Anche in Italia il lighthouse accommodation, come riaccendere i Fari
“Una torre argentea, nebulosa, con un occhio giallo che si apriva all’improvviso e dolcemente la sera”. Così Virginia Wolf descriveva nel 1927 il faro della sua fanciullezza in “Gita al Faro”.
Un romanzo introspettivo e complesso, esattamente come nella realtà appaiono i fari nell’immaginario collettivo.
In principio fu a Pharos, davanti ad Alessandria D’Egitto, da cui presero anche il nome, poi ben presto si diffusero ampiamente e rapidamente in tutto il mondo per la loro innegabile utilità.
Oggi in Italia sono protagonisti di una campagna di rivalorizzazione che si ascrive nel progetto Valore Paese – Fari che lo scorso 10 giugno a Roma è stato presentato dal Direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi, alla presenza di PierPaolo Baretta, Sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Roberta Pinotti, Ministro della Difesa, durante l’evento presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera a Roma, introdotto da Donatella Bianchi, madrina del progetto, giornalista Rai/LineaBlu e presidente del WWF Italia.
Fari dismessi verranno dunque assegnati a privati imprenditori che ne faranno strutture turistiche.
Nove le strutture scelte in un primo momento, in fase di conferenza stampa di presentazione l’annuncio da parte del Ministero della Difesa di altri due fari a disposizione degli aspiranti imprenditori. L’obiettivo del progetto è la rivalorizzazione di queste 11 strutture che versano ora nel degrado, dando l’opportunità imprenditoriale di avere in locazione per un massimo di 50 anni il faro.
Il recupero delle strutture passa attraverso il circuito turistico verranno, infatti, rivalorizzati per poterli trasformare in strutture ricettive e di accoglienza.
Un esempio pratico è oggi il Faro di Capo Spartivento che dal 2005 è un resort di lusso affacciato su una meravigliosa scogliera in provincia di Cagliari. E’ stata avviata una consultazione pubblica di due mesi alla quale è possibile partecipare sul sito del Demanio, per raccogliere idee e progetti.
La pubblicazione del bando di gara è prevista per il prossimo ottobre e si concluderà ad inizio 2016.
La selezione avverrà secondo criteri economico-finanziari legati alla gestione, ma anche in base all’eco-sostenibilità dei progetti e, nonostante il primo esempio, Capo Spartivento, sia diventato un hotel di lusso, non è detto che i progetti di rivalorizzazione debbano per forza seguire quella scia, potranno infatti essere anche strutture più spartane.
I fari si trovano in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Toscana. I primi beni dello Stato che entrano a far parte della “rete dei fari”: il Faro di Brucoli ad Augusta (SR), il Faro di Murro di Porco a Siracusa (SR), il Faro di Capo Grosso nell’Isola di Levanzo – Favignana (TP), il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica (PA), il Faro di Capo d’Orso a Maiori (SA), il Faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia (NA), il Faro di San Domino alle Isole Tremiti (FG) e i quattro beni proposti dal Ministero della Difesa, il Faro Punta del Fenaio e il Faro di Capel Rosso sull’Isola del Giglio (GR), il Faro Formiche di Grosseto e il Faro di Capo Rizzuto a Isola di Capo Rizzuto (KR).
L’idea prende ispirazione dal modello di lighthouse accommodation già attuato in molti paesi europei, ma anche negli USA, in Canada e in Australia.
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