Avanguardia futuristica, e passione antica: profilo di Sergio Cutolo
“Il design si coniuga con la funzionalità, non ci sono gli scompensi che alle volte si notano su progetti nei quali il design e la parte ingegneristica si integrano in maniera più difficile. Noi riusciamo a portare avanti il progetto in maniera molto rapida tenendo conto delle esigenze tecniche già nella fase iniziale della prima proposta che facciamo al cliente.”
Un tecnico, un cultore, ma soprattutto un appassionato. E proprio l’amore per la vela lo ha spinto verso la formazione in ingegneria navale, la competenza acquisita lo ha poi condotto nell’olimpo mondiale degli studi di progettazione marittima maggiori del mondo: è l’Ingegner Sergio Cutolo.
“Dopo i miei studi ho iniziato subito la mia esperienza lavorativa alla Baglietto, a parte Italia la barca a vela che partecipò anche alla Coppa America, la mia progettazione ha seguito l’andamento del mercato e si è concentrata sulle barche a motore – così ci spiega Sergio Cutolo – Dieci anni di lavoro presso Baglietto, dalla gavetta all’affermazione professionale, per il quale sono stato direttore tecnico, un’esperienza formativa forte che ha poi segnato tutta la progettazione a seguire.”
Tra i tanti progetti realizzati, ricordiamo gli avveniristici Al Fahedi, Adler, Lady Anfimar, moltissimi gli yachts d’avanguardia realizzati a sua firma, ma ancora molti rimasti sulla carta “è una legge universale – spiega ancora Cutolo – i progetti che si realizzano sono sempre meno rispetto a quelli che vengono concepiti, ma anche quelli che non giungono a realizzazione sono una grande fonte di ispirazione e soprattutto si attinge spesso da lì per quelli che, invece, si andranno a concretizzare”.
Quando si parla di Sergio Cutolo si fa riferimento ad una molteplicità di collaborazioni dovuta al grande appeal che esercita sul cliente, sia esso cantiere che privato. “Lavorare con il privato è più entusiasmante, il contatto diretto con il cliente finale da stimoli sicuramente diversi e più diretti, non che lavorando con il cantiere non si abbia contatto con il cliente, ma è sempre mediato anche in termini di scelte progettuali e chiaramente legato al contenimento dei costi”.
Le collaborazioni collezionate in tutto il mondo l’hanno portato fino ai cantieri cinesi IAG “Quella con IAG, è un’esperienza più occidentale, e comunque unica e singolare: il 42 metri per cui abbiamo realizzato tutta la parte tecnica è destinato ad un cliente americano, quindi non posso trarre una legge universale da un’esperienza. Posso, però, dire che l’idea che abbiamo del mercato orientale è molto variegata, partendo dai paesi del Golfo: ho un cliente che attende un 56 metri in costruzione a Napoli e ha preferito la barca con un numero di cabine elevato, una barca familiare, tipica degli armatori arabi. Mentre in linea generale i clienti indiani fanno un utilizzo dell’imbarcazione prettamente occidentale e la tengono addirittura nel Mediterraneo o in America. Per quanto riguarda, invece, l’area cinese non ci sono ancora le infrastrutture, come i Marina pronti ad accogliere imbarcazioni di dimensioni importanti. Broker e Cantieri consigliano barche che siano rivendibili, per cui il mercato con il quale ci si confronta è prettamente quello occidentale”.
Una profonda conoscenza del mercato conquistata in questi anni di brillante carriera sempre alla ricerca della tecnologia nuova e rivoluzionaria.
Leghe leggere, propulsione ad idrogetto, avanguardia e tecnologie che spingono anche mezzi commerciali monocarena idrogetto di 50-100 metri a 40 nodi, ma nel diporto che valore ha la velocità?
“La velocità è una conseguenza della mia origine come progettista, avendo lavorato da Baglietto, come parte del gruppo Rodriguez che realizzava traghetti veloci, ho fatto 2 anni a Messina quando abbiamo sviluppato mezzi diversi dall’aliscafo: come il primo catamarano o i traghetti veloci, ma oggi in realtà la situazione è diversa. Nell’ambito commerciale la velocità è ancora un parametro importante, nell’ambito dello yachting la tendenza sta un pò cambiando. La nostra offerta principale al momento è legata al mondo degli explorer: grandi volumi, basse velocità e consumi ridotti.
Nel caso dell’Hybrid, costruito da Palumbo, abbiamo concepito un mezzo capace di andare a 8 nodi in assoluto silenzio con motori elettrici, gruppi elettrogeni e consumi bassissimi, nel contempo capace di arrivare a oltre 20 nodi con motori diesel, parliamo pur sempre di un 40 metri con volumi importanti. Tendenzialmente nei mercati emergenti in paesi in cui sono grandi le distanze da coprire e il prezzo del combustibile è ancora basso la velocità è un parametro importante. Nei mercati maturi, dove la barca è concepita come mezzo sul quale passare lunghi periodi l’imbarcazione dislocante sta prendendo il sopravvento anche nelle dimensioni piccole, basta vedere il grande successo che stanno avendo i Cantieri delle Marche che offrono una gamma per ora dai 26 ai 30 metri: un Cantiere che è nato nel pieno della crisi ed ha già consegnato una decina di barche.”
La sua architettura navale creativa, coniugata all’ingegneria navale a 360° si è nel tempo tradotta in una completezza dell’offerta progettuale altissima e capillare, fino ad approcciare con enorme successo anche il settore del design arrivando a conquistare nel 2014 l’Holystic Design Award e L’Evironmental Protection Award durante la premiazione dei World Superyacht Design Award per l’imbarcazione Columbus 40 Sport Hybrid.
“Noi abbiamo molteplici potenzialità ed esperienze, a seconda che si tratti di idrodinamica, di parte strutturale o di ingegneria, con il design abbiamo completato il quadro: il progetto nasce in maniera integrata, il design si coniuga con la funzionalità, non ci sono gli scompensi che alle volte si notano su progetti nei quali il design e la parte ingegneristica si integrano in maniera più difficile. Noi riusciamo a portare avanti il progetto in maniera molto rapida tenendo conto delle esigenze tecniche già nella fase iniziale della prima proposta che facciamo al cliente.”
Insieme alla moglie Silvia ha fondato 20 anni fa lo Studio Hydro Tec: le capacità tecniche si sono coniugate alle capacità imprenditoriali, anche per lui vige la regola secondo cui dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, “Beh, certo!” – commenta divertito.
HydroTec by Sergio Cutolo
Via S. Caterina, 53/7 – 17019 Varazze (SV)
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