Un bolentino… non poco profondo
La calura “estiva” di questa cortissima e caldissima primavera appena conclusa ha portato gli sparidi rosa a spostarsi prima del previsto in acque meno profonde, è il momento di iniziare a pensare al bolentino di medio fondale.
UNA STAGIONE ANTICIPATARIA
L’inverno rigido a fasi alterne, ma con freddi epocali in alcuni tratti ed acqua in superficie sempre gelida, ha lasciato spazio ad una primavera quasi subito scoppiettante, con temperature nelle fasi centrali della giornata, ben al di sopra delle medie stagionali e tratti di estate ancora prima che ci si fosse tolti il “cappotto” invernale. Con una condizione meteo così bizzarra è valsa la pena provare, prima del tempo, a rispolverare l’attrezzatura da bolentino andando a cercare i pesci a quelle profondità intermedie dove, per via della mancanza di condizioni meteo o di temperature dell’acqua valida, non ci si spinge di frequente. Il risultato è stato sorprendente.
LE PIETRE GIUSTE
La scelta della zona di pesca sarà dettata dalle batimetrie. Andremo, infatti, a cercare gli sparidi su quelle zone di fondale dove la batimetrica dei 90/100 metri crea delle vere e proprie isole, anche con piccoli sbalzi di fondale e risalite. Ad esempio in una zona dove da cartografia insiste la batimetrica dei 115 mt, un’isola dalla profondità costante di 100 metri potrà fare la differenza, creando una vera e propria oasi di pesca. Trovato il punto sul nostro cartografico, compagno indispensabile sarà l’ecoscandaglio, con il quale, una volti giunti sul punto di pesca, andremo a cercare quella profondità notata sulla carta e con sapiente uso del gain o guadagno, andremo ad individuare anche la più piccola delle pietre, attorno alla quale, in scarroccio, effettueremo passaggi ripetuti. Terremo presente che a queste profondità a volte i pesci si mettono in frenesia solo per pochi minuti, spesso sul cambio di marea e quindi sarà una regola fissa pescare per almeno 4 o 5 ore sullo stesso spot.
ESCA ED INNESCO PERFETTO
Pescare a quote “fonde” richiede la scelta di esche ed inneschi selezionati. La corrente e la velocità di discesa, difatti, possono far sì che al fondo spesso e volentieri non arrivi nulla o peggio, l’esca appesa per un capello, appena aggredita, venga portata via in rapina dai pesci, specie da tutti i disturbatori del fondale, sempre presenti, infatti, sciarrani e castagnole. Sceglieremo, quindi, inneschi freschi e compatti come gamberi, sardine e strisce di calamaro o di seppia. Nell’innescare gamberi andremo ad utilizzare tutto il gambero intero privato solo di coda e testa ma con tutta la polpa ed il guscio. Le striscioline di calamaro andranno, invece, preparate con cura e cucite più volte con l’amo, per evitare che vengano strappate al primo “morso”, meglio evitare la battitura, quasi inutile a queste profondità.
L’AZIONE DI PESCA
Come già anticipato, l’azione di pesca si svolgerà in scarroccio se le condizioni di vento e corrente lo permettono. Questo per due ragioni importantissime, primo, la possibilità di esplorare un’ampia porzione della “secca”, secondo perché raggiungere il fondo a queste profondità e passare sui pesci non è un’operazione semplice e priva di insidie. Come canne utilizzeremo alcune da bolentino della grammatura di almeno 400gr, che ci consentano di pescare con piombi tra i 150 ed i 200 gr senza soffrirne il peso durante la ferrata. La nostra scelta è caduta sulle Talaxa 8200 della Tubertini dotate, fra l’altro, di crociera per una eventuale cintura da combattimento nel caso si incontri un grosso avversario. I mulinelli taglia almeno 8000 andranno imbobinati con dyneema cui collegheremo uno spezzone di nylon nella funzione di ammortizzatore. Per i terminali, potete sbizzarrirvi anche perché andranno calibrati in funzione della taglia dei pesci che andrete ad insidiare.
UNA TECNICA RICCA DI EMOZIONI
A patto di affrontare lunghe navigazioni ed una giornata di pesca dove non vi risparmierete, avrete la possibilità di incontrare prede molto differenti: potrete infatti, spaziare dagli sparidi come pagelli e prai, fino ai pesci San Pietro. La regola come sempre sarà però il rispetto delle taglie minime e soprattutto evitare inutili stragi, nel caso dei prai è bene trattenere solo gli esemplari di taglia. Un occhio al meteo prima di partire ci consentirà di vivere veramente una giornata indimenticabile e non priva di colpi di scena.