Notte da Totani
Estate, voglia di mare, vacanze e divertimento. Voglia anche di refrigerio per sfuggire, solo per un attimo, al caldo afoso. E allora perché non concedersi una o più nottate tra amici alla ricerca dei totani estivi che, complice il surriscaldamento del mare, compiono veri e propri raid notturni in caccia di prede risalendo dalle profondità marine fino a quasi sotto la superficie.
Il totano, a differenza del calamaro, ha due pinne più piccole, quasi a formare un triangolo, poste sulla parte finale del corpo, ed è provvisto di tentacoli più spessi con ventose dotate di uncino. È un mollusco cefalopode che normalmente raggiunge i 50-70 cm ma che in alcuni casi può arrivare a dimensioni davvero sbalorditive. Come detto, possiede due piccole pinne all’estremità del corpo e 10 tentacoli, di cui 2 più lunghi che lancia per acciuffare le prede. Presenta un colore tra il bianco e il rosso e vive su fondali sabbiosi e fangosi anche abissali. Questa piccola premessa ci fa capire dove andare a ricercare il diavolo rosso. Ma come fare per assicurarsi una serata di divertimento? Ecco di seguito alcuni consigli per insidiarlo con la lenza a mano e con la canna!
CON LA LENZA A MANO
Pescare i totani con la lenza a mano ti dà quella sensazione di essere a contatto diretto con l’esca, percependo ogni piccola toccata, anche la più timida, di un totano intento a studiare la sua preda. Per insidiarli con questa tecnica ci doteremo di una natta in sughero o in EVA che ci servirà per avvolgere non meno di cento metri di nylon almeno dello 0,70. Avvolto tutto il filo, non avremo bisogno di tanti fronzoli se non di una generosa girella con moschettone e una totanara adeguata che vedremo in seguito.
CON LA CANNA
Insidiare i cefalopodi estivi con la canna è una tecnica che ha preso piede da qualche anno, quando il cambio generazionale ha spinto i “nuovi” pescatori a studiare tecniche alternative per catturare i predatori del mare. Solitamente vengono utilizzate canne da spinning pesante o vertical jigging e precisamente canne di lunghezza esigua, ma con una discreta potenza per contrastare anche le pompate dei totani di taglia. Alla canna abbineremo un mulinello a tamburo fisso di taglia non inferiore al 6000 caricato con del trecciato da 20 libbre e seguito da due-tre metri di shock-leader almeno dello 0,35. Una volta assemblato il tutto, anche in questo caso non avremo bisogno di altri accessori se non di una buona totanara.
L’AZIONE DI PESCA
Una volta raggiunto lo spot e verificata la presenza di pesce foraggio sotto la barca, caleremo la nostra lenza fino a raggiungere il fondo per poi risalire, a piccoli strattoni e brevi momenti di stop, fino alla superficie. Quest’azione ci permetterà di capire a quale quota saranno presenti i totani anche se, in presenza di pesce foraggio, si potrebbe cominciare fin da subito a pescare alla stessa quota. Normalmente l’attacco del cefalopode sulla totanara si fa sentire in maniera molto energica anche se, in certi luoghi, si è riscontrato un cambiamento nell’attacco del predatore sull’esca. Durante le prove eseguite con il Team Lady Martina Sportfishing abbiamo potuto constatare sul campo i diversi approcci all’esca da parte dei totani.
In assenza di luna (fase migliore per questa pesca) abbiamo assistito a veri e propri attacchi sull’esca con tirate rapide e veloci verso il fondo. Sempre in queste serate abbiamo potuto accertare che la taglia media si aggirava intorno ai 60-70 cm con prede davvero extra large e che la profondità di cattura, su fondali intorno ai 100 metri, variava dai pochi metri sotto la barca fino sul fondo.
Con presenza di luna, invece, abbiamo riscontrato nello stesso spot una presenza più massiccia di totani di taglia piccola soprattutto nella fascia d’acqua compresa tra la superficie e i 25 metri, quota in cui stazionava il pesce foraggio formato da acciughe e sugherelli mentre al di sotto, ma rimanendo entro i 50 metri, la taglia dei totani aumentava. In questo caso però abbiamo assistito ad un vero cambiamento dell’approccio all’esca con stop di lenza in fase di calata o leggere toccate nei momenti in cui l’esca rimaneva fluttuante. A differenza delle serate senza luna in cui il totano rimaneva letteralmente agganciato all’esca da solo e ti permetteva di pescare con la lenza lasciata in bando o con la canna poggiata nel porta canne, in presenza di luna le toccate erano talmente timide da dover provvedere ad energiche ferrate per avere la meglio sui cefalopodi. In entrambi i casi però, non abbiamo riscontrato una presenza maggiore o minore di prede rimanendo quasi sempre su una media di 5-6 catture/ora per pescatore. Questo esperimento ci è servito per capire e comprendere il comportamento del cefalopode nelle varie fasi lunari e quindi comportarci di conseguenza per avere il massimo della resa nelle serate a seguire.
LA TOTANARA
Per praticare con successo questa tecnica dovremo dotarci di totanare adeguate ai cefalopodi presenti nella zona e quindi scartare immediatamente le totanare di piccole dimensioni ci permetterà di non incappare nella spiacevole situazione di avere strike e perdite a ripetizione. Le totanare migliori sono quelle in acciaio inox a filo sottile corredato di ciuffo di aghi ad ampio diametro. Questo ci consentirà di inserire esche voluminose minimizzando il rischio di perdite dovute ad attacchi troppo distanti dagli aghi. Esistono in commercio anche altri modelli di totanare con la possibilità di inserire uno stralight vicino agli aghi o quelle con led lampeggiante integrato in essa. Saremo noi, in base alla nostra esperienza e al nostro gusto, a dotarci della totanara migliore per divertirci al meglio.
ESCHE ED INNESCHI
Le esche principe per insidiare i totani sono sicuramente l’acciuga e la sardina che, con il loro odore riusciranno ad attirare anche da lunga distanza i cefalopodi più sospettosi. Altre esche utilizzate, anche se con minor successo, sono i sugherelli, le boghe, i rovelli e le alacce.
Un’esca, invece, praticamente inusuale per la pesca in mare ma che regala grandi soddisfazioni nella pesca ai totani è il lardo. E sì, anche quello di Colonnata! Il lardo non ha grandi doti “odorose” ma in presenza di fonti luminose lampeggianti diventa iridescente simulando la luminosità di alcuni microrganismi presenti in mare e quindi altamente attirante verso i predatori.
Innescare una totanara non è un lavoro difficile. Prendiamo ad esempio l’innesco multiplo di lardo più acciuga: compriamo un pezzo di lardo spesso almeno 1-2 cm e creiamo una sorta di cilindro di lunghezza idonea ad essere inserito nel bastoncino della totanara. Prendiamo tre acciughe e disponiamole sopra il lardo tenendole con una mano. Con la mano libera invece eseguiamo una serie di giri di filo elastico per fissare le acciughe al lardo e lo stesso alla totanara. Questo ci consentirà di pescare per tutta la serata nonostante i furibondi attacchi dei totani che con il loro uncino tenteranno di strappare l’esca per divorarla.
Ricordate che l’uncino dei totani, soprattutto di quelli di taglia, è particolarmente affilato e finire alla sua portata non sarà sicuramente una buona idea, come potrà sicuramente ricordare qualcuno che ha inavvertitamente afferrato il totano dalla parte sbagliata. Non c’è un’ora esatta per insidiare i totani, dal tramonto all’alba si avranno diversi strike che faranno divertire per tutta la notte fino all’arrivo del primo raggio di sole, momento in cui potremo recuperare le lenze e tornarcene a casa con il nostro bottino. Vi abbiamo accennato alle fonti luminose e in commercio ne esistono diverse. Dai classici starlight verdi o rossi alle piccole strobo ad azionamento automatico col contatto in acqua ai led multicolori che attirano sicuramente prima il pescatore e poi il pesce. Noi personalmente utilizziamo le piccole strobo rosse o bianche ad azionamento automatico che, nel buio della notte e nelle profondità marine, permettono di attirare i totani e soprattutto capire quando esca e preda stanno giungendo sotto bordo nel momento del recupero. Non sono strettamente necessarie ma nei test eseguiti abbiamo riscontrato una percentuale maggiore di strike nelle esche precedute dalla piccola fonte luminosa.