come coniuga innovazione e tradizione?
Per il nostro lavoro creativo, la contaminazione di altre discipline è fondamentale: dobbiamo nutrirci di tutto ciò che vediamo intorno a noi, ma allo stesso tempo non dobbiamo privare la nautica della sua specificità. Troviamo ispirazione in tutto quello che ci circonda. La bellezza e la funzionalità della natura marina, come le onde, le curve delle barche a vela, i movimenti fluidi e i colori dell’oceano, possono essere fonte d’ispirazione per il design delle imbarcazioni, ma lo sono anche la storia e le tradizioni marittime.
Principi di design provenienti da altre discipline, come l’architettura e il design industriale, possono essere applicati al settore nautico per creare soluzioni innovative ed esteticamente gradevoli; tuttavia, anche l’ascolto attento dei desideri e delle necessità del cliente è fondamentale.
L’inizio di tutto è l’intuizione, che ci porta a esplorare forme e funzioni innovative; subito dopo c’è la fase più delicata, quella in cui dobbiamo concretizzare l’idea e renderla producibile, sempre con il massimo rispetto del brand che ci ospita e di tutti i vincoli economici e produttivi che si presentano. In questo scenario entrano in campo competenze diverse, non ci si può limitare a fare bei bozzetti: oltre al gusto estetico e alla capacità espressiva, che sono alla base di tutto, servono competenze tecniche, commerciali e manuali, che si acquisiscono solo con esperienza, passione e umiltà, fondamentali per lavorare in team in modo producente. Vivere la produzione in cantiere, metabolizzare le richieste del commerciale, saper assecondare le esigenze costruttive ed economiche evidenziate dal project manager sono tutti insegnamenti importantissimi, volti a una crescita culturale e professionale.
Il nostro lavoro è frutto di conoscenza, analisi progettuale ed esplorazione, ma, come nell’alchimia, si presume ci sia una piccola componente magica e, anche se sembra la minor parte, sarà quella forse a fare la differenza. Saper lavorare a un progetto carico di vincoli, anche se non si direbbe, sviluppa in modo esponenziale la creatività: si deve creare del bello stando attenti ai margini economici richiesti e rendendo il più semplice possibile la realizzazione del prodotto. Per me, questa è la grossa differenza tra un designer industriale e un artista o stilista.
Nei suoi anni di attività, come ha visto cambiare questo mondo e come ha visto evolversi le imbarcazioni?
Negli ultimi decenni, il settore nautico ha subito diversi cambiamenti e innovazioni significative. L’introduzione di nuovi materiali leggeri e resistenti e di nuove tecnologie di stampaggio ha permesso la creazione di imbarcazioni più leggere e con forme più complesse. Inoltre, l’attenzione al comfort degli occupanti è diventata sempre più importante, ma soprattutto il nuovo cliente è sempre più preparato ed esigente, e questo ha cambiato il nostro modo di progettare.
Anche la crescente consapevolezza ambientale è stata fattore di cambiamento: ha generato una maggiore attenzione alla sostenibilità nel settore nautico, portando la nascita di iniziative per ridurre l’impatto ambientale delle imbarcazioni e dei processi di produzione, che per forza di cose coinvolgono anche il modo di progettare.
Dei nuovi progetti, invece, cosa può dirci?
Per quanto riguarda il futuro e i progetti su cui stiamo già lavorando, posso solo dire che saranno caratterizzati da un design che tenderà da una parte a cancellare i paradigmi precedenti, per cercare di rappresentare qualcosa di nuovo e contemporaneo, dall’altra, nonostante gli elementi di rottura con lo stile precedente, molte caratteristiche Ferretti saranno mantenute. Stiamo pensando al Ferretti del futuro.
FILIPPO SALVETTI DESIGN