L’affondatore, questo sconosciuto!
Diverse volte vi ho tediato con l’importanza di poter correttamente affondare le vostre esche. Sia che siano naturali, vive o morte, sia che siano artificiali, le esche utilizzate per alcuni predatori devono essere affondate correttamente.
LE CARATTERISTICHE DEL CORRETTO AFFONDAMENTO
Con il termine “correttamente” si vogliono dire diverse cose.
Più in particolare:
1. Alla profondità giusta;
2. Presentando l’esca nella maniera corretta;
3. In un tempo ragionevole;
4. Senza dover calare troppa lenza.
Queste quattro caratteristiche relative all’affondamento possono essere rispettate e garantite, tutte allo stesso modo e con la stessa efficacia, solo mediante uno strumento che nei nostri mari è molto meno conosciuto che oltre oceano.
Qualcuno dirà che anche da noi si usa, ma basta fare un viaggetto negli States per vedere che sia ad Est Atlantico che ad Ovest Pacifico ogni barca da pesca che si rispetti ha sempre montati o montabili almeno due (se non più) affondatori a palla di cannone.
Chiamato in inglese Downrigger, l’affondatore non è altro che un divergente di profondità.
Può essere di molti tipi: manuale o elettrico, orizzontale o verticale ecc. La sua funzione comunque è una sola: affondare le esche. E questo lo fa egregiamente.
Il suo funzionamento è garantito da un semplice mulinello con una vera e propria frizione.
L’ATTREZZATURA
Sul mulinello sono imbobinati dai 60 ai 150 mt (solitamente non di più) di filo che può essere di due tipi.
Si può usare un cavetto metallico con un alto carico di rottura 150/200 lb oppure – io ormai da molti anni uso questo – un multifibre ad alto libraggio (200 lb è quello consigliato).
Il multifibre fa sicuramente meno resistenza – attrito – con l’acqua e, quindi, affonda meglio, oltre a fare meno vibrazioni.
Questo è un bene per la gran parte dei predatori che si dovranno insidiare con l’affondamento delle esche.
All’estremità del filo si dovrà collegare una girella del tipo Sampo da 250 o 300 libbre con moschettone di pari libbraggio.
L’affondatore andrà fissato sulla fiancata o sulla poppa della barca, a seconda di dove sarà più comodo calare il piombo o il sistema di affondamento che vi andrà collegato.
Sostanzialmente, parleremo di due tipi di sistemi per affondare: la classica palla di cannone – di solito varia tra i due e i nove chili – e la scarpetta, o bat commander, – una paletta idrodinamica di forma “pipistrellesca”, molto simile al tradizionale stim, ma molto più grossa – quest’ultima personalmente l’ho usata molto negli ultimi anni, con molto successo in alcuni tipi di traina medio veloce.
L’AFFONDATORE
Veniamo al punto.
L’affondatore si può usare, come accennavo in premessa, in molti tipi di traina.
Quando si vuole trainare a mezz’acqua esche vive, come le aguglie, alla ricerca di ricciole intorno al nodo di velocità; anche in traina di mezza altura, quando le alalunghe o altri pesci di branco di buona taglia non vogliono affiorare.
È il caso delle grosse palamite nei periodi più freddi.
Sarà un bene, sarà la chiave di volta del successo di una battuta tardo autunnale quella di avere un affondatore, o due, da usare per invogliare a salire i pesci infreddoliti, ma affamati.
In questo tipo di traina il bat commander si rivelerà – o almeno per me lo è stato – un grande successo.
È ovvio che, mentre usandolo su alti fondali non ci sarà la specifica esigenza di sapere precisamente a quanti metri si pesca, per la traina costiera con gli artificiali o la traina di profondità con esca viva – magari affiancata al piombo guardiano – sarà importante capire a quanti metri il nostro affondatore farà “lavorare” le esche.
Come al solito, vi dico come faccio io.
IL CONSIGLIO SULL’UTILIZZO
Non è la legge, ma potete provarci e vedere come vi va, io spero bene, ovviamente.
Calate la vostra esca – artificiale o viva – per almeno trenta metri, facendo uscire la lenza direttamente dal mulinello della canna armata.
Attaccate alla lenza madre la pinza di sgancio, che dovrà essere collegata con un cavetto a 20 cm dal vostro piombo a palla di cannone, o bat commander che sia.
Con la frizione della vostra canna quasi libera cominciate piano piano a far calare il piombo, fino a raggiungere una lunghezza del cavetto metallico o multifibre che vi sarete prefissati.
Vi faccio un esempio: se volete pescare a fondo su un fondale di 15 mt, dovrete considerare che, a seconda della velocità, tutto l’apparato affondante – filo e piombo dell’affondatore – faranno attrito e, quindi, tenderanno a salire.
A 3.5, 4 nodi, se calate 45 metri di cavo o multifibre e avete un’esca che mediamente affonda 3 metri, diciamo che state pescando circa tra i 13 ed i 15 metri.
Provate e siate disposti a perdere qualche piombo e qualche artificiale a varie andature per capire a quanto lavorano le vostre esche.
Più fate così e più sarete sicuri di stare imparando ad usare lo strumento nel modo corretto.
Vi posso assicurare che se imparerete ad usarlo non lo lascerete più: vi farà mangiare il pesce e noi peschiamo per questo, giusto?
Se non si mangia, ricordo che è bene rilasciare tutto il pesce in esubero, non solo ai limiti di legge.