Suzuki tender e motori: cinque abbinamenti in prova
Una giornata inedita a testare tender e motori fino a 30 cavalli by Suzuki. Sul Lago di Bolsena, a Marta, abbiamo provato l’emozione di guidare un motore a barra e di trovare la giusta posizione su un tender da 2,5 metri. Anche questo è nautica!
Se qualcuno mi avesse chiesto da quanto tempo non controllavo un motore dalla barra invece che dalla timoneria in plancia, forse l’unica risposta che avrei potuto dare sarebbe stata quella che mi riportava indietro nel tempo al 2016, sempre a un evento Suzuki, ma allora a Ischia. Fu un meeting unico nel suo genere, organizzato in modo impeccabile da Suzuki Italia per far divertire noi della stampa e, nel contempo, per permetterci di provare tender e tipologie di motori che, altrimenti, difficilmente avremmo testato. Non per chissà quale motivo, ma semplicemente perché ormai siamo abituati a confrontarci con almeno 6.000 giri e 35/40 nodi, in cerca di evoluzioni e di criticità di scafi e propulsori. Caratteristiche che, ovviamente, non si possono esplorare con motori di bassa cilindrata e piccoli battelli: che senso avrebbe cercare la velocità di punta di un battellino motorizzato con un fuoribordo da 4 cavalli, che a malapena raggiunge i 7/8 nodi? O analizzare nel dettaglio il comportamento in acqua di un tender da 3 metri? Nessuno… o, meglio, poco… a meno che non s’impieghi il momento del test per cogliere le emozioni che vive un diportista quando sale sul tender della sua imbarcazione principale.
“Tender to…” vi dice nulla? Ebbene, è la sigla che solitamente questi piccoli battelli di servizio riportano sui tubolari, seguito dal nome dell’unità navale principale da cui sono partiti. Ma cos’è un “tender”? In pratica è un mezzo nautico usato in appoggio a un’imbarcazione più grande, cui spetta il compito di trasportare l’equipaggio, o parte di esso, dall’unità principale a terra, per raggiungere una battigia o un’altra unità da diporto, o comunque per spostarsi entro un miglio dalla costa o dall’imbarcazione da cui provengono (da qui la necessità di riprodurre sul tubolare il nome anche dell’unità di provenienza).
In questo articolo, però, non voglio parlare di quei tender che servono da supporto ai grandi yacht, ai megayacht o alle navi, bensì di quei tender utilizzati da unità da diporto più piccole. Voglio concentrarmi su quei tender che comunemente si vedono montati a poppa di uno scafo, appesi alle gruette, sistemati a prua sulla tuga o, nel caso di barche più grandi, rimessati all’interno dei vani garage previsti. Questi tender hanno misure contenute, possono trasportare un numero limitato di persone e possono installare a poppa motori con potenze che non raggiungono nemmeno i 40 cavalli. Per essere più preciso, in questo numero voglio parlarvi dei tender proposti da Suzuki in package con i suoi motori!
È bene sapere che esistono principalmente due famiglie di tender Suzuki: i Suzukino e i Suzumar.
I Suzukino sono realizzati in collaborazione con l’azienda romana Geniuss, nota per il suo sistema di fissaggio brevettato del motore. Questo sistema sfrutta un supporto scorrevole e basculante, che consente di ribaltare il motore a bordo, evitando di rimuoverlo a fine giornata, prima di re-imbarcarlo sull’unità primaria.
Suzumar, invece, è la gamma di battelli più funzionali, con meno ricerca di dettagli ma più praticità d’impiego. Entrambe le famiglie sono disponibili esclusivamente in package con i fuoribordo Suzuki. A Marta, sul lago di Bolsena, c’erano un po’ di modelli in acqua, in rappresentanza di una flotta molto numerosa. Andiamo a conoscerli!
SUZUKI TENDER SUZUMAR DS-265 KIB, CON DF6A
Cominciamo da Suzumar, in particolare dal DS-265 KIB, che misura 2,71 metri di lunghezza fuori tutto. Questa è una delle 11 misure disponibili a catalogo, che spaziano dai 2,28 ai 4,05 metri, con pagliolato in alluminio, gonfiabile, oppure in vetroresina. Il modello che trovo in acqua ha il pagliolato gonfiabile ed è motorizzato con un Suzuki DF6A, ma può essere acquistato anche in abbinamento a un motore da 4 o addirittura, da 2.5 cavalli.
Si tratta di un battellino molto pratico da montare e da smontare. Che c’entra, direte voi, se tanto va a poppa di un’imbarcazione? Ovviamente, in questo specifico caso, nulla. O meglio: almeno una volta o due l’anno dovrà essere sbarcato per pulizia e manutenzione ordinaria? E, allora, ecco che il tempo da impiegare e la praticità di smontaggio e rimontaggio interessano, eccome. Il fatto di disporre di un pagliolo che si può smontare, sgonfiare e riporre in una sacca riduce, inoltre, i pesi da trasportare e gli ingombri. A livello di allestimento, c’è solo una panchetta trasversale da tubolare a tubolare. Il battello pesa 43,4 kg, ha tubolari dal diametro di 42,5 cm, può trasportare fino a quattro persone ed è motorizzabile fino a 6 cavalli.
Non di più. L’ho provato da solo, guidandolo a barra, e posso dire che sicuramente in due non si plana, visto che già da solo devo spostare il mio peso tutto in avanti per farlo planare, ma svolge comunque egregiamente il suo lavoro di “traghetto”.
Il motore è leggero: è un 4 tempi monocilindrico a carburatore da 138 cc, con due valvole, che fa registrare un peso di 25 kg, e pertanto è facile da togliere, montare e rimessare. Adotta già l’albero motore disassato, che riduce le vibrazioni, la rumorosità e il gravame sullo specchio di poppa. Per contenere l’inquinamento acustico, è dotato di un silenziatore di aspirazione. Inoltre, è munito di tecnologia “three way storage”, che permette, grazie a un sistema di alimentazione e di lubrificazione studiato ad hoc, di rimessare il motore sdraiato su tutt’e tre i lati, senza produrre perdite di combustibile o di olio a bordo. Ha un sistema di lubrificazione forzata ed è disponibile in colorazione Nebular Black o Super Cool White. Scendo da questo battello per dedicarmi alla gamma Suzukino, presente in tre versioni: 250, 285 e 290.
SUZUKINO 250 OPEN, CON DF8AS
Il primo tender Suzuki che provo è il più piccolo della gamma, ossia il Suzukino 250 Open, abbinato a un fuoribordo DF8AS. Si tratta di un battello con carena in vetroresina, caratterizzato, come detto all’inizio, dal brevetto Geniuss a poppa. Lo si evince subito dai due pomelli neri sullo specchio, che servono a sbloccare il sistema di ribaltamento del motore stesso.
Su questo modello, che misura fuori tutto 249 cm, per una larghezza di 163 cm, con un peso di 47 kg, si possono trasportare in totale tre persone e la potenza massima applicabile è quella che trovo a poppa, ossia 8 cavalli. Di serie, propone il rivestimento del pagliolo in teak sintetico e un gavone a pagliolo.
Per quanto concerne il motore, invece, si tratta di un bicilindrico da 208 cc che pesa 41,5 kg, con rapporto di riduzione al piede di 2,08:1. La barra multifunzione permette di gestire con estrema facilità il cambio marcia (avanti/indietro), il folle e l’accelerazione.
SUZUKI TENDER SUZUKINO 285 OPEN BY GENIUSS, CON DF15AS
Altro giro, altra corsa. È il momento di salire a bordo del Suzukino 285 Open by Geniuss, motorizzato con un DF15AS. Si tratta di un motore evoluto: è un bicilindrico da 327 cc, due valvole per cilindro, ma soprattutto adotta il sistema di alimentazione Suzuki Lean Burn #consumameno. Per la precisione, è il primo motore fuoribordo al mondo a poter disporre di un sistema di alimentazione a iniezione elettronica anche senza la batteria.
Compatto e leggero, è progettato con una componentistica che non grava sul peso complessivo. Ha avviamento manuale, ma tale operazione, grazie a due decompressori, risulta facile e sicura. Il battello, invece, è la versione un po’ più grande del 250 Open: quei 36 cm in più si traducono in un gavoncino rialzato a prua, in cui è possibile sistemare il serbatoio di carburante separato. I tubolari sono muniti di quattro maniglioni di sostegno per tubolare, realizzati in tessuto gommato, e a prua spicca uno scorrisagola/bitta in gomma su cui dar volta alla cima di ormeggio. La carena è in vetroresina.
Con questa motorizzazione, ci si comincia anche a divertire: non si tratta più solo di “spostarsi”. Da solo a bordo sono riuscito a toccare la velocità di 20,5 nodi, il che lascia pensare che, anche con un carico di persone maggiore (massimo quattro), i risultati siano interessanti. Il motore è brillante e l’abbinamento è veramente divertente.
SUZUKI TENDER 290 DUETTO, MOTORIZZATO CON DF20AS
Mi sono riservato per ultimi i due modelli di tender un po’ più grandi, e più precisamente il 290 Duetto e il 330 Cruiser. Di questi, però, solo il 290 Duetto è proposto in package da Suzuki. Sono entrambi battelli che ricordano da vicino RIB più grandi, anche per la presenza a bordo di console di guida e cassapanca per la seduta del pilota o dei passeggeri. Comincio il mio report dal più piccolo: il 290 Duetto.
Qui, cambia l’approccio. Si conduce seduti su una panchetta, che presenta uno schienale parzialmente ribaltabile. La console è centrale e supporta un piccolo cruscotto ove eventualmente poter sistemare uno strumento, il volante e un cassettino frontale. Il pagliolo, rivestito in teak sintetico, termina a prua con un gavone rialzato, come sul modello 285 Open, mentre il serbatoio può essere coperto con un cuscino in modo da far accomodare una persona in più. I tubolari presentano maniglioni di movimentazione esterni in gomma e maniglie tientibene in tessuto gommato nella parte superiore, complessivamente otto (quattro per tubolare).
Anche la guida offre un’esperienza diversa: la sensazione è più simile a quella riscontrabile nel condurre un RIB più grande e il motore, che è la versione più spinta del 15 cavalli provato sul modello 285 Open, regala divertimento e anche un po’ di prestazioni. Purtroppo il peso del 290 Duetto è decisamente superiore al 285 Open: qui siamo oltre i 100 kg. Ciò lo penalizza un po’ in fase d’ingresso in planata, soprattutto se, come nel mio caso, non si è proprio dei fuscelli.
Comunque plana a 13 nodi. Sono riuscito a toccare un top velocistico di 19 nodi, virando a 16 nodi senza particolari problemi o patemi d’animo. Molto divertente.
Il Suzuki DF20AS è, come anzidetto, una versione più “generosa” del DF15: stessa cilindrata di 327 cc, due cilindri in linea, due valvole per cilindro, un rapporto di riduzione al piede di 2,08:1 e stesso sistema di alimentazione a iniezione elettronica multipoint sequenziale, anche senza batteria, con tecnologia Lean Burn, per consumare poco e avere quindi maggiore autonomia. È un motore un po’ più spinto e difatti sale il valore dei giri raggiungibili, che passano a 6.300 rpm.
330 CRUISER GENIUSS
Concludo il mio tour tra questi tender Suzuki con il modello più grande, il 330 Cruiser Geniuss. Anche se attualmente questo battello non è distribuito da Suzuki, la stretta partnership tra la casa motoristica giapponese e l’azienda romana ha permesso di installare a poppa un Suzuki DF30ATS, un motore generoso e performante. Si tratta del 30 cavalli più leggero sul mercato nella sua categoria, e ha la distribuzione a bilancieri con roller e l’albero motore disassato. Il fuoribordo è dotato di led, che rendono palesi le info sullo stato del motore, compresa la necessità di effettuare la manutenzione. La calandra ha un sistema di aspirazione diretta dell’aria che si traduce in un aumento di potenza, mentre l’aria calda viene evacuata attraverso un apposito foro.
L’alimentazione con tecnologia Lean Burn garantisce consumi appropriati e adeguati alle prestazioni richieste. Il fatto che il sistema di alimentazione sia in grado di funzionare anche senza la batteria è un plus non del tutto irrilevante. L’avviamento manuale facilitato e il pratico ingresso per il lavaggio sono altri due importanti elementi che mettono sotto i riflettori questo fuoribordo made in Suzuki. Di serie, viene fornito già completo di serbatoio, elica in alluminio e comando monoleva.
Il battello è dotato di una doppia seduta ricavata su un cassero ribaltabile in avanti per facilitare il ribaltamento a bordo del motore, a cui si aggiunge una seduta supplementare a fianco della console che, in questo caso, ha il volante decentrato verso destra. A prua, il gavone rialzato per il serbatoio può essere coperto con un cuscino per ottenere una seduta in più, mentre lo sportello fronte console serve per sistemare la batteria. Il tubolare trasversale di prua ospita la bitta in gomma con lo scorrisagola al centro.
Manca all’appello il test in acqua e, sinceramente, non vedo l’ora! Esco dal porticciolo comodamente seduto al posto guida e, appena fuori, cerco la planata. Passo poi con una certa rapidità da 18,7 nodi a oltre 20 nodi con un solo tocco del monoleva, fino a raggiungere il top di 22,6 nodi, che posso considerare una velocità che mi ha stupito. È vero che ero da solo, ma ciò lascia ben sperare anche con un carico maggiore. Il battello è comodo, confortevole e, nonostante i soli 3,28 metri, mi ha lasciato un’ottima impressione!
Tornato a terra, ho voluto verificare quanto sia pratico e facile sollevare, ribaltare e rimessare in coperta il motore fuoribordo, grazie al brevetto Geniuss. È davvero molto semplice e intuitivo: basta sbloccare i fermi del motore a poppa, ribaltarlo facendolo scorrere in avanti sulla piastra/guida a pagliolo, e il gioco è fatto.
Bene, concludo così la mia giornata, più rilassante del solito, ma molto positiva sotto il profilo dei risultati ottenuti, che hanno anche lasciato spazio a un tuffo nel passato, per dimensioni, tipologia e per aver riprovato l’ebbrezza della “guida a barra”.
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