Alessandro Villari: Intervista a The Bassman
Una passione enorme per il Bass Fishing nata da piccolo, grazie al papà, e coltivata negli anni con tanto amore per questa tecnica di pesca, per la natura e per le persone. Abbiamo intervistato Alessandro Villari, il pescatore professionista che ha conquistato il web, ma soprattutto le acque dolci, sia italiane che estere.
THE BASSMAN
Alessandro, originario di Bassano del Grappa, è Brand Ambassador per Suzuki Marine Italia, Lowrance, Oakley, Red Bull, Vans, Abu Garcia, Berkley, Molix, Plano, Bass Brigade, Boat Box System, Fiamm e AB2 Nautica.
Oltre ad avere un proprio negozio di abbigliamento, collabora con Bass Brigade, un marchio che unisce i pescatori di tutto il mondo attraverso lo stile di vita, l’abbigliamento e il design.
Personaggio iconico, è conosciuto nel mondo del Bass Fishing non solo per la sua tecnica e le sue catture, ma anche per il messaggio che cerca di mandare attraverso eventi, raccolte fondi, workshop e molto altro.
Noi gli abbiamo chiesto di raccontarci il suo percorso e di darci qualche anticipazione sul prossimo futuro.
Alessandro, come nasce questa passione?
Nasce, come credo per la maggior parte dei pescatori, grazie a mio padre che mi portava a pescare da bambino.
Ma la cosa fondamentale che ci tengo a precisare è che mio padre mi ha insegnato sin da subito il Catch and Release: la cattura con rilascio del pesce vivo. Questo è importantissimo: credo che, ad oggi, il futuro della pesca sia la pesca sportiva.
E il motivo principale è legato alla gestione delle acque interne, che ormai è in balia di se stessa e noi pescatori siamo le prime “guardie”, che devono mantenere la fauna popolata.
Dalle pescate con mio padre a quelle con gli amici, per poi iniziare le prime gare e girare il mondo per viaggi di pesca con altre persone conosciute nel tempo. Alla fine della storia però, ho fatto del Bass Fishing la mia unica pesca praticata, da bambino ad oggi.
Ci spieghi la tecnica del Bass Fishing e come sei arrivato a organizzare i Worshop?
Il Bass Fishing è praticato in acque interne, acque dolci come laghi o fiumi a scorrimento lento, si usano solo esche artificiali e nasce come pesca prevalentemente dalla barca anche se molti lo praticano, per svariate esigenze, da riva.
È una pesca molto dinamica e “cool”, perché come tutti gli sport che arrivano dall’America, è particolare e, diciamo, alternativa. In Italia c’è ormai da più di 30 anni, ha avuto subito appeal tra i giovani e sta crescendo in maniera evidente.
È una tipologia di pesca che si discosta un po’ da quella che è l’immagine del pescatore classico in riva al fiume con il cappello di paglia e la canna con i vermi. È un nuovo modo di vivere questo sport e soprattutto l’outdoor.
Il Bass Fishing Workshop, invece, nasce perché durante il mio percorso di apprendimento ho avuto modo di pescare con tantissime persone, ma c’era sempre quel luogo comune di tenere per sé i segreti di pesca o i vari spot, mentre io ho sempre pensato in maniera contraria.
Il mio sogno è proprio quello di vedere il Bass Fishing allineato alla scena internazionale, come in Giappone o in America, e vedere sempre più persone che lo praticano. Credo che se riusciamo a portare l’attenzione su questa pesca intesa come sport, possiamo riuscire ad avere una gestione delle nostre acque diversa e sicuramente migliore.
Partendo da questo concetto mi sono chiesto: “Perché non mettermi in gioco e condividere in campo la mia esperienza, la mia attrezzatura e la mia barca per i ragazzi che vogliono imparare?“
Beh, ho iniziato 4 anni fa ed è stato un successo.
Porto i ragazzi a pescare prevalentemente sul lago di Bolsena e gli insegno tutto ciò che so: la tecnica di pesca, la scelta dell’attrezzatura a seconda delle esche che si usano, ma soprattutto il rispetto per l’ambiente e per il pesce; dal non lasciare i rifiuti in acqua o raccoglierli quando se ne vede uno, a come maneggiare il pesce durante la fase di cattura e rilascio.
Questi workshop vanno oltre il gesto sportivo, per me significa far nascere delle nuove leve con una visione più ampia e una sensibilità maggiore verso l’ambiente.
Hai molti follower e, in generale, negli ultimi anni sono aumentate tantissimo le persone che seguono i pescatori. Quanto sono importanti questi mezzi di comunicazione? Hanno generato, secondo te, più interesse per questo mondo?
Senza dubbio il periodo storico che stiamo vivendo ha avvicinato le persone a tutte quelle che sono attività all’aperto, come il ciclismo o il trekking e non poteva essere da meno la pesca.
Mi rammarica però, a fronte di una richiesta sempre maggiore, vedere lo stato delle nostre acque e l’incapacità di alcune persone di comprendere le potenzialità della pesca sportiva.
Il pescatore deve capire che il catch and release è una delle carte migliori da giocare per preservare il nostro ambiente.
Cosa intendi con stile Power Fishing e il concetto The Water Is My Stadium?
Il Power Fishing è uno stile che mi rispecchia, una pesca molto veloce, fatta con esche “di ricerca” come Swimbait, Spinnerbait o Crankbait, che vanno ad imitare dei pesci: nuotano e di conseguenza stimolano l’attacco dei black bass che sono in attività di caccia.
“The Water Is My Stadium”, invece, è un motto identificativo creato da un brand con il quale collaboro che si occupa di abbigliamento, Bass Brigade, che ha voluto fondere la passione per gli action sport americani come il motocross, bmx o skateboard con il Bass Fishing.
Una vita all’aria aperta, fatta di sport con un abbigliamento cool e di design. Questa cosa ai ragazzi piace molto.
Che tipo di attrezzatura e imbarcazione utilizzi?
Le imbarcazioni sono particolari e mi fa sorridere che molte persone che mi incontrano pensano a delle barche da corsa. In effetti hanno degli scafi filanti con una linea che richiama una barca da corsa e non a caso sono molto veloci in acqua, ma sono nate per tutt’altro.
Durante le competizioni, però, spostarsi velocemente da uno spot all’altro è fondamentale, perché si hanno a disposizione 8 ore e meno ci impieghi nello spostamento, più tempo hai per pescare.
Per questo spesso montiamo il massimo delle motorizzazioni che uno scafo può portare, per una questione di consumi e performance ho scelto un Suzuki DF200 HP.
Sono barche nate in America e sono super accessoriate, oltre al fuoribordo sono dotate di un motore elettrico a prua, che è uno strumento utilissimo per la nostra pesca in quanto è super silenzioso. Io, per esempio, uso un motore di nuova generazione, il Ghost di Lowrance, con funzione di ancora automatica.
Spingendo un semplice tasto mi mantiene la barca in pesca nel punto Gps prescelto, ed è un grande aiuto, soprattutto nelle giornate ventose.
Inoltre, ho una strumentazione elettronica che mi permette di scandagliare con precisione i fondali per individuare gli ostacoli dove si nascondono o transitano i pesci e per queste operazioni uso la serie HDS Live di Lowrance abbinata alla fantastica sonda Active Target che mi permette di vedere in diretta come si muovono i pesci, il movimento della mia esca e di scrutare addirittura come reagisce il pesce al passaggio della stessa.
È incredibile! La pesca è diventata un videogame.
Per quanto riguarda l’attrezzatura, per il nostro tipo di pesca non serve molto. Io ne ho tanta perché la metto a disposizione dei ragazzi che vengono con me e ho diverse canne da pesca perché sono specifiche e ad ognuna dedico un’esca per essere più veloce nel cambio.
Questo sport si può fare con un parco canne tra le 6 e le 10.
Una cosa che ci caratterizza è che si può utilizzare un universo di esche. Tra colore, forme e dimensioni si ha una scelta incredibile e sorrido mentre vi dico che alcune volte subentra il collezionismo in ognuno di noi.
Quando hai dei risultati con un’esca, torni a casa tutto gasato e la vuoi avere di tutti i colori!
La tua cattura da record?
La mia cattura da record in Italia è un bass di 3 kg preso in Sardegna durante una gara, mentre il mio record estero è un bass di 11 libbre, 5.5 kg, preso in Sudafrica.
Ho avuto la fortuna di girare il mondo, sia per partecipare a gare internazionali sia per cercare il pesce da trofeo. Dalla Spagna al Portogallo, poi Giappone, Sud Africa, Brasile, Messico e ovviamente, Stati Uniti.
Progetti nuovi per il 2022? Ce ne sono e ce ne puoi parlare?
Sicuramente il mio primo obiettivo è quello di ampliare il raggio d’azione del Bass Fishing Workshop, quindi di arrivare in altri laghi italiani per dare la possibilità a un maggior numero di ragazzi di pescare con me.
Ci sarà poi l’appuntamento con quello che sarà il nuovo punto di riferimento per gli appassionati di nautica e pesca sportiva, ossia l’EOS Show dal 30 Aprile al 2 Maggio alla Fiera di Verona, mi troverete sia allo stand Bass Brigade/BFW che ospite negli stand delle aziende che collaborano con me.
Ma la vera novità 2022 è un evento, mai organizzato prima e che ho ideato assieme a due amici: un Festival interamente dedicato al Bass Fishing.
Non vi anticipo il nome ma abbiamo già la data, si terrà dall’1 al 4 settembre in provincia di Treviso presso il lago delle Fate. Durante il festival ci saranno vari workshop, attività dedicate ai bimbi, camping, musica, food and drink.
Ma soprattutto buone vibrazioni. Siete tutti invitati a venire, per condividere le vostre esperienze e per parlare di Bass Fishing mentre ascoltiamo musica.
Hai un aneddoto o una giornata particolare da raccontarci?
Sarò l’ultimo dei romantici, ma per me ogni uscita ha qualcosa da ricordare. Tuttavia la cosa più emozionante che ho vissuto è l’evento organizzato la scorsa estate con un’associazione di volontariato, con la quale collaboro, che si chiama “Vicenza For Children”.
Durante questa giornata ci siamo messi a disposizione con le nostre barche per portare a pescare i bambini in cura all’Ospedale San Bortolo di Vicenza. Vedere la loro felicità e l’emozione dei genitori mi ha dato una carica che a parole non si può spiegare.
Sempre per “Vicenza For Children” ho organizzato un’asta benefica che si è tenuta a inizio anno, dove ho messo a disposizione vari oggetti e attrezzature da pesca e il ricavato è andato interamente a loro.
Devo dire che ho scoperto che i pescatori hanno un cuore d’oro.