Intervista a Lorenzo Isalberti per i 45 anni di Ingemar
Con il suo spirito pioneristico, ha saputo anticipare le necessità e le tendenze del settore. Specializzata nella realizzazione di pontili e frangionde galleggianti, Ingemar compie 45 anni. In occasione di questo anniversario, abbiamo intervistato Lorenzo Isalberti, fondatore del Gruppo di Casale sul Sile, che ci ha parlato di progetti e installazioni, in Italia e all’estero.
Attento innovatore, Lorenzo Isalberti oggi guarda al futuro della portualità turistica, che sembra orientarsi verso una dimensione sempre più moderna e accessibile.
Dal 1979, Ingemar produce strutture galleggianti per porti turistici. Ma come nasce l’azienda?
Il nome della società sintetizza le mie due passioni: l’ingegneria coniugata all’amore per il mare, Ingemar. Un’altra curiosità è che il logo originale nacque dalla matita del leggendario designer e grafico olandese Bob Noorda, tra i principali artefici del rinnovamento della grafica italiana del XX secolo.
Nei primi anni, ci focalizzammo sulla progettazione e sullo sviluppo commerciale, con lavorazioni appaltate all’esterno. Le prime attività di produzione in officina iniziarono nel 1987 in provincia di Treviso, grazie a conoscenze professionali nel settore e alla bassa conflittualità sindacale locale del tempo.
Con il nuovo millennio, ci trasferimmo nello stabilimento tra Venezia e Treviso, nelle più accoglienti aree di Casale sul Sile, attuale sede operativa del Gruppo. Grazie alla grande attenzione per le risorse umane, il team originale ha potuto crescere e diventare una squadra affiatata, costantemente ampliata con l’inserimento di nuove giovani leve professionalmente formate all’interno dell’azienda; attualmente Ingemar occupa 30 persone, per buona parte di estrazione ingegneristica.
Quest’anno, Ingemar festeggia il suo 45º anniversario. Qual è la caratteristica che vi ha consentito di crescere e raggiungere questo traguardo?
In questi 45 anni di attività, abbiamo sviluppato progetti e installazioni sempre più complessi. La crescita costante dei risultati ha permesso alla società di trasformarsi in accreditato operatore internazionale. Abbiamo definito licenze esclusive per la produzione dei manufatti in Paesi extra UE e collaborato con enti scientifici e universitari per anticipare e orientare lo sviluppo della portualità turistica. Un obiettivo, questo, che abbiamo perseguito sin dalla fondazione. L’impegno dei primi anni, infatti, fu di avvicinare sempre di più le prestazioni dei pontili galleggianti a quelle delle strutture fisse; da qui l’adozione del calcestruzzo per produrre pontili sempre più performanti, in relazione alle crescenti dimensioni delle imbarcazioni.
Il passo successivo, in un’epoca in cui cominciavano a scarseggiare le baie naturali e le istanze ambientaliste acquisivano visibilità, fu quello di creare moduli frangionde galleggianti che consentissero nuove condizioni di ampliamento e protezione delle portualità con minime interferenze con gli ecosistemi. Nel corso del tempo, la produzione di strutture galleggianti è stata via via diversificata, con installazioni fluviali, lacustri, a uso industriale, per l’agonismo sportivo e per esposizioni ed eventi.
Le installazioni più recenti, molto diverse fra loro sia per le tipologie strutturali che per la varietà dei materiali impiegati, delineano una scelta che sempre più spesso affianca elementi della produzione di serie a manufatti realizzati ad hoc in base alle richieste e alle caratteristiche degli ambienti ospitanti.
Tutte queste trasformazioni sono il risultato delle capacità tecniche e operative espresse sul campo da Ingemar, in una cornice di stabilità delle figure di riferimento aziendali con un approccio collaborativo con i clienti e i principali attori del settore.
Da anni, ad esempio, siamo il partner tecnico dei più importanti Saloni Nautici italiani.
Il vostro portafoglio vede un’ampia varietà di collaborazioni. Come varia la produzione a seconda del committente?
L’acquisizione di nuovi incarichi avviene prevalentemente tramite la collaborazione con professionisti che richiedono un contributo tecnico in fase progettuale, in occasione di interventi privati, o attraverso la partecipazione a gare pubbliche (con certificazioni ISO9001 e attestazione illimitata SOA per i lavori marittimi) e l’aggiudicazione sulla base di capitolati di gara.
Durante la fase progettuale, le competenze ingegneristiche devono anche essere integrate da una molteplicità di elementi diversi, di cui è indispensabile tenere conto: dalle caratteristiche morfologiche degli ambienti ospitanti, alle personalizzazioni richieste dai committenti, fino alle normative specifiche e alle autorizzazioni di volta in volta previste da ciascun Paese.
L’attività produttiva è oggi concentrata all’interno degli stabilimenti di Casale sul Sile (7.000 mq di cui 2.000 mq coperti), dove sono realizzati i galleggianti in calcestruzzo e inerti espansi fino a 12×3 m, l’assemblaggio delle strutture in acciaio e alluminio con le finiture in legno, gli accessori e le dotazioni per i servizi. I moduli di maggiori dimensioni, fino ai frangionde da 20×4 m del peso di 70 t, sono costruiti nelle aree all’esterno dello stabilimento, sotto capannoni retrattili. La produzione degli elementi ancora più grandi, fino a 20×10 m del peso di 185 t, viene eseguita a piè d’opera con l’impiego di cantieri mobili opportunamente attrezzati. Grazie a esclusivi accordi di licensing siglati in Paesi extra UE, la produzione è stata in parte anche delocalizzata e alcuni manufatti più voluminosi vengono realizzati fuori dall’Italia, sotto la nostra diretta supervisione.
Attualmente siete impegnati su vari fronti, in Italia e all’estero. Qual è il mercato al momento più florido?
Oggi Ingemar è leader in Italia e fra i primi protagonisti europei del settore, con oltre 150 interventi (annui) fra Italia ed estero. Numerose sono le installazioni realizzate anche in Paesi remoti, dove la qualità delle proposte Made in Italy e le nostre capacità tecniche vengono enfatizzate da soluzioni originali e dal confronto serio ed empatico che contraddistingue l’industria italiana di livello.
Un grosso slancio a questa diffusione è stato dato anche dalle licenze produttive rilasciate in Oman e negli Emirati Arabi Uniti, per avvicinare con nuovi progetti Paesi sempre più lontani con economie ad alto tasso di crescita.
Attualmente si registra una promettente ripresa delle attività commerciali in Italia, con molte iniziative legate anche ai progetti finanziati dal PNRR, e in diversi Paesi affacciati sul Mediterraneo. I mercati al momento più promettenti paiono essere quelli di diverse regioni del Medio Oriente, dove agli importanti capitali pubblici e privati si affiancano una forza lavoro a costi contenuti e una velocità di trasformazione dei territori impensabili in Occidente. Il progetto più lontano vede il Gruppo impegnato nel remoto e promettente continente indiano.
Negli ultimi 45 anni, avete realizzato strutture via via sempre più complesse. Qual è il progetto più impegnativo, per dimensioni, fattibilità o tempistiche, che vi è stato affidato?
La complessità degli interventi effettuati in un arco temporale così esteso va rapportata ai diversi periodi in cui sono stati realizzati. Nel corso degli anni, lo sviluppo di tecniche e materiali ha consentito di superare molti vincoli fisici e produttivi delle prime installazioni e soddisfare nel tempo la richiesta di approdi confortevoli e adeguati alle dimensioni crescenti delle imbarcazioni. Fra i progetti rappresentativi della complessità degli interventi degli ultimi anni, spiccano i lavori effettuati in Italia nel Golfo di La Spezia e in Kuwait, accomunati dalla produzione in loco dei manufatti più voluminosi. L’incantevole tratto di mare delimitato dal golfo spezzino si è trasformato nel corso degli anni in una “vetrina a cielo aperto” delle produzioni Ingemar: dai pontili per la nautica da diporto ai grandi moli galleggianti attrezzati per i mezzi da lavoro, fino agli imponenti frangionde esterni per gli approdi di Porto Mirabello, Baia di Le Grazie, Marina di Levante/Pagliari e Marina del Fezzano.
In Kuwait, invece, abbiamo affrontato una delle sfide più importanti e complesse per la realizzazione dei marina di Sabah Al Ahmad Sea City, una nuova città di 100.000 abitanti sorta dal nulla, a 100 km a sud di Kuwait City, su più di 200 km di nuove coste affacciate su una rete di canali e lagune scavate nel deserto e dotate di 4 grandi marina, con più di 33 km di pontili galleggianti e finger Ingemar.
Con il passare del tempo e lo sviluppo di nuove tecnologie, com’è cambiata la fruibilità degli approdi?
45 anni fa, Ingemar installava i primi pontili per la nautica e da allora le sue soluzioni galleggianti sono diventate un punto di riferimento in settori molto diversi, dal diporto turistico all’industria, alla difesa e al tempo libero, per la loro sicurezza, la facilità di installazione e la flessibilità nella modellazione di nuovi layout. I nuovi progetti intendono assicurare alti standard di sicurezza e transiti facilitati non solo ai portatori di disabilità, ma anche a tutti coloro che vogliono frequentare le strutture del porto per motivi diversi, ad esempio persone anziane o con limitazioni temporanee della mobilità, mamme con borse e passeggini, armatori, sportivi e artigiani.
Nel 2023, gli sforzi per rendere i moderni marina sempre più accoglienti sono sfociati nel progetto Marina4All. In collaborazione con aziende hi-tech, laboratori di ricerca universitari, esperti e team sportivi anche del terzo settore, sono stati definiti i parametri di comfort e accessibilità dei marina del prossimo futuro: ridotte altezze dall’acqua, dislivelli minimi negli assemblaggi, massima attenzione agli spazi di manovra, speciali protezioni e sostegni ausiliari per l’accesso alle imbarcazioni dei soggetti non autosufficienti. I primi prototipi dei nuovi pontili sono stati presentati durante gli ultimi Saloni Nautici di Venezia e di Genova. Gli obiettivi per il 2024 prevedono di informare operatori, gestori e opinione pubblica sulle nuove potenzialità delle strutture e soprattutto coinvolgere quanti più soggetti possibili nella divulgazione del messaggio trasversale di accessibilità per tutti. I prossimi pontili Marina4All comprenderanno anche nuovi elementi studiati per superare altre barriere d’accesso invisibili, con aree test dedicate ai soggetti ipovedenti e non vedenti, con percorsi tattili, cromaticità contrastanti e segnaletiche in linguaggio Braille.
Quale futuro immagina per la portualità turistica?
I trend dell’ultimo decennio hanno confermato l’intuizione originale di Ingemar di sviluppare strutture galleggianti sempre più prestanti, anticipando nei fatti la presenza nei porti moderni di imbarcazioni sempre più grandi e la necessità d’accoglienza per i mega yacht stanziali e per i loro equipaggi. In una visione prospettica, è presumibile che gli spazi acquei attuali vengano via via liberati dalle imbarcazioni più piccole, che potranno facilmente trovare ricovero a terra grazie a veloci piattaforme automatizzate, e che saranno creati nuovi insediamenti protetti grazie a sistemi frangionde galleggianti sempre più imponenti e performanti.
Nel nostro Paese, ultimamente sono particolarmente interessanti i progetti di rivalutazione e rivitalizzazione degli specchi acquei cittadini, che mostrano una ripresa delle attività anche in quegli insediamenti finora poco valorizzati e, in alcuni casi, la nascita di nuovi e accoglienti Marina Resort legati alle economie dei territori. Dal nostro osservatorio, crediamo che nei prossimi anni le “reti di porti” cresceranno e si concentreranno progressivamente, in funzione di quanto saranno in grado di fornire a clienti sempre più esigenti: dal massimo comfort delle strutture alla qualità dei servizi erogati, dall’impiego di energie rinnovabili fino alle automazioni e ai software gestionali, che saranno probabilmente sempre più regolati da un’Intelligenza Artificiale evoluta… ma questa è tutta un’altra storia.
INGEMAR S.R.L.
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