5 giorni in barca alle Egadi: un itinerario da sogno
Situate al largo della costa occidentale della Sicilia, a poche miglia da Trapani, le isole Egadi costituiscono l’Area Marina Protetta più estesa d’Europa. Siamo andati alla scoperta di questo arcipelago da sogno, navigando tra Favignana, Levanzo e Marettimo. Per una breve vacanza ci hanno regalato panorami mozzafiato, acque turchesi e piatti di pesce freschissimo.
È una bellezza aspra, quella delle isole Egadi. Sarà per le calette rocciose, per le grotte nascoste o forse per l’atmosfera senza tempo; fatto sta che qui la natura domina selvaggia. Difficile resistere al richiamo di questo mare. Per questo, per cinque giorni ne abbiamo fatto la nostra culla sotto le stelle.
GIORNO 1: ARRIVO A FAVIGNANA
Da Roma Fiumicino prendiamo l’aereo per Trapani. Complice la bassa stagione, il biglietto è davvero economico e l’orario di partenza non è per niente male: dopo poco più di un’ora di volo, arriviamo a Trapani alle due del pomeriggio. Raggiungiamo con calma la nostra barca, che si trova ormeggiata alla Base Nautica Trapani. Il clima è mite, anche se l’estate non è ancora arrivata. Prima di imbarcarci, facciamo una rapida sosta in una tavola calda per uno spuntino al volo: panelle e arancine (che qui si declinano al femminile). Poi, via le scarpe. Sistemiamo i bagagli a bordo. Occhiali, cappello, crema solare, drink e siamo già in vacanza.
La nostra prima tappa è la maggiore delle Egadi: Favignana. Un passeggero in aereo ci ha fatto notare con rammarico che sull’isola non ci sono discoteche. Ed è proprio quello che cerchiamo: una vacanza rilassante, lontano dal caos, tra bei panorami e buon cibo.
La navigazione nelle acque di Favignana, all’interno dell’Area Marina Protetta, non richiede particolari attenzioni: ad eccezione della piccola zona B in corrispondenza del Faraglione, l’isola fa parte dell’area C di riserva parziale.
La nostra prima sosta è a Cala Rossa, lungo la costa nord-orientale. Qui, ad abbagliarci non è il sole, ma la bellezza di questa baia selvaggia, con il suo mare azzurrissimo e le sue pareti rocciose punteggiate di macchia mediterranea. I suoi fondali sabbiosi sono l’ideale per lo snorkeling e le immersioni quando soffia lo Scirocco. Un consiglio per chi vorrà seguire questo itinerario: se intendete avvicinarvi a riva, assicuratevi di avere un paio di scarpe da scoglio, perché saranno indispensabili.
Dopo un bagno rigenerante, torniamo a bordo per una doccia e un aperitivo vista mare. Facciamo rotta verso il porto di Favignana, dove ci attende una cena raffinata da “Scaliddre”. Chiudiamo la serata con una passeggiata nel centro storico e una brioche con gelato a piazza Madrice.
IL PORTO: BASE NAUTICA TRAPANI – 38° 00’ 39’’ NORD – 12° 31’ 11’’ EST
Situata a 15 minuti dall’aeroporto di Trapani, Base Nautica Trapani fa parte della Rete Marinedi. Può ospitare imbarcazioni fino a 70 metri di lunghezza. È possibile prenotare online o per telefono. Tel. +39 348 0407546 |
GIORNO 2: FAVIGNANA
Dopo una bella colazione nella dinette del pozzetto di poppa, ci prepariamo per una giornata ricca di avventure. La nostra prima destinazione è la cala del Bue Marino, lungo il versante orientale dell’isola. Non è la prima volta che veniamo a Favignana e possiamo dire con certezza che questa è una delle baie più suggestive: i colori caldi delle alte scogliere di tufo creano un contrasto mozzafiato con il mare, a tratti turchese, a tratti blu intenso. Un tuffo qui è d’obbligo.
Proseguiamo verso sud e ci fermiamo a Cala Azzurra, che – come suggerisce il nome – è una vera e propria piscina naturale, ideale per lo snorkeling e le immersioni. Navigando verso ovest, passiamo Lido Burrone, l’unica spiaggia attrezzata dell’isola. Caratterizzata da fondali bassi e sabbiosi, è anche la più fruibile e di conseguenza in alta stagione è presa d’assalto dai turisti. Una volta superata Punta Longa, una sottile lingua di terra che si protende nel mare, incontriamo Cala Marasolo che, con le sue acque trasparenti, è perfetta per fare il bagno.
La tappa successiva è Cala Rotonda, con il suo scenografico “Arco di Ulisse”, un vero e proprio arco di pietra modellato dal vento e dalla salsedine. Il riferimento all’eroe omerico non è casuale: “l’isola delle capre” dove Ulisse approda nel XI libro dell’Odissea sarebbe proprio un’isola delle Egadi (“Aegades” in greco antico significa “isola delle capre”). Ci avviciniamo a nuoto a questa particolare formazione naturale per ammirarla da vicino, ma ben presto siamo costretti a tornare a bordo: ha cominciato a piovere e rimanere in acqua non è più tanto piacevole.
Facciamo ritorno in porto e ne approfittiamo per visitare la celebre Tonnara. Attiva dal 1859 al 1977, svolse un ruolo cruciale nello sviluppo socio-economico di Favignana. Il complesso, davvero molto suggestivo, riecheggia ancora oggi dei racconti dei marinai e del fermento che animava questo luogo durante la stagione della pesca al tonno, quando il canto dei tonnaroti, agli ordini del rais, scandiva il ritmo della mattanza.
IL PORTO: LA DARSENA – 37° 55’ 55.5’’ NORD – 12° 19’ 34.4’ EST
Posta al riparo da tutti i venti, La Darsena è all’interno del centro abitato di Favignana. È gradita la prenotazione. Arrivati all’imboccatura del porto, occorre contattare uno di questi numeri telefonici: +39 333 681 5254 – +39 340 373 4853. |
GIORNO 3: LEVANZO
Al mattino, le nuvole si stanno diradando a poco a poco. Partiamo alla volta di Levanzo intorno alle nove, quando il teak comincia lentamente a scaldarsi sotto i raggi del sole.
Ci vuole circa mezz’ora per raggiungere l’isola, che emerge dall’acqua in vero angolo di paradiso: tra il blu e il verde del mare spicca qualche casetta, con il promontorio di Pizzo Monaco a far da sfondo. Levanzo, la più piccola delle Egadi, si mostra in tutta la sua bellezza.
Ormeggiamo a Cala Dogana, nel caratteristico porticciolo che si trova di fronte al piccolo centro abitato. Qui abbiamo appuntamento con la guida, che ci condurrà alla Grotta del Genovese, lungo la costa nord-occidentale dell’isola, in barca oppure con la jeep se le condizioni meteo non consentono di arrivare via mare. Le visite si svolgono solo di mattina ed è necessario prenotare con almeno 48 ore di anticipo. L’ingresso è a pagamento (€ 40,00 con il trasporto incluso da Cala Dogana oppure € 20,00 per chi raggiunge autonomamente il sito archeologico), ma vale assolutamente la pena: affacciata su una piccola baia, questa grotta custodisce impressionanti pitture rupestri e incisioni risalenti al Paleolitico Superiore e al Neolitico.
Nel frattempo, si è alzato il maestrale. Con la guida raggiungiamo il sito in fuoristrada. Il tragitto non è troppo lungo (sono circa 4 km) e si può fare anche a piedi, a patto di indossare un paio di scarpe comode. Con il nostro accompagnatore – preparatissimo – andiamo alla scoperta di straordinarie raffigurazioni preistoriche dal fascino ancestrale. Sulle pareti si susseguono animali di grossa taglia e figure antropomorfe stilizzate: un vero e proprio tesoro, rinvenuto per caso nel 1949, che oggi ci offre una preziosa testimonianza dell’arte e della vita dei nostri antenati. Di questa visita conserviamo un ricordo magico, un’immagine vivida, ed è una fortuna, perché non è possibile scattare foto.
Facciamo ritorno a Cala Dogana e ci godiamo un pranzo leggero e qualche ora di riposo in barca; poi proseguiamo il nostro viaggio nel tempo, stavolta sott’acqua: facciamo rotta verso Cala Minnola, lungo il versante sud-orientale dell’isola.
Siamo nella zona C dell’Area Marina Protetta, quindi possiamo ancorare o ormeggiare l’imbarcazione al campo boe (il servizio è attivo solo da giugno a settembre, d’inverno i gavitelli vengono salpati). Una volta indossate muta e attrezzature subacquee, raggiungiamo una profondità di 25 metri per scoprire il relitto di una nave romana, affondata intorno al I secolo a.C. Di quest’ultima restano pochi frammenti, mentre il suo carico è rimasto intatto: sono oltre 80 le anfore, destinate al trasporto del vino, ancora oggi visibili sul fondo del mare. Un vero e proprio spettacolo che pare essersi cristallizzato negli abissi.
Ma Cala Minnola non è l’unico sito da visitare: all’estremo nord di Levanzo ci attende Capo Grosso, pronto a svelarci i suoi segreti millenari. Una volta raggiunto il versante nord dell’isola, bisogna prestare attenzione alla zonazione: proprio in corrispondenza di Capo Grosso si apre la zona B dell’Area Marina Protetta, soggetta a una regolamentazione più severa. L’area è facilmente riconoscibile per la presenza di un faro che svetta sul promontorio. È uno dei punti migliori dell’isola per le immersioni, anche se la corrente marina verso nord può essere di notevole intensità.
Tra spugne e praterie di Posidonia oceanica, qui incontriamo murene, scorfani e castagnole. Ma l’emozione più grande si prova a 28 metri di profondità: adagiati su un fondale roccioso, giacciono moltissimi reperti d’epoca punico-romana. Proprio qui, infatti, nel 241 a. C., i Romani tesero un agguato ai Cartaginesi, nella celebre Battaglia delle Isole Egadi; oggi è possibile ammirare alcuni rostri romani, uno dei quali perfettamente conservato, con il fregio della Nike alata, e ancora elmi, anfore e manufatti di terracotta e ferro.
Vi segnaliamo che per effettuare entrambe le immersioni in forma individuale è necessaria l’autorizzazione da parte dell’Ente Gestore (che invece non occorre se ci si affida ad un centro d’immersione per un tour guidato). In ogni caso, Capo Grosso e Cala Minnola sono siti ideali anche per lo snorkeling.
Una volta risaliti a bordo, ne approfittiamo per percorrere il periplo di Levanzo e goderci il panorama, tra acque limpidissime e profumi mediterranei.
Dopo una bella doccia, concludiamo la nostra giornata con una cena al ristorante “Romano”, su una splendida terrazza vista mare. Tra i piatti che ci conquistano, il polpo al rosmarino e il crudo di pesce.
Prima di andare a dormire, se il meteo lo permette, provate a guardare il cielo: vi stupirete di quante stelle si vedono in questa oasi di pace.
IL PORTO: CALA DOGANA – 37° 59.08’ NORD – 12° 20.42’ EST
È formato da un molo a gomito lungo circa 80 metri e due banchine: l’una adiacente al molo e l’altra dedicata agli aliscafi. L’accesso al porto è pericoloso con forte vento da Libeccio e Scirocco. Canale VHF: 16. Tel. +39 0923 922273 |
GIORNO 4: MARETTIMO
Al mattino il mare è calmo, appena increspato da una leggera brezza che rende l’aria frizzante. Partiamo di buon’ora per Marettimo, che dista da Levanzo circa 12 miglia nautiche. Bagnata da un mare blu cobalto, è la più selvaggia delle isole Egadi e, tra le sue rocce calcaree e dolomitiche, nasconde più di 400 tra grotte e insenature. Approdiamo all’unico porto turistico, Marettimo Marine, nel cuore del borgo, caratterizzato dalle pittoresche casette bianche con le finestre azzurre, che ricordano un po’ la Grecia.
Anche in questo caso occorre fare attenzione alla zonazione: il versante occidentale dell’isola rientra nella zona A di tutela integrale, dove sono ammesse solo la balneazione e le visite guidate subacquee; le coste nord e sud, invece, ricadono nelle zone B di tutela generale, quindi per la navigazione e l’ancoraggio entro i 500 metri dalla costa è necessario richiedere all’Ente Gestore un’autorizzazione, che viene rilasciata solo ai natanti e con un numero chiuso (attualmente pari a 40 al giorno). La normativa è più permissiva sul versante orientale, dove è attiva la zona C di riserva parziale (come a Favignana e sulla costa est di Levanzo).
È proprio in quest’area che si trova il porto, insieme alla nostra prima tappa: la Grotta del Cammello. Qui il mare si tinge di un azzurro cristallino. La luce filtra attraverso un’apertura circolare sulla volta, creando riflessi scenografici.
Proseguendo verso nord, ci fermiamo alla Grotta del Leone, una piccola cavità che per la sua conformazione ricorda proprio la tana del felino; l’acqua, con le sue sfumature turchesi, ci invita ancora una volta a fare il bagno.
Appena superata Punta Troia, una stretta lingua di terra che emerge dal mare, ci addentriamo nella Grotta del Tuono, che vanta fondali blu intenso. Situata lungo la costa settentrionale di Marettimo, all’interno della zona B dell’Area Marina Protetta, è dotata di un accesso molto ampio, in grado di accogliere anche imbarcazioni di medie dimensioni.
La sosta successiva è alla Grotta della Pipa, che deve il suo nome alla sua particolare struttura. L’apertura, in questo caso, è piuttosto stretta: nuotiamo all’interno della grotta per circa 100 metri, finché non raggiungiamo un bacino di acqua dolce.
Una volta usciti, decidiamo di rientrare in porto per pranzare e bere un buon caffè; d’altra parte, da Punta Mugnone fino a Punta Libeccio si estende la zona A di tutela integrale: in quest’area non possiamo navigare, né fermarci per visitare le grotte che costellano la costa.
Per questo, ci affidiamo a una guida locale: optiamo per un tour privato, in modo da poter dedicare l’intero pomeriggio alle gemme nascoste del versante occidentale. Lo skipper, un abile pescatore, ci conduce lungo un percorso affascinante, che si snoda dal porticciolo a Cala Bianca.
Esploriamo in barca la Grotta Bombarda, tra le più suggestive dell’isola, per poi proseguire verso i Ruttiddi (“piccole grotte”): da qui nuotiamo all’interno di un cunicolo per circa 40 metri, finché non ci troviamo nella splendida Grotta degli Innamorati.
Tornati a bordo, proseguiamo verso la Grotta Presepe, dove stalattiti e stalagmiti assumono la forma dei personaggi della Natività.
Del tutto singolare è la Grotta della Ficaredda, così chiamata per l’albero di fichi che un tempo cresceva sulla sua sommità: all’interno si respira un odore molto forte, sembra quasi zolfo, ma in realtà si tratta dell’uccello delle tempeste, che nidifica in questa zona.
Ci spingiamo ancora più a nord per ammirare la Grotta Perciata, un vero incanto della natura: tra stalattiti, stalagmiti e depositi calcarei, spicca un’apertura sulla volta (“perciata” in dialetto significa appunto “bucata”), da cui nel pomeriggio penetrano i raggi del sole. Grazie all’ingresso piuttosto ampio, riusciamo ad attraversarla in barca.
L’ultima tappa della giornata è Cala Bianca, la baia più bella di Marettimo: i suoi fondali di finissima sabbia bianca, a contrasto con un mare turchese mozzafiato, fanno invidia alle patinate mete tropicali.
Tornati in porto, ci riforniamo a “La Cambusa” e prepariamo una cenetta a bordo, per chiudere in bellezza questa vacanza sotto un cielo stellato.
IL PORTO: MARETTIMO MARINE – 37° 57’ 56.65’’ NORD – 12° 4’ 30.83’’ EST
È l’unico porto turistico dell’isola. Può ospitare yacht fino a 30 metri di lunghezza. Per prenotare o richiedere un preventivo, occorre telefonare al numero +39 366 1106383. Canale VHF: 12. |
GIORNO 5: FAVIGNANA
La partenza da Trapani per Fiumicino è prevista alle 23.35. Ne approfittiamo per trascorrere ancora qualche ora a Favignana. Per questo, lasciamo Marettimo piuttosto presto, intorno alle otto del mattino.
Il nostro programma di oggi è all’insegna del relax: niente escursioni, visite guidate o immersioni; solo tuffi e sole, almeno fino alle sei del pomeriggio. Stavolta, però, facciamo il periplo dell’isola, in modo tale da scoprire anche quelle aree che negli scorsi giorni non abbiamo esplorato a causa del maltempo. Come accennavamo prima, c’è solo un breve tratto che ricade all’interno della zona B dell’Area Marina Protetta e si estende per circa 0,5 miglia nautiche da Punta Faraglione, all’estremo nord. Ci fermiamo per fare il bagno a Scalo Cavallo, una bellissima insenatura lungo la costa nord-orientale, che ci stupisce con i suoi fondali trasparenti. Chi vuole raggiungere la riva, potrà ammirare le piccole grotte di tufo che circondano la cala.
Superato Scalo Cavallo, non riusciamo a resistere: ci concediamo un lungo bagno tra Cala Rossa e Bue Marino. La tappa successiva è alla Cala del Prèveto, situata di fronte all’omonimo scoglio. Poco frequentata, è perfetta per lo snorkeling. Risaliamo la costa e raggiungiamo Cala del Pozzo per la nostra ultima sosta, nella pace e nel silenzio di una delle baie meno battute dai turisti.
Prima di salutare Favignana, ci fermiamo in porto per fare un po’ di shopping tra le vie del centro. Poi facciamo rotta verso Trapani, dove lasceremo la nostra barca, con un pizzico di malinconia e tanti bei ricordi.
L’AREA MARINA PROTETTA ISOLE EGADI
L’Area Marina Protetta Isole Egadi, istituita con Decreto Ministeriale del 27 dicembre 1997, comprende le isole di Favignana, Levanzo e Marettimo, insieme agli isolotti di Formica e Maraone. Con un’estensione di 53.992 ettari, è la riserva marina più estesa d’Europa. Si ripartisce in quattro aree, con differenti livelli di protezione.
Zona A – tutela integrale: interessa il tratto di mare a ovest dell’isola di Marettimo compreso tra Punta Mugnone e Punta Libeccio e lo specchio d’acqua attorno all’isolotto di Maraone. In questa zona sono consentite:
- la balneazione
- esclusivamente nella zona A di Marettimo, le visite guidate subacquee svolte nel periodo dal 15 aprile al 15 ottobre dai centri di immersione residenti nel comune di Favignana
- la navigazione, previa autorizzazione, ai natanti di proprietà dei residenti o proprietari di abitazione nella frazione di Marettimo.
Zona B – tutela generale: include il tratto di mare che circonda il Faraglione di Favignana, il lato ovest dell’isola di Levanzo e, a Marettimo, i due tratti di mare compresi tra Punta Bassana e Punta Libeccio e tra Punta Mugnone e Punta Troia, nonché lo specchio di mare che circonda l’isolotto di Formica.
In questa zona sono consentite:
- la balneazione
- la libera navigazione a vela, remi, pedali o con propulsori elettrici
- le visite guidate subacquee svolte dai centri d’immersione residenti
- le immersioni subacquee, previa autorizzazione, solo se in possesso di brevetto di 2° livello.
Sono altresì consentite, previa autorizzazione, la pesca sportiva e la pesca artigianale, la navigazione e l’ancoraggio entro i 500 metri dalla costa, ai soli residenti o proprietari di abitazione nel Comune di Favignana; oltre i 500 metri è consentita la libera navigazione anche ai non residenti.
Nella zona B di Marettimo sono consentiti, previa autorizzazione, la navigazione e l’ancoraggio entro i 500 metri dalla costa anche a un massimo di 40 natanti autorizzati giornalmente, di proprietà di non residenti.
Zona C – tutela parziale: interessa il lato est dell’isola di Levanzo, il lato est dell’isola di Marettimo e tutta l’isola di Favignana, esclusa la piccola zona B in corrispondenza del Faraglione. In questa zona sono consentite:
- la balneazione
- la libera navigazione
- il libero ancoraggio al di fuori dei fondali di interesse ambientale
- le visite guidate subacquee svolte dai centri d’immersione residenti e, previa autorizzazione, le immersioni individuali
- la pesca sportiva
- la piccola pesca professionale.
Zona D – di protezione: comprende il tratto di mare tra le isole da Favignana e Levanzo e l’isola di Marettimo. Sono consentite anche le attività di pesca a strascico e a grande circuizione.
In tutta l’Area Marina Protetta sono vietati la pesca subacquea e il prelievo di organismi, ad eccezione dei ricci che possono essere catturati dai soli residenti, previa autorizzazione. Sono consentite, previa autorizzazione, le riprese cinematografiche, fotografiche e televisive, la ricerca scientifica e l’attività di whale watching.
ESPLORARE LE EGADI IN BARCA: L’AUTORIZZAZIONE
Per esplorare le Egadi in barca, è essenziale pianificare per tempo il proprio viaggio: per accedere a determinate aree, infatti, è necessario ottenere un’autorizzazione da parte dell’Ente Gestore.
L’autorizzazione all’ormeggio può essere richiesta anche dalla propria imbarcazione, attraverso il servizio AMP, direttamente alla boa. Nel caso in cui si vogliano praticare altre attività all’interno dell’Area Marina Protetta, occorre richiedere l’autorizzazione presso gli uffici dell’AMP o online, via mail.
I non residenti che all’interno dell’Area Marina Protetta intendono
- praticare la pesca sportiva nelle zone C e D,
- effettuare immersioni subacquee nelle zone B e C,
- navigare nella zona B di Marettimo (facoltà ammessa solo per i natanti entro i 500 metri dalla costa e con un limite massimo di 40 natanti al giorno),
- ancorare nella zona B di Marettimo (facoltà ammessa solo per i natanti entro i 500 metri dalla costa e con un limite massimo di 40 natanti al giorno), o nella zona B (oltre i 500 metri dalla costa, al di fuori dei fondali di rilevante interesse ambientale) o, ancora, nella zona C, nelle aree con fondali di rilevante interesse ambientale, esclusivamente su fondali inerti, sabbiosi o fangosi nelle aree da d) a t) in zona C come indicato nell’art 8 commi 3, 4 e 5 del vigente Disciplinare,
- ormeggiare presso i campi boe dell’Area Marina Protetta,
devono richiedere l’autorizzazione all’Ente Gestore, compilando il modulo unico disponibile online. L’istanza può essere accolta o respinta entro il termine di 60 giorni dalla ricezione della domanda, pertanto raccomandiamo di tenere bene a mente queste tempistiche nell’organizzazione della propria vacanza.