Il mediatore marittimo: tra ruolo, funzioni e abusivismo
La figura professionale del mediatore marittimo (nel mondo anglosassone noto come “ship broker” o “yacht broker”), per quanto storica e opportunamente normata (in Italia è una professione regolamentata), è altrettanto percepita in chiave critica, se non negativa, e sovente non ampiamente conosciuta dall’utenza per i suoi formali ruoli e funzioni. In questo articolo focalizzeremo l’attenzione su questa figura professionale, analizzando quali attività ne richiedono l’intervento, con particolare riferimento alla compravendita di unità da diporto.
MEDIATORE MARITTIMO: UNA VERA PROFESSIONE
Innanzitutto è opportuno sottolineare come l’attività di intermediazione marittima rappresenti una professione regolamentata, disciplinata da due fondamentali fonti normative, ovvero la Legge 12 marzo 1968 n. 478 e il DPR 4 gennaio 1973 n. 66. La normativa impone il superamento di un esame di Stato a cui l’aspirante mediatore marittimo si deve sottoporre innanzi a una commissione interdisciplinare e su un programma d’esame assai vasto.
Superato l’esame in parola, una volta depositata e approvata la SCIA (su soggetto d’impresa) presso la Camera di Commercio competente, il mediatore marittimo sarà formalmente e legalmente autorizzato all’esercizio della professione.
Spesso la mediazione marittima è invece esercitata da soggetti abusivi (che rischiano multa e reclusione in virtù dell’art. 348 del Codice Penale, oltre ad altre sanzioni amministrative) e sovente assolutamente avulsi da qualsiasi reale preparazione professionale.
MEDIATORE MARITTIMO: COMPETENZE E ATTIVITÀ
Quanto suddetto ci porta ora a discutere, tenendo sempre bene a mente quanto sopra anticipato, rispetto a quali reali competenze e attività il mediatore marittimo dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) effettivamente e operativamente intervenire.
Banalmente, vale la pena precisare che il mediatore marittimo non è la figura che si occupa meramente di pubblicare un’offerta di vendita o di acquisto né, tantomeno, dovrebbe essere visto come la persona addetta ad accompagnare l’aspirante acquirente a visitare le unità.
Di contro, è invece chiamato a comprendere (per quanto in suo potere) la regolarità tecnico-amministrativa dell’unità prima della messa in vendita, e a individuare un congruo prezzo di vendita dal punto di vista commerciale, consigliando in una prima fase lo stesso armatore che gli ha conferito l’incarico.
Ancora, il mediatore marittimo, che dovrebbe agire deontologicamente da soggetto terzo (a prescindere da chi gli conferisce l’incarico), è anche un esperto di contrattualistica, sia nazionale che internazionale, relativa alla compravendita e al noleggio di navi (per estensione si intendono tutti i mezzi navali, natanti, imbarcazioni e navi).
In questo senso, deve saper consigliare e poi redigere, nell’interesse di entrambe le parti (venditrice e acquirente) e in maniera puntuale, i preliminari di compravendita (anche conosciuti come M.O.A.) così come gli atti finali di trasferimento di proprietà (come l’atto bilaterale o il bill of sale), assistendo le parti nelle relative formalità economico-amministrative (tra le altre, la registrazione, la pubblicità navale, l’apostille, le traduzioni giurate).
CONSULENZE, VERIFICHE E MULTIDISCIPLINARITÀ
Come evincibile e, si ribadisce, al contrario del comune pensiero, il mediatore marittimo, a fronte del proprio impegno professionale e del legittimo guadagno (ovvero la provvigione), dovrebbe essere chiamato a operare in chiave armonizzata e multidisciplinare, consigliando, verificando (per quanto gli è di competenza e nei limiti del suo mandato) e assistendo le parti nel reale raggiungimento dello scopo, ovvero al fine di perfezionare un contratto di compravendita, costruzione o utilizzazione della “nave” (ad esempio nel diporto, di locazione o noleggio).
In conclusione, affidarsi al mediatore marittimo, qualora sia effettivamente autorizzato a operare e, non secondariamente, competente in materia, non potrà che agevolare realmente le fasi di contrattazione e perfezionamento, passando, come così dovrebbe essere a volte, dalla figura di venditore a quella reale di mediatore.