Casale Madre, un incubatore di vita: l’intervista ad Angelica Gassi
Valentino, Dior, Balenciaga, Lanvin, Tod’s, Acne Studios, Bally. Roma, Stoccolma, Parigi, Londra e Milano. Anni passati dietro le quinte nel mondo della moda, tra lustrini, passerelle e shooting fotografici, per poi arrivare e fermarsi qui, a Ostuni, dove la vita scorre lenta, i cellulari non prendono e si sente soltanto il fruscio delle foglie e il cinguettio degli uccelli. Sembra la trama di un film, invece è la vita di Angelica Gassi, che con tanto coraggio decide di abbandonare una carriera avviata con successo nel mondo della moda e di dedicarsi al suo secondo figlio, Casale Madre.
Angelica Gassi, creativa e sensibile, ex manager della moda, dopo tredici anni passati nel lusso, decide di ascoltare se stessa e di non passare più la sua vita chiusa in ufficio. Così acquista e restaura, insieme a suo marito, una masseria immersa nella campagna pugliese. La struttura del casale è stata recuperata anche grazie all’intervento di abili maestri locali, impiegando materiali del posto.
Casale Madre oggi offre ai suoi ospiti vere e proprie esperienze, simbolo di tradizione, natura, autenticità, benessere e bellezza. Ma partiamo dall’inizio: come è arrivata Angelica a questa scelta? Qual è stato il suo percorso? Lo abbiamo chiesto direttamente a lei.
Angelica, ci descrive il suo percorso personale e di studi?
Ho studiato Economia Aziendale presso l’Università di Bari, dove ho conseguito la laurea triennale. Successivamente ho frequentato il corso di laurea specialistica in Business Administration presso l’Università di Tor Vergata, con un anno di studi a Parigi presso l’Università Dauphine.
Quali erano le sue passioni e i suoi obiettivi quando ha iniziato e come si sono trasformati nel tempo?
Le mie passioni sono sempre state legate al mondo del design, della moda, dell’arte. Avrei tanto voluto studiare architettura, ma a 19 anni non avevo le idee chiare, così la mia famiglia mi ha spinta a frequentare una facoltà che aveva maggiori sbocchi lavorativi. Ho sempre avuto una mente razionale e pragmatica, per questo alla fine sono riuscita bene negli studi in economia, ma il lato più creativo e sensibile alla bellezza si faceva sentire sempre di più. Quando ho iniziato il primo stage nel 2011, in recupero crediti presso Lanvin a Parigi, ho deciso che la moda era il mio mondo e che volevo avvicinarmi alla parte creativa di questo business.
Quindi, dopo aver terminato lo stage, ho rifiutato l’assunzione nel finance e ho chiesto di poter iniziare uno stage nel dipartimento di Sviluppo Prodotto Accessori Uomo, strettamente connesso all’Ufficio Stile. Pensavo di aver trovato il mio posto, dopo aver trascorso tanti anni negli studi creativi tra Balenciaga, Valentino e Dior. In realtà, avevo sempre una voce dentro di me che mi chiedeva di ampliare le mie conoscenze, di non limitarmi a una vita d’ufficio, pur avendo raggiunto ottimi risultati e aver ricoperto ruoli prestigiosi. Alla fine, ho deciso di ascoltarla. È così che è nato Casale Madre, un progetto creativo a 360 gradi. Un’attività ricettiva che, all’occorrenza, diventa incubatore di tante attività. Luogo di residenze d’artista e mostre, piacevole meta di retreat di benessere e vacanze per tante famiglie e amici alla ricerca di un posto autentico, bello e rigenerante.
Cosa ha significato per lei lavorare nella moda e qual è stato il momento di maggior soddisfazione durante gli anni passati a lavorare in questo mondo?
Nel mio DNA c’è e ci sarà sempre spazio per la moda. Non ho lasciato il settore: ho solo deciso che quel tipo di vita così totalizzante non faceva per me, perché restringeva troppo le mie idee e il mio modo di vivere. La moda mi ha insegnato tanto dell’arte, dell’artigianalità, della bellezza degli artigiani italiani, delle tecniche infinite di costruire e lavorare i materiali. Mi ha insegnato il rispetto per il lavoro e per i lavoratori. Mi ha fatto comprendere che si è fortunati a poter fare un lavoro che corrisponde alle proprie passioni. I momenti più belli li ho vissuti al fianco di Maria Grazia Chiuri e di Pierpaolo Piccioli, da Valentino e da Dior. Due veri direttori artistici che hanno acceso in me la scintilla e l’amore per questo mondo. Ero onorata di lavorare con loro e sarò sempre grata per i momenti divertenti che ho vissuto durante i backstage delle sfilate o degli shooting. Lì si respira una vera e propria atmosfera di squadra: si ride, si scherza, si diventa una famiglia. Ho avuto la fortuna di viaggiare tanto per lavoro e conoscere grandi artisti, tra cui Gianna Nannini e Paolo Buonvino, che mi hanno completamente stregata.
Quando ha iniziato a mettere in discussione la sua vita? E perché?
Ho iniziato a mettere in discussione la mia vita diverse volte, ma non riuscivo ad accettare che in effetti ciò che non sopportavo più era vivere solo in funzione del lavoro. Il colpo di grazia è arrivato quando sono rimasta incinta del primo figlio: non sapevo come fare per tornare a lavorare con un bimbo così piccolo. Lo volevo vivere, non volevo abbandonarlo con un’estranea per rinchiudermi di nuovo dieci ore al giorno in ufficio. Alla fine, il momento decisivo è arrivato improvvisamente, dopo una tremenda esperienza lavorativa al ritorno dalla maternità. Ma quell’evento negativo l’ho letto come un segno: ho capito che era il momento di prendere coraggio e saltare, perché stavo solo prolungando un’agonia. Dovevo smetterla di cambiare semplicemente brand, sperando che la situazione migliorasse.
Perché, tra tante possibilità, ha scelto di aprire una masseria? Cosa significa per lei?
Io e mio marito, un dirigente di Harley Davidson, abbiamo acquistato la masseria dopo cinque anni di ricerca, durante la prima ondata di Covid. Cercavamo un posto da chiamare casa mentre vivevamo all’estero, un rifugio dove portare i tesori raccolti durante i nostri viaggi. Ma, mentre progettavamo questo spazio, abbiamo pensato che la nostra casa potesse diventare anche la casa di altre persone, desiderose di vivere esperienze di autenticità, benessere e bellezza pura. Allora è nata l’idea di trasformare la nostra dimora in un’attività ricettiva, aperta anche a eventi come mostre d’arte e foto, retreat di yoga, ricami e concerti. Per me la masseria è un luogo fluido, dove abbiamo avuto la fortuna di ospitare persone gentili, che nutrono amore e rispetto verso questo posto. Non è un luogo sfarzoso, ma rappresenta proprio il cosiddetto “understated luxury” dato dai colori, dai materiali e dal design pulito ed essenziale.
C’è un significato dietro al nome “Casale Madre”, giusto?
Sì, c’è un significato profondo. La ristrutturazione è iniziata quando ero incinta del primo figlio, e durante quei mesi ho partorito. Non ero solo madre di un bambino, ma anche di un progetto che aveva preso vita: il casale. Lo abbiamo costruito sulla nostra terra madre, la Puglia, e abbiamo dato tanto spazio ai suoi colori e agli odori. Non abbiamo stravolto nulla di quello che ci regala quel posto. L’abbiamo lasciato libero di essere e di guidarci, proprio come fanno le madri.
Quali servizi offre la masseria?
La masseria offre la possibilità di essere vissuta nella sua totalità, con l’opzione di affittare l’intera struttura o anche una singola stanza. I nostri ospiti possono usufruire in esclusiva della piscina riscaldata e dell’hammam; inoltre, possono passeggiare tra i cinque ettari di uliveti e mandorleti. Prepariamo colazioni, brunch, pranzi e cene con chef che utilizzano solo materie locali e di stagione. Si ha la possibilità di vivere vere e proprie experience con le nostre Cooking Class di pasta e pizza. Coccoliamo i nostri ospiti con massaggi all’aperto, nel cuore dell’uliveto, accarezzati dal vento e dal profumo dei fichi. Abbiamo un servizio transfer per accompagnare i turisti nelle spiagge vicine e nei suggestivi villaggi circostanti. Collaboriamo con alcune cantine locali, che è possibile visitare per degustare deliziosi aperitivi. Ospitiamo anche matrimoni, eventi speciali, mostre d’arte e shooting fotografici. È un vero e proprio incubatore di vita.
Ha curato lei lo stile e l’arredamento di Casale Madre?
Sì, mi sono occupata io dell’arredamento, della scelta dei materiali, delle cromie. Abbiamo pareti rosa antico che cambiano sfumature in base alla luce, pur risultando sempre avvolgenti. Abbiamo utilizzato solo ed esclusivamente materiali locali, come le graniglie e il cocciopesto nei bagni, un’antica tecnica tradizionale apparentemente simile alla resina. Abbiamo restaurato antichi mobili di famiglia e ritappezzato poltrone antiche con tessuti disegnati da noi. Puntiamo a dare spazio a opere di artisti locali, come le artigiane che hanno realizzato le nostre coperte secondo il disegno del pinto salentino. Abbiamo inserito anche elementi di design, come un tavolo rosso di metallo e luci di un noto brand italiano.
Visto il suo percorso, che consiglio darebbe a chi vuole cambiare totalmente vita, ma ha paura di non riuscirci?
Il consiglio che mi sento di dare è di ascoltarsi e accettare che, quando qualcosa non va, bisogna rimboccarsi le maniche e cambiarla. Se non ci si ascolta, si continua a prolungare un’agonia che porta poi a spegnersi. Io ho scelto la vita, ho scelto di rischiare tutto, ma di essere felice o almeno lottare con tutte le mie forze per realizzare un sogno. Ho scelto di essere una persona che almeno ci ha provato e che vuole essere una madre realizzata. Il lavoro, la buona fede e la gentilezza pagano sempre. Io scelgo sempre la vita.
CASALE MADRE
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