Arti e mestieri: Il Laminatore
E’ arrivata in redazione una particolare richiesta da un nostro lettore, il gentile signor G. L., che ci chiede “come apprendere il mestiere del laminatore e quale sia il modo migliore per acquisire una conoscenza approfondita dei materiali compositi “.
Il mondo dei materiali compositi è molto ampio e variegato. Fino a ieri era un settore di nicchia, oggi – invece – riguarda un numero sempre più folto di comparti industriali.
Nautica a parte, che ad onor del vero è stata un’antesignana nell’utilizzo di questa particolare classe di materiali, sono molti altri i settori in cui si cercano di coniugare l’alta resistenza abbinata alla leggerezza.
Gli esempi sono inesauribili e solo per divertimento possiamo citarne alcuni: racchette da tennis in carboresina, tavole da surf in sandwich, sci in laminato, fino ad arrivare agli aeroplani, le automobili, le barche, le pale eoliche, le opere di ingegneria civile ed edile, ecc.
Chiaramente anche le tecnologie sono svariate, viste le (praticamente) infinite potenziali applicazioni, ma per circoscrivere la nostra risposta torneremo al mondo della nautica da diporto.
Fin dagli anni ’60 dello scorso secolo alcuni cantieri navali cominciarono ad utilizzare questo materiale ‘strano’ , ossia ‘la vetroresina’.
Pian piano, grazie alla pratica si iniziò ad imparare a trasformare questa materia che per circa un ventennio (fino alla fine degli anni 70) affiancò di buon grado le imbarcazioni realizzate con legno e metallo.
Dagli anni ‘80 in poi, la storia è nota: la vetroresina è stata l’indiscussa scelta con cui sono state costruite centinaia di migliaia di imbarcazioni in tutto il mondo. Oltre ai numerosi vantaggi tecnici (alta resistenza e basso peso), infatti, molti sono i ‘pro’ legati alla manutenzione (il composito non si ossida, non marcisce, etc.) e alle riparazioni che con questa particolare classe di materiali sono praticamente sempre realizzabili.
Per un cinquantennio e oltre , dunque, si è costruito col composito e il nostro paese – per essere onesti – è sicuramente fra i primi per qualità dei prodotti ed esperienza nella lavorazione.
In Italia, ovunque vada, dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, ho sempre avuto modo di interagire con maestranze qualificate, diffuse un po’ a grappolo intorno a determinati poli industriali ( nella zona delle Marche, in Toscana, Lazio, Campania, Piemonte, Lombardia e Veneto vi sono i poli più importanti).
Fra l’altro, è molto divertente ascoltare dai vari operatori frasi del tipo ‘’la nautica in Italia l’abbiamo fatta noi !’’ e queste parole ricorrono in ogni luogo dove si possa trovare un nocciolo duro di brave maestranze.
Personalmente, ritengo che nel nostro paese si possa imparare un p0′ dovunque il mestiere di laminatore, a patto che se ne abbia la voglia: è un mestiere che richiede l’affinamento di molte capacità per le quali un corso di formazione non è quasi mai esaustivo e non può fornire realmente l’idea di cosa esso sia.
La soddisfazione che esso fornisce è molto grande: creare una barca (o qualsiasi altro oggetto) da un materiale inizialmente informe, liquido (come appunto la resina ) è qualcosa di molto suggestivo e interessante.
Il sacrificio tuttavia è notevole, come del resto per molti mestieri e professioni difficili. Innanzitutto la necessità di operare costantemente con maschere facciali, guanti di protezione e tute per limitare i danni dovuti alle esalazioni di composti inquinanti e alle polveri di rifilatura.
Personalmente, anche se faccio l’ingegnere, mi è capitato più volte di tornare in albergo (o a casa) con un gran prurito dovuto alla polvere di vetro che si infila dappertutto !
Altre volte, invece, mi è capitato di osservare personale ‘ in prova’ scappare via dall’azienda dopo un mese, una settimana (una volta accadde dopo un giorno) perché l’odore pungente dei reparti veniva ritenuto insopportabile!
Quindi, gran bel mestiere ricco di soddisfazioni ma deve essere affrontato con la massima tenacia e spirito di sacrificio. Altro discorso è quello di una competenza più approfondita. Per fare il lavoro del laminatore sono sufficienti tanta pratica, molto buonsenso e una discreta preparazione di base.
Per ricoprire ruoli un pò più importanti (l’infusionista, l’addetto all’autoclave, il responsabile del reparto, il responsabile della qualità del prodotto e del processo) servono invece competenze più approfondite e specifiche che ancora una volta possono partire da opportuni corsi di formazione, ma devono necessariamente perfezionarsi con l’esperienza, la perseveranza e la dedizione al proprio lavoro.