Beneteau compie 140 anni tra innovazioni e traguardi
Era il 1884 quando Benjamin Bénéteau inaugurava il suo cantiere navale a Croix-de-Vie, nella regione della Vandea. Da allora il gruppo Beneteau è cresciuto costantemente, passando da una modesta produzione di pescherecci a vela a una massiccia presenza globale, con 21 marchi e 8.000 dipendenti distribuiti in 23 stabilimenti in tutto il mondo.
IN PRINCIPIO ERANO I PESCHERECCI A VELA…
“Benjamin, mio nonno, ha avuto un destino fuori dal comune. Nato a St-Gilles-Croix-de-Vie in una famiglia numerosa e poco fortunata, viene adottato all’età di 6 anni da uno zio, François Houyère, navigatore di lungo corso”. A raccontare questa storia è la nipote di Benjamin Bénéteau, Annette Roux, Presidente della Fondazione Beneteau dal 2005, nonché Presidente del consiglio di sorveglianza di BERI 21, la struttura di controllo dell’intero gruppo.
Bénéteau ha solo 12 anni quando si imbarca come mozzo a bordo della scialuppa Elisa, con il sogno di costruire imbarcazioni. Nel 1879, svolge il servizio militare a Rochefort, dove finalmente diviene architetto navale. Solo cinque anni dopo, nel suo paesino d’origine affacciato sulla costa atlantica, fonda il cantiere che ancora oggi porta il suo nome.
“All’epoca le barche si chiamavano scialuppe, dundee, gazelle. I pescherecci, tutti a vela ovviamente, dovevano arrivare in porto il prima possibile, in quanto il primo che arrivava poteva vendere il pesce al miglior prezzo”, prosegue Roux, che oggi siede anche nel Consiglio di Amministrazione di Beneteau. “Questa ricerca di prestazioni resterà sempre al centro degli obiettivi degli architetti e dei costruttori, allenandoli a volersi sempre superare, a non essere mai soddisfatti e a innovare continuamente”.
… POI ARRIVANO LE BARCHE A MOTORE
La prima vera innovazione arriva infatti tra il 1909 e il 1910: Benjamin mette a punto la prima barca da pesca a motore della regione. Gli abitanti, però, stentano a cogliere la portata di questa novità, al punto che Bénéteau decide di chiamare l’imbarcazione “Vainqueur des Jaloux” (“Vincitore dei Gelosi”). Forse ancora non immagina la reazione che scatenerà. “Croix-de-Vie, grande porto per la pesca di sardine, conta al tempo una decina di conservifici. Le donne che vi lavorano, ritengono che il rumore di questo motore faccia scappare i pesci, quindi decidono di interrompere il lavoro e aspettano Benjamin con delle pietre. La polizia a cavallo arriva da Les Sables d’Olonne e da La Roche-sur-Yon. Questo scontro si concluderà solo dopo parecchi mesi; nostro nonno deciderà di chiamare la seconda barca a motore per la pesca a sardine La Paix (La Pace)”.
LA SECONDA GENERAZIONE DI BENETEAU
Nel 1921, André Bénéteau eredita il cantiere dal padre. André è l’unico figlio di Benjamin e in paese dubitano delle sue capacità. “Probabilmente nostro padre non possedeva la sua stessa forte personalità, era piuttosto taciturno, come i grandi marinai, ma aveva sicuramente il dono delle linee”.
Un pescatore sceglie tuttavia di dargli fiducia e così, al riparo in un hangar, André disegna la sua prima “pinasse”, una pinaccia in legno che riscuote grande successo fin dal suo varo: la popolazione, ammassata sulla banchina per partecipare all’evento, rimane sorpresa dall’eleganza di questo modello. Beneteau inaugura così un periodo felice, che si protrae fino agli anni Sessanta. L’attenzione alle performance cresce sempre più, con barche come Jeannot (1929) e La Poursuivante (1930). E se la fine della seconda guerra mondiale impone la necessità di ricostruire la flotta da pesca, la produzione si modernizza per rimanere al passo con i tempi: nel 1955, nasce L’Antigone, la prima barca creata per la pesca del tonno con esca viva.
UN’AZIENDA FAMILIARE
È a questo punto che la vita di Annette, nata nel 1942, s’intreccia con la storia del cantiere: “Di questo periodo, io e i miei fratelli manteniamo un ricordo meraviglioso. Certo, la nostra famiglia era modesta, i costi di produzione non erano certo la passione di nostro padre, ma che scuola di vita! Tutto iniziava con la scelta della quercia nel bosco, la domenica. Questo ci “purificava”, la scelta degli alberi rappresentava un momento quasi religioso, il loro arrivo a Quai des Greniers, la loro consegna con la tensione di scoprire se c’era troppo alburno, eventualità che ci avrebbe obbligati a rifare tutto. Vivevamo tutto in famiglia: bambini, apprendisti, dipendenti, clienti, non conosco un mestiere all’epoca più bello di quello del costruttore. E poi è in questo modo che abbiamo imparato…”.
DALLA PESCA AL DIPORTO
Qualcuno dice che del passato conserviamo solo i ricordi più belli, mentre quelli meno piacevoli si sfocano, travolti dal tempo. È proprio quello che sembra succedere alla nipote di Bénéteau, quando richiama alla mente l’inizio degli anni Sessanta. Il cantiere sta attraversando una fase delicata, determinata dal declino della pesca.
“Di questi anni, mi rimangono solo alcune impressioni. Tutti i rumori si affievoliscono: gli operai non fischiettano più, i genitori parlano meno, i clienti diventano rari, le visite delle banche sono sempre più frequenti. André – nostro fratello maggiore – ha una passione: disegnare. Ma purtroppo non c’è più niente da disegnare. I nostri genitori hanno ancora tre figli da crescere e abbiamo diciassette carpentieri di barche: come ricollocare dei carpentieri di barche?”.
In questo scenario così incerto, irrompe la nautica da diporto. Bénéteau, in realtà, ancora non ha pensato a una riconversione della produzione, ma sta esplorando un materiale innovativo: il poliestere.
A cambiare le carte in tavola è l’incontro di Annette con Louis-Claude Roux, che diventerà suo marito: grazie a lui, imprenditore e costruttore di Challans, prende coscienza dei cambiamenti che hanno investito il settore. Lei, che non è mai stata spettatrice, ma sempre protagonista, a soli 22 anni disegna un futuro nuovo per l’azienda di famiglia: nasce così la prima gamma da pesca-crociera. Il debutto avviene nel 1965, al Salone Nautico di Parigi. “La tensione è alle stelle. Nessun’altra barca assomiglia alle nostre e, non essendo degli habitué della capitale, non ci sentiamo molto a nostro agio. Tuttavia, solo qualche ora dopo l’apertura, tre uomini d’affari si presentano, dicendo che le nostre barche rispecchiano ciò che la clientela chiede e che nessun altro costruttore fabbrica. Uno è del Morbihan, l’altro del Finistère, il terzo delle Coste del Nord. I loro ordini complessivi rappresentano molti mesi di lavoro per le nostre squadre. Dopo qualche minuto di confronto con mio marito, la scelta è fatta: distribuiremo tramite una rete, cosa che – a parte Jeanneau – nessuno faceva ancora”.
LA RINASCITA DI BENETEAU
Dopo la crisi, ci vogliono sette anni per far quadrare di nuovo i conti, ma ormai la rotta è segnata: la produzione si diversifica, dapprima con l’arrivo di una gamma completa, da 3,60 a 5,80 metri, poi con la nascita dei First, grazie alla collaborazione con André Mauric; vengono acquistati nuovi macchinari; fiorisce l’export, con la creazione di una rete di concessionari e importatori in Europa, e l’apertura della prima filiale negli Stati Uniti, ad Annapolis.
Nel 1984, Beneteau festeggia il centesimo anniversario con il debutto in Borsa, nel “Second Marché”, la sezione dedicata alla imprese di medie dimensioni. L’anno successivo, prosegue l’espansione in Nord America: viene inaugurato uno stabilimento produttivo a Marion, nel South Carolina; è il primo fuori dalla Francia.
“Investire industrialmente negli Stati Uniti per noi francesi è considerato come estremamente ambizioso, numerosi gruppi hanno dovuto abbandonare, ma la nostra convinzione è tanta che non esitiamo”, spiega Annette.
ARRIVA IL PRIMO OCEANIS E IL FIRST SI RINNOVA
Nel frattempo, la flotta si allarga: il cantiere, con il contributo di Philippe Briand, sforna il primo Oceanis, mentre il First rinasce nella nuova versione 35 S5, frutto della collaborazione con il designer Philippe Starck e l’architetto Jean Berret. L’intervento di Starck, in particolare, si rivela decisivo.
“Come farlo rinascere dopo le difficoltà tecniche riscontrate gli anni precedenti? Abbiamo bisogno di aiuto! Pensiamo a Starck, che incontro a Parigi. Non ci nasconde che la nautica non è la sua specialità. Ci propone di mettere un 35 piedi nel suo giardino a Montfort-l’Amaury, dicendo che trascorrerà qualche notte a bordo e solo dopo questa esperienza sarà in grado di risponderci… Nonostante la richiesta sia un po’ particolare, gli mettiamo a disposizione un First 35, la prima barca concepita con due cabine di poppa. E aspettiamo… È in quest’atmosfera gioiosa, affettuosa, ma anche professionale che nascerà il First 35 S5. Potrei scrivere pagine intere di aneddoti, emozioni su questo periodo che ci ha ridato la voglia di superarci. Il momento più intenso è stato il suo lancio durante il Salone Nautico di Parigi nel 1987. Che impressione! Un cliente su due lo adorava, un cliente su due lo detestava. Ciononostante, la serie ha avuto un grande successo e Starck non solo ha fatto crescere noi e tutta la professione, ma ha anche scoperto un settore che lo ha portato a firmare i più grandi yacht al mondo”.
MA TORNA L’OMBRA DELLA CRISI
Negli anni Novanta, torna l’ombra della crisi, che si abbatte sulla nautica da diporto su scala globale. Sono anni duri per Annette Roux.
Nel 1991 perde prima la madre, Madame Bénéteau, poi il marito, che ricorda commossa: “Devo rendere omaggio a mio marito Louis-Claude perché mi ha incoraggiata, promettendomi che mi avrebbe aiutata, cosa che ha fatto fino all’ultimo giorno, senza mai prendere decisioni al mio posto. Louis-Claude era un costruttore, abbiamo avuto una complicità pazzesca nello sviluppo di Beneteau”.
UNA PROVA DI FORZA
Per affrontare la difficile congiuntura economica, il cantiere cerca di rafforzare la propria posizione nel mercato: nel 1992, acquista una quota di CNB (Construction Navale Bordeaux), che costruisce i catamarani Lagoon. Ma la vera svolta avviene nel 1995, quando Jeanneau, storico rivale del cantiere, entra a far parte di Beneteau: “La pace ritrovata con il nostro grande concorrente di sempre sarà uno degli eventi più importanti della nostra storia, probabilmente anche il più importante della nautica da diporto francese. Questo ritrovarsi è stato importante. Due famiglie della Vandea, due aziende che si dovevano confrontare con gli stessi problemi e che, all’improvviso, parlavano la stessa lingua. Due team che, se fino al giorno prima gareggiavano, ora scoprivano che ognuno aveva dei più e dei meno. Decidemmo quindi di prendere i più di entrambi e di scartare i meno… Insieme, avremmo vissuto la ripresa dei mercati e insieme ci saremmo arricchiti dell’apporto di uomini nuovi e capaci”.
NASCE IL GROUPE BENETEAU
La crescita, infatti, è spettacolare: il cantiere assume una nuova dimensione, diventando “Groupe Beneteau”, e sbarca su nuovi mercati. Nel 2009, lancia il brand Monte Carlo Yachts, che produce yacht di lusso, mentre Prestige – che faceva parte della flotta di Jeanneau – diviene un marchio separato.
Le acquisizioni si moltiplicano: nel 2014, arrivano le americane Four Winns, Glastron, Wellcraft e Scarab; poi nel 2018, è la volta dei cantieri Delphia Yachts e Seascape, a cui si aggiunge Digital Nautic, la piattaforma dedicata al noleggio barche. Quest’ultima, in particolare, testimonia la volontà del colosso francese di puntare non solo sulla cantieristica, ma anche sui servizi digitali connessi alla nautica. Non a caso, negli ultimi anni, Beneteau ha dato vita a Band of Boats, un sito di compravendita di imbarcazioni, e a Seanapps, un’App che semplifica la gestione e la manutenzione della barca.
Lo stesso piano di sviluppo del gruppo, “Let’s Go Beyond!”, stabilisce che la digitalizzazione sarà la strada da seguire nel prossimo futuro: tutte le imbarcazioni saranno connesse e offriranno nuovi servizi ai loro utenti, che siano proprietari, concessionari o compagnie di charter.
I 140 ANNI DEL GRUPPO BENETEAU
Il Gruppo Beneteau taglia dunque un nuovo traguardo con la stessa attenzione all’innovazione che l’ha sempre caratterizzato. Questo anniversario – come si legge in una nota stampa – sarà inoltre un’occasione per riscoprire la propria storia e condividere l’audacia, la passione e il gusto della conquista: principi che, secondo la Presidente della Fondazione, occorre preservare per le generazioni future. “Spero che tutti coloro che saranno presenti per celebrare questi 140 anni mantengano vivi questi antichi valori, e siano consapevoli che qualunque sia la sfida loro assegnata, insieme creeranno un’opera di cui il nostro cliente si fiderà per affrontare il mare, un elemento che richiede umiltà e rispetto”.
GROUPE BENETEAU