Strumentazione elettronica: come ottenere il massimo
Nell’articolo precedente abbiamo fatto una panoramica delle potenzialità della strumentazione elettronica di bordo, spaziando dal mondo delle sonde CHIRP fino ad arrivare a quelle tecnologie che possono permetterci di vedere chiaramente (e con dettagli impensabili fino a pochi anni fa) ciò che abbiamo al di sotto e ai lati della nostra imbarcazione. Sto parlando delle funzioni che, per Garmin, prendono il nome di ClearVü, SideVü e LiveScope.
Mi capita di frequente, dopo aver pubblicato una schermata sui social network, di ricevere decine di messaggi da utenti che mi chiedono consigli su come ottenere risultati soddisfacenti dalla propria strumentazione. La mia risposta è sempre la stessa: esperienza, esperienza ed esperienza. Ma proprio per condividere una parte del mio bagaglio di conoscenze, oggi sono qui a darvi quelle “dritte” che sicuramente faranno schiacciare l’acceleratore al vostro strumento. Fidatevi, non è nulla di così complicato da fare, a patto che il trasduttore sia montato correttamente.
SCANSIONARE IN CLEARVÜ E SIDEVÜ
La ClearVü non è altro che una visione verticale di ciò che passa sotto la nostra imbarcazione. Spesso il trasduttore, anziché avere l’apertura a cono, si presenta come un’ellisse (una sorta di cono molto largo e schiacciato), che va a coprire non solo la parte immediatamente sotto la barca, ma anche qualche metro al di fuori della sagoma dell’imbarcazione.
La SideVü, invece, è la cosiddetta scansione laterale, ovvero una visione quasi a 180° che permette di vedere non solo sotto la barca, ma anche e principalmente ai lati, destro e sinistro, con la possibilità di scoprire i segreti del fondale anche a diversi metri di distanza dall’imbarcazione.
Queste due funzioni, estremamente interessanti per scovare nuovi spot di pesca, devono però essere utilizzate nel migliore dei modi, altrimenti rischiamo di vanificare tutte le possibilità di avere immagini perfette a schermo, credendo che non funzionino come mostrato nelle pubblicità. Posso assicurarvi invece che, con un pochino di pazienza, è possibile ottenere risultati ancora migliori dalla propria strumentazione e vedere relitti e strutture con un incredibile dettaglio, a patto che si seguano queste regole.
I SEGRETI PER OTTENERE IL MASSIMO DALLA STRUMENTAZIONE ELETTRONICA
1. ATTENZIONE A VELOCITÀ E DIREZIONE
Immaginate di essere il paziente che sta per effettuare una TAC o una risonanza magnetica e, a chi sarà capitato, sa esattamente cosa sto per spiegare. Nel momento in cui vi stendete sul lettino dello strumento diagnostico, vi verrà richiesto di non muovervi e di limitare i movimenti per avere un’immagine dettagliata. Bene, nelle scansioni con la vostra strumentazione elettronica funziona esattamente allo stesso modo e quindi una mappatura con mare calmo darà un’immagine nitida e precisa.
Questo è il segreto numero uno: per avere la chance di vedere una scansione perfetta in SideVü e ClearVü, dovremo trovare le condizioni ideali, quindi preferire le giornate con mare calmo. Non solo, anche l’andatura della barca sarà di prioritaria importanza, in quanto una navigazione perfettamente dritta sulla linea del relitto, una volta scoperta la sua posizione, potrà far comparire una sagoma definita sul nostro display. Anche la velocità dell’imbarcazione giocherà un ruolo fondamentale: infatti, più alta è la velocità e più si sporcherà l’immagine, oltre a fornire una rappresentazione grafica rimpicciolita del relitto o della struttura scansionata. Al contrario, un’andatura troppo lenta potrà regalare un dettaglio maggiore, facendo però allungare, a volte troppo, la rappresentazione di ciò che abbiamo sotto la barca in quel momento.
2. QUAL È LA FREQUENZA GIUSTA?
Oggi sappiamo che, quasi come per le attrezzature da pesca, possiamo trovare il trasduttore con la frequenza più adatta a ciò che vogliamo vedere. La regola è che più alta sarà la frequenza, maggiore sarà il dettaglio visualizzato a schermo; di contro, minore sarà la profondità a cui è possibile fare la scansione. Garmin, ad esempio, offre diversi trasduttori di poppa o passanti con caratteristiche differenti e che possono ampiamente coprire tutte le fasce di profondità e di frequenza, da pochi metri ad alcune centinaia, riuscendo ugualmente a fornire un dettaglio più che discreto. Quindi la domanda da porsi prima dell’acquisto è: qual è la profondità a cui voglio scansionare? Dove e quali sono gli spot che mi interessano?
Una volta trovate le risposte, sarà poi facile scegliere il trasduttore adeguato alla propria zona operativa. Nel mio caso, avendo a che fare con zone di bassa e alta profondità, ho optato per entrambi i modelli, il GT51 e il GT56, che presentano bulbi per scansioni in 2D, ClearVü e SideVü, coprendo così tutte le fasce d’acqua grazie alle diverse frequenze disponibili. Ma andiamo nello specifico di ogni trasduttore.
Il GT56UHD montato su staffa saliscendi della mia imbarcazione ha frequenze operative, nelle modalità ClearVü e SideVü, di 455/800/1.070 kHz. Ciò significa che con queste frequenze potrò vedere con ottimo dettaglio tutto quello che passerà nei pressi dell’imbarcazione, da pochi metri di profondità fino a quasi 100 metri. Quindi, quale frequenza dovrò utilizzare in base alla profondità? La risposta è semplice: maggiore sarà la frequenza e maggiore sarà il dettaglio, a discapito della profondità operativa, quindi si utilizzerà la frequenza intorno ai 1.000 kHz su profondità che vanno da pochi metri fino a circa 20 metri, per poi passare alla 800 kHz, scendendo tra i 20 e i 40, e quindi alla 455 kHz per profondità superiori.
Il trasduttore GT51M, invece, che tengo montato fisso a poppa, oltre a fornirmi la possibilità di scandagliare in CHIRP 2D per scovare i pesci, permette di avere due frequenze per la ricerca di relitti e strutture: la 455 e la 260 kHz. Come noterete, una frequenza si sovrappone a quella inserita nell’altro trasduttore, ma sfruttando una frequenza più bassa (la 260, appunto) posso scansionare relitti profondi, anche a oltre 100 metri, con un dettaglio interessante. Tuttavia, bisogna sempre tenere a mente che più bassa è la frequenza, maggiore è la profondità a cui poter scansionare, ma minore è il dettaglio disponibile.
3. COME GESTIRE LE IMPOSTAZIONI A MENU
Tranquillizziamo subito tutti gli utenti: oggi la quasi totalità della strumentazione elettronica funziona egregiamente in modalità AUTO. Se, però, vogliamo ottenere il massimo dal nostro strumento, dovremo per forza andare a “giocare” con le impostazioni del menu. Le principali da provare a settare sono il contrasto, la luminosità e il sottomenu incluso nelle impostazioni ClearVü o in quelle SideVü.
Qui troverete altri utili settaggi che, in alcuni casi, permetteranno di migliorare ulteriormente l’immagine appena scansionata. La nota positiva è che avrete un riscontro immediato del miglioramento d’immagine, anche di quella già scansionata, avendo quindi la possibilità di vedere esattamente qual è il settaggio migliore per uno specifico spot a una determinata profondità, a patto che abbiate usato la giusta frequenza per la profondità scansionata in quel momento.
In ultimo, ma non meno importante, c’è l’impostazione del range operativo di ciò che vorremo vedere a display. Supponendo di avere uno schermo da 10 pollici, all’aumentare della profondità dovremo aumentare anche la grandezza del display per avere un dettaglio d’immagine eccellente. Non potendo “allungare” lo schermo in base all’aumentare della profondità, possiamo escogitare un trucchetto che consentirà di avere un dettaglio preciso anche per scansioni in profondità più impegnative, ovvero personalizzare il range in base a ciò che ci interessa.
Quindi, se ipoteticamente avessimo una secca profonda che da -100 metri sale fino a -60 metri e volessimo vederla tutta a display, non dovremo far altro che impostare la profondità massima a 110 metri e la minima a 50 metri per consentire allo strumento di rappresentare a tutto schermo solo la parte di fondale che ci interessa.
Sono sicuro che, dopo aver appreso questi piccoli segreti sull’uso della strumentazione elettronica, molti di voi miglioreranno la rappresentazione grafica di ciò che stanno cercando, che sia un relitto, una struttura o uno scoglio isolato, andando quindi a scoprire nuovi importanti dettagli dei propri spot di pesca. Se i consigli hanno funzionato, pubblica la tua scansione sul gruppo Facebook “Amici del Garmin Marine” e tagga Mondo Barca Market e Fabio Storelli: potremo così commentare insieme i vostri grandi risultati!