I principali rivestimenti a confronto
Negli ultimi anni la nautica ha cercato di accontentare i diportisti assecondando ogni loro esigenza. I rivestimenti non sono stati esclusi da questa linea di pensiero. Abbiamo visto nascere nuovi materiali che si spingono sempre più ad assumere l’aspetto del più classico rivestimento in teak, complice anche l’aumento dei costi di quest’ultimo causato da una carenza di materia prima.
Come in ogni settore, sono entrate in gioco l’industria e l’innovazione scientifica fornendoci diversi materiali che possiamo confrontare e racchiudere in 3 categorie oltre ai classici legni e vetroresina: PVC, sughero ed EVA.
Procediamo!
VETRORESINA
- Estetica: il classico colore bianco (o panna su alcuni mezzi) è intramontabile, ma in alcuni casi può risultare un po’ troppo essenziale.
- Resistenza: essendo componente strutturale della barca è praticamente perenne. Solo le sollecitazioni causate dalle onde possono portare a crepe a forma di zampe di gallina o ragnatele nelle zone di maggior sforzo della struttura.
- Temperatura: i colori chiari respingono bene i raggi solari, per cui non abbiamo problemi a stare a bordo.
- Pulizia: possiamo usare i detergenti che preferiamo, ma dobbiamo considerare che saponi troppo aggressivi e le intemperie possono causare un’opacizzazione della superficie.
TEAK
- Estetica: che dire, per me quando è in buone condizioni è impareggiabile. Il colore ambrato del legno dona un’eleganza alla barca e anche un valore economico che attualmente non ha rivali. Di contro ha il problema che se lasciato a se stesso assume un colore grigio per difendersi dai raggi UV.
- Resistenza: Ottima per quanto riguarda le intemperie, il legno ha degli olii naturali che lo proteggono dagli agenti atmosferici, un po’ meno dal punto di vista degli impatti. Il teak è un legno morbido se confrontiamo le scale di durezza, per cui occhio a non far cadere oggetti pesanti!
- Temperatura: Punto dolente. Il legno assorbe il calore rendendo praticamente impossibile poggiare il piede quando siamo sotto il sole rovente estivo, obbligandoci a doverlo bagnare per abbassarne la temperatura. Il calore si riflette anche all’interno cabina, svantaggioso d’estate, ma utile in inverno come riscaldamento naturale.
- Pulizia: bisogna utilizzare saponi neutri o specifici per il legno, sono da evitare trattamenti in pieno sole poiché possono esserci effetti collaterali che sciolgono la gomma dei comenti. È, inoltre, consigliato usare spazzole a setole morbide per non danneggiare la fibra. Può essere carteggiato.
PVC
- Estetica: dobbiamo fare una piccola distinzione tra generazioni. La prima generazione di sintetici in PVC aveva un aspetto molto discutibile. Colori forti ed effetto troppo “finto”, un’imitazione mal riuscita del teak. Negli anni, recenti diverse case produttrici hanno creato dei materiali che riproducono l’effetto teak tradizionale in modo incredibile. Ci sono stati casi in cui sono dovuto andare a bordo personalmente per capire se fosse un rivestimento in teak o sintetico. In più c’è una gamma cromatica abbastanza ampia da accontentare ogni esigenza.
- Resistenza: All’inizio i materiali tendevano a scolorirsi al sole senza possibilità di essere ripristinati, attualmente la resistenza è perfetta sotto ogni punto di vista. Le intemperie non causano problemi e neanche i pesi, dal momento che la base è simil gomma per cui assorbe perfettamente gli impatti.
- Temperatura: altra differenza. I primi prodotti andavano “a fuoco”, nel senso che io ero obbligato a salire a bordo con le scarpe, perché era impossibile camminarci. Quando, inoltre, si bagnavano diventavano estremamente scivolosi per via della mancanza di porosità. Oggi raggiungono temperature più basse del teak per cui possiamo tranquillamente passeggiarci sopra senza problemi, soprattutto nelle colorazioni più chiare.
- Pulizia: sono riuscito a rimuovere macchie di ogni tipo con una facilità incredibile, anche quelle causate da candeggina o gasolio. Basta utilizzare un sapone neutro e una spazzola e le macchie vanno via, ma in casi estremi possiamo anche carteggiarlo.
SUGHERO
- Estetica: l’aspetto è “granulare”, poiché è un impasto di granelli di sughero. Una volta montato a bordo, questo effetto non si nota molto, poiché la grana è molto sottile e quindi bisogna farci caso. Il colore è simile ai legni comuni a bordo, con il colore dei comenti a scelta.
- Resistenza: piacevolissimo a contatto col piede, l’unico punto debole è l’abrasione da taglio (come gran parte dei rivestimenti), mentre per gli impatti e le cadute non ho mai riscontrato problemi perché il materiale è supercompresso. Non forma muffe o muschio alle intemperie, ma schiarisce in breve tempo se esposto ai raggi UV, diventando di colore grigio chiaro uniforme.
- Temperatura: il sughero è un isolante termico naturale, per cui possiamo stare tranquilli da questo punto di vista. Non scalda eccessivamente, non c’è bisogno di ricorrere al tubo dell’acqua per raffreddarlo e non è neanche scivoloso. In più isola anche l’ambiente cabina, rendendolo fresco d’estate e caldo d’inverno.
- Pulizia: le macchie di caffè e vino sono andate via solo risciacquandole con acqua. In caso di macchie oleose basta un sapone un po’ più forte. Fate solo attenzione ai comenti, sono in gomma come quelli del teak, per cui evitate saponi aggressivi in pieno sole. In caso di macchie indelebili può essere carteggiato.
EVA – Etilene Vinil Acetato
- Estetica: li apprezzo molto su barche open e di piccole dimensioni, per aumentarne il valore aggiungendo dettagli eleganti. Su ampie superfici il discorso può cambiare. Per creare l’effetto comentato le superfici sono irregolari, poiché il comento si sviluppa in uno spazio in cui c’è meno spessore del materiale: non il massimo della comodità.
- Resistenza: dipende dalla marca produttrice, poiché all’aumentare della morbidezza sotto i piedi aumenta anche la fragilità agli impatti. Per quanto riguarda gli agenti atmosferici, non si deteriora alle intemperie né presenta scolorimenti con i raggi UV. L’unico mio dubbio riguarda l’adesione: molti prodotti sono forniti con un biadesivo con cui incollare il materiale, il mio timore è che a lungo termine possa perdere adesività e quindi sollevarsi. Fortunatamente fino ad ora non ho conosciuto casi che hanno presentato questo problema.
- Temperatura: dipende dalle colorazioni, ma orientativamente siamo anche qui alcuni gradi in meno rispetto al teak.
- Pulizia: nessun problema con i detergenti comuni, le macchie sono andate tutte via con poca fatica. Evitate di usare saponi acidi e di lasciarli agire con pieno sole, perché possono lasciare macchie di sbiadimento sul rivestimento.
Ora avete una piccola infarinatura sui rivestimenti che potete applicare sulla barca. Per qualsiasi informazione o dubbio potete contattarmi scrivendo a info@mondobarcamarket.it.
Ricordate, il rivestimento perfetto non esiste, esiste il rivestimento più adatto alle vostre esigenze!