Brunello Acampora: progetti passati e futuri
Il viaggio tra i progetti e la storia di Brunello Acampora è ricco di rimandi al passato, al suo e a quello della nautica, ma anche di modelli avveniristici e di progettazioni che riflettono l’attuale stato dell’arte.
In due parole, “Total Design”: sviluppare un’imbarcazione a 360°, combinando gli aspetti ingegneristici con quelli squisitamente estetici, fino ad arrivare alla massima espressione di questa visione con il Bolide 80, progettato e prodotto in-house da Victory Design.
Questo è uno di quei casi in cui non si può dire che la passione per la nautica sia arrivata strada facendo o che sia stato un piacevole imprevisto lungo un percorso che sembrava già scritto. Nella storia di Brunello Acampora, tutto porta al mare, a partire dalla città in cui nasce, Napoli, che lo vede crescere insieme a Capri. Due luoghi in cui è impossibile vivere senza essere in simbiosi con il mare.
Da piccolo, infatti, impara dai marinai di Marina Grande le prime nozioni sulle barche in legno; poi suo padre acquista Drago, una delle imbarcazioni più dinamiche in quel momento, un day cruiser che gli fa scoprire il fascino della velocità. Se poi si aggiungono le contaminazioni provenienti dal mondo del design, che sua madre frequenta, ecco che tutto sembra essere esattamente come dovrebbe: Brunello decide così di partire per Southampton per studiare Yacht and Boat Design, all’epoca una scelta obbligata per chi voleva entrare direttamente nella nautica senza seguire il percorso tradizionale di un designer.
Qui lavora in Cougar Marine e frequenta quello stesso Sonny Levi che aveva progettato il Drago del padre. Sembra destino, e lo è. Queste esperienze sono fondamentali per il passo successivo: tornare in Italia, a Torino per la precisione, e fondare Victory Design. È il 1989 e da quel giorno sono passati 35 anni.
Oggi Brunello Acampora è una delle firme più importanti del settore nautico, in cui si districa con un approccio strettamente personale, che gli permette di progettare imbarcazioni di ogni tipo e applicare a ognuna il concetto di “Total Design”.
Quando gli chiediamo cosa significhi “Total Design”, Acampora ci spiega: “Questa dicotomia di separare ingegneri e architetti non dovrebbe appartenere a noi italiani, figli di Leonardo da Vinci. Dovremmo capire che la progettazione deve essere armonizzata a 360°. Un progettista che realizza una carena deve rendersi conto che quella, oltre a essere efficiente, dovrà essere anche morbida, stabile in rada, asciutta in navigazione e portare comfort all’armatore, ma anche l’estetica ha la sua funzionalità, e deve soddisfare la sensibilità dell’armatore”.
Acampora in questo senso non vede la progettazione come una serie di lavori settorializzati, ma come un’armonizzazione di tante differenti abilità: “Questo è il concetto di “Total Design”, l’idea di non affrontare il progetto secondo aspetti separati, ma dove, sotto la guida del direttore, l’orchestra si armonizza a un comune obiettivo”. Un concetto vincente se si guarda al percorso di Victory Design: moltissime collaborazioni con nomi importanti come Azimut e Ferretti Group, per cui lavora, tra le altre, alle prestigiose linee Pershing e Riva. Arrivando a costruzioni totalmente in-house, come il Bolide 80.
BOLIDE 80 DI VICTORY DESIGN: IL TRATTO DI BRUNELLO ACAMPORA
Tutto l’amore per la velocità, le capacità progettuali e il know-how di oltre trent’anni di carriera hanno portato a Bolide 80, espressione di velocità e fine tecnologia, unite a linee eleganti e sportive allo stesso tempo. Bolide 80 è il primo Hyper Muscle yacht di una gamma super limitata: 9 più 1 esemplari, tutti numerati e in un range di lunghezze dai 60 ai 170 piedi.
Questo primo modello, full carbon, misura 80 piedi e oltrepassa ogni aspettativa di Victory Design in termini di prestazioni: gli obiettivi alla velocità di crociera e alle andature intermedie sono stati ampiamente superati, così come la velocità di punta, che ha raggiunto i 76 nodi. Queste performance sono dovute sicuramente alla scelta di materiali super hi-tech, ma anche alla carena multi-stepped: la sua particolare conformazione fa sì che la superficie dello scafo non sia a contatto solo con l’acqua, ma con una miscela di acqua e aria, che ha un coefficiente di attrito ben inferiore a quello della sola acqua, rendendo possibile scivolare e filare fino ai 70 nodi con molto meno sforzo.
Una minore resistenza al moto significa, infatti, minor sforzo per ottenere gli stessi risultati, e questo si traduce in un importante abbattimento dei consumi: i litri/miglio sono ridotti di un terzo rispetto a uno yacht di lunghezza comparabile che viaggia alla stessa andatura. E all’aumentare del divario di velocità, si nota anche la differenza di consumi: Bolide 80 a 55 nodi consuma la metà di un flybridge di pari lunghezza lanciato a 25 nodi.
Si tratta di un’imbarcazione perfetta per chi ama la velocità, ma che non sacrifica l’estetica: Bolide 80, infatti, ha nel suo disegno dei chiari riferimenti ai suoi simili su terraferma, quelle automobili sportive e velocissime, ma che saltano all’occhio per le linee filanti e lussuose, e al tempo stesso aggressive. Uno yacht che sembra correre da fermo, anche grazie al profilo dell’hard-top, che non solo è armonioso nel complesso, ma è anche progettato per ridurre il più possibile la resistenza aerodinamica dell’aria.
Per gli interni, il team dei designer di Victory Design ha collaborato con l’architetto Stefano Faggioni per rendere perfettamente aderente ai gusti dell’armatore il layout sottocoperta, razionale nella disposizione degli spazi e ricercato nello stile degli arredi. Un meticoloso lavoro che ha dato i suoi frutti e regalato le dovute soddisfazioni: nel 2024 Bolide 80 ha vinto il titolo di “Outstanding Exterior Design – Motor Yachts”, nella categoria da 24 a 39,9 metri, al BOAT International Design & Innovation Awards 2024. Il premio per il miglior design degli esterni gli è stato conferito grazie “alla sua costruzione interamente in carbonio, alla velocità massima di 70 nodi e al design di ispirazione automobilistica”.
Un exterior design impossibile da non notare, quasi “il meglio del meglio”, e forse in effetti un po’ lo è: Bolide 80 si è aggiudicato anche il Best of the Best Award del Robb Report come miglior Weekender Yacht, proprio per aver ammaliato i giudici con “i suoi esterni mozzafiato, il suo pozzetto innovativo e l’eclettica cabina”. Tutti elementi che uniscono alla perfezione elementi futuristici e retro.
E se il Bolide 80 racconta la passione per la velocità di Brunello Acampora, nata con quel Drago nel 1975, c’è un altro momento della sua vita che torna nei suoi progetti. In quella Marina Grande dove aveva conosciuto i marinai che gli avevano donato le prime conoscenze sulle imbarcazioni di legno, negli anni ’50 era impossibile non scorgere una Lancia Sorrentina. Simbolo di raffinatezza ed eleganza, era il must have per le celebrità di quegli anni, unico mezzo utilizzato per raggiungere la Grotta Azzurra e status symbol ammirato in lunghe file di modelli bianchi sulle banchine di Capri. Settant’anni dopo questa immagine da Dolce Vita, fa il suo debutto Lancia 52.
LANCIA APREA 52
Presentata per la prima volta nel 2023 nella cornice del Cannes Yachting Festival, Lancia 52 incarna il desiderio della nuova generazione dei Cantieri Aprea di ripensare il concetto stesso di Lancia, sfruttando le tecnologie di oggi, ma lasciando intatta quell’eleganza che richiama un passato da film. Il risultato è un’imbarcazione che inconfondibilmente replica quelle linee che l’hanno resa un cult nella storia, ma al tempo stesso le reinventa per renderla di nuovo l’oggetto del desiderio.
Anche qui, la tradizione si unisce alle più moderne tecnologie di costruzione e i materiali più innovativi si affiancano ai legni più pregiati.
Seguendo quel concetto di Total Design che ci ha raccontato Brunello Acampora, per Lancia 52 Victory Design ha progettato una carena profonda e performante, che garantisce alte prestazioni e stabilità in navigazione, così come consumi ridotti. Da poppa – uno dei punti di forza di questo progetto – a prua non ci sono interruzioni e ne giovano anche i camminamenti laterali, profondi, protetti e sicuri.
Simbolo di un Made in Italy che nasce nel 1890 con la fondazione dei Cantieri Aprea, Lancia 52 è solo il primo modello di una gamma che andrà dai 32 ai 72 piedi.
Lancia 52, inoltre, mira a esportare l’eccellenza italiana all’estero: offre, infatti, due differenti versioni, una per il mercato europeo e una per quello americano. Nella prima, a poppa il protagonista è il grande prendisole, che nella seconda lascia posto a un mobile pensato per la pesca, con una vasca del vivo e un ampio divano. Tra le due opzioni cambia anche la motorizzazione, che rispecchia le preferenze degli armatori nei due mercati: per l’Europa sono previsti due entrofuoribordo MAN i6800, mentre per gli Stati Uniti sarà lanciato a breve un modello con quadrupla motorizzazione fuoribordo.
Ciò che rimane immutato è invece la possibilità di personalizzare i colori, il layout degli interni, i materiali e le finiture, in modo che ogni Lancia 52 parli del proprio armatore. In ogni caso, 3 sono le opzioni di layout: Cruise, Family e Long Cruise.
Al Cannes Yachting Festival 2024, infatti, ha debuttato una Lancia 52 con un layout nuovo e a Monaco un modello con gli interni totalmente custom.
Dal profilo molto meno tradizionale è il Solaris 60 Open, che come ogni modello del cantiere presenta una silhouette inconfondibile, ma se si cerca negli archivi del cantiere si scopre essere una naturale e semplice evoluzione del primissimo modello prodotto.
SOLARIS POWER 60 OPEN
Per il Solaris 60 Open, Victory Design ha progettato una carena a V profonda che gli permette di navigare dolcemente tra le onde mantenendo sempre la coperta asciutta. A contribuire a questa piacevolezza nella navigazione, anche il bilanciamento ottimale dei pesi e il baricentro basso. Anche quel profilo inconfondibile che ti fa dire “quello è un Solaris” è frutto della mano del Centro Stile Victory Design, che in questa imbarcazione ha messo tutto il concetto di “Total Design”, curandone ogni aspetto, fatta eccezione solo per l’ingegneria di produzione, di cui si è occupato il team di Solaris Power.
Un’imbarcazione di 60 piedi che chiaramente esprime tutta la sua marinità nelle linee e nella progettazione, ma che pone il focus anche sul comfort e sulla sensazione di lusso a bordo. Con una configurazione walkaround che semplifica la circolazione, offre ampi spazi in coperta dedicati alla convivialità e alla tintarella, come il prendisole di prua o la dinette ombreggiata, perfetta per godersi un pasto vista mare anche quando il sole è forte.
L’armatore del 60 Open ricerca unicità, sportività e comodità, e trova ognuno di questi aspetti con un comfort massimizzato anche sottocoperta, grazie alla lussuosa cabina armatoriale a tutto baglio e alle 3 cabine – 4 in optional – con bagni.
Se tutto finora ha riportato alle origini di Brunello Acampora, a un certo punto è arrivato qualcosa di imprevedibile. Imprevedibile perché, semplicemente, quando Acampora era piccolo o anche mentre studiava, forse era impossibile immaginarlo. Da qualche anno a questa parte, infatti, la ricerca tecnologica nella nautica, ma anche nell’automotive, si è concentrata molto sull’elettrico, su come rendere più potenti i motori elettrici, senza scendere a compromessi in termini di prestazioni e di autonomia nel percorso verso un trasporto più green.
E se questo nel mondo delle automobili ha portato all’estremizzazione della progettazione, fino ad arrivare allo stato dell’arte con la Formula E, nella nautica il pinnacolo è la E1 Series, il nuovo campionato di motonautica in cui si va veloci, si vola praticamente, ma spinti da propulsori elettrici. In comune i due campionati non hanno solo la lettera E, ma anche il fondatore, Alejandro Agag, che del motorsport sostenibile è pioniere. Un uomo che ha visto cosa mancasse al mondo delle corse: qualcosa che le rendesse più attuali, più inserite nel contesto culturale di oggi; in un mondo che cerca di essere sempre più green, l’elettrico nelle competizioni è la risposta per Agag, che fonda prima la Formula E e la Extreme E, fino ad arrivare alla motonautica.
Avremmo potuto immaginare anche solo 30 anni fa che un giorno una barca avrebbe volato sull’acqua? E che l’avrebbe fatto senza combustibile? Probabilmente no. Alejandro Agag ha riconosciuto in Brunello Acampora la mano giusta per far funzionare e orchestrare questa nuova avventura, in cui ha messo la firma sul componente più importante: il RaceBird.
RACEBIRD: BRUNELLO ACAMPORA E LE SFIDE DELL’ELETTRICO
RaceBird è un nome evocativo che ben descrive questa imbarcazione, da corsa – race – e che somiglia moltissimo a un uccello marino – bird – con il suo lungo muso. Certamente, di questa barca nata da un’idea della designer norvegese Sophi Horne e sviluppata da Brunello Acampora, non passa inosservato nulla della silhouette, futuristica e con i foil a farla da padroni.
Per sviluppare RaceBird, Acampora ha dovuto utilizzare tutto il know-how che l’ingegneria navale gli ha permesso di mettere da parte e quel tocco visionario che contraddistingue moltissimi dei suoi modelli. Non è stato come progettare una normale barca: per mettere a punto un’imbarcazione da corsa è necessario studiare ogni aspetto, comprendere ogni problema e inventare la soluzione, oltre che effettuare tanti test con diversi prototipi, proprio come accade con la Formula 1 o con l’America’s Cup.
L’esperienza nel settore delle imbarcazioni a motore ha permesso ad Acampora di esaminare da un’angolazione differente – che il mondo velistico non conosce – l’annosa questione della cavitazione e della ventilazione, lavorando su sezioni super-cavitanti: una sfida sicuramente stimolante per chi ama progettare nel modo in cui lo fa Acampora; la documentazione in merito, infatti, è praticamente nulla.
A spingere sull’acqua – e fuori dall’acqua – i RaceBird è un propulsore elettrico che Mercury Racing ha sviluppato in stretta collaborazione con SeaBird Technologies, l’azienda di cui Horne è fondatrice, e Victory Design.
L’E1 Series è iniziata e i RaceBird hanno cominciato a sfilare sull’acqua, ma questo è solo il punto di partenza: da qui in avanti non c’è limite a cosa si potrà sviluppare e migliorare. Acampora sta già guardando alle sfide future ed è prontissimo ad affrontarle. Inizia il periodo in cui quella tecnologia che ci sembra aliena sta per prendere una strada che ancora non sappiamo dove potrà portare.
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