Barracuda dalla barca
Estate, tempo di sole, di mare e di vacanze ma è anche il periodo migliore per insidiare da terra e dalla barca un grande predatore del sottocosta: il barracuda. Ormai è appurato che le pescate migliori sono sempre quelle che si organizzano all’ultimo istante, che partono con la canonica telefonata all’amico di mille avventure che non ti lascia nemmeno finire la domanda “andiamo a pesca” che già ti schiocca un bel sì dall’altro capo del telefono, così in meno di mezz’ora ci si ritrova seduti sulla barca pronti a lasciare gli ormeggi verso una nuova avventura di pesca.
CRONACA DI UNA SERATA STREPITOSA
Sono passate da poco le 19 di una calda giornata di fine estate, il sole è ancora alto e il vento termico che si alza subito dopo pranzo cessa inesorabilmente di spirare per lasciare spazio ad una serata di mare talmente calmo da potersi quasi specchiare sulla sua superficie. I due pescatori che lavorano a stretto contatto col mare, quanto meno lo vedono tutto il giorno, capiscono che la serata può essere quella giusta così parte la telefonata di rito: “Mauri, andiamo?” e Maurizio non fa nemmeno finire la frase che ribatte al telefono uno squillante: “Sì!” per poi catapultarsi letteralmente verso la zona dell’appuntamento di fronte all’ormeggio della barca. In meno di quindici minuti ci materializziamo sul Martin Pescatore, una SegameStarfish 200 super attrezzata per ogni tecnica di pesca e mentre uno pensa ai motori l’altro molla rapidamente gli ormeggi e prepara le attrezzature per non perdere nemmeno un secondo del già poco tempo a disposizione per pescare.
SUA MAESTA’ IL BARRACUDA
Il barracuda mediterraneo, o barracuda boccagialla, è un predatore che ama nuotare in mare aperto, ma che si avvicina spesso alla costa per cacciare le sue prede proprio nei cambi di luce e in particolare nei mesi estivi quando la temperatura dell’acqua è più mite. Si concentra principalmente sulle secche o attorno ai promontori con scogliere che cadono a picco nel mare o anche sulle cigliate e lo si può trovare spesso in fitti branchi o piccoli gruppi di esemplari più grandi mentre i giovani si possono incontrare anche in pochissima acqua o addirittura all’interno dei porti e vicino alle banchine. Il barracuda presenta una pinna dorsale abbastanza arretrata con una colorazione sul dorso tendente al grigio-blu; mentre i fianchi risultano bianchi e argentati con strisce più scure sul dorso e verso la coda. Gli esemplari più giovani spesso vengono scambiati con il luccio di mare (chiamato in Liguria anche pesce scalmo) che per altro è una ottima esca viva nella traina al pesce serra o leccia amia e non viene disdegnato nemmeno dalla ricciola, soprattutto quando ad essere innescati sono gli esemplari più grandi.
L’ORARIO PERFETTO
Le ore migliori per la pesca sono da sempre l’alba e il tramonto e anche per lo spinning ai barracuda i cambi di luce sono il culmine di frenesia alimentare di questo famelico predatore. E’ un pesce che adora sferrare i suoi attacchi nelle prime ore di luce così come a tramonto ormai inoltrat,o spingendosi a volte ad aggredire le esche anche a notte fonda. Giungendo sullo spot dalla barca si potrà procedere ad una accurata ricerca dei primi segnali di presenza dei barracuda scandagliando qua e là lo spot, se l’eco ci restituirà le immagini inconfondibili del predatore non resterà che aspettare la giusta luce per cominciare a lanciare.
La barca dei pescatori, dopo aver raggiunto rapidamente lo spot già provato nelle serate precedenti, si avvicina a motore al minimo per non far insospettire troppo i predatori in zona e una volta arrivati a distanza di lancio si spegne il motore in modo da arrivare nel silenzio più assoluto e cominciare con i primi lanci di richiamo. La scogliera davanti a noi degrada rapidamente verso un fondale di scogli che si ferma a 25 metri consentendo anche un discreto avvicinamento alla costa e permettendo quindi dei lanci precisi lungo le spaccature. Notiamo subito la presenza dei barracuda perché, incuriositi dalle esche, le inseguono fin sotto la barca senza attaccarle, questo probabilmente perché il sole è ancora troppo forte e infatti, dopo qualche minuto, nel momento in cui gli ultimi raggi spariscono dietro i monti, ecco arrivare il primo strike di un pesce di discrete dimensioni che ha attaccato l’esca durante una pausa.
Non è un barracuda esagerato, ma si dimena parecchio tentando di riguadagnare la libertà ma un colpo di guadino deciso mette fine al combattimento. L’esemplare è rimasto agganciato ad un long jerk da quasi 20 centimetri attaccandolo sotto la pancia per poi rimanere impigliato nelle altre ancorette durante il combattimento. Viene slamato con cura utilizzando delle pinze a becco, fotografato e rilasciato prontamente per poterlo ripescare in una seconda occasione. La serata continua con diverse catture che si susseguono in maniera sempre più rapida man mano che il buio si faceva strada con molte ferrate di pesci anche importanti, alcuni purtroppo slamati ed altri portati a pagliolo. La frenesia è qualcosa di magico, come in mare anche in barca il pescatore si concentra totalmente sulla preda con lanci sempre più precisi e ravvicinati verso quel tratto di mare dove, secondo lui, ci può essere un barracuda intento a cacciare.
ATTREZZATURA AL TOP
Per quanto non sia un combattente da infarto, anche il barracuda necessita di attrezzatura che sia alla sua altezza perché, come in ogni occasione, la sorpresa è sempre in agguato e non può coglierci impreparati in quanto il barracuda della vita, quello di taglia extra large, potrebbe decidere di attaccare la nostra esca e noi dovremo essere pronti a contrastare ogni suo tentativo di liberarsi. Una valida canna da spinning intorno ai due metri e venti o due metri e cinquanta con azione fino a 40 grammi farà al caso nostro, garantendo potenza di lancio e comodità al tempo stesso, considerando che spesso è una tecnica che si pratica da barche medio piccole. In questo caso sono state utilizzate due canne da spinning Penn, la Regiment Saltwater Spin con azione 15/40 grammi abbinata ad un potente spinfisher 4500 e la Penn Rampage Labrax da due metri e dieci con azione 10/30 grammi che regala una sensibilità spettacolare abbinata ad un Clash caricato con multifibra da 20 libbre e shock leader in fluorocarbon dello 0.40 millimetri. Questo assetto ha permesso di pescare in totale serenità anche con esche relativamente potenti come i grossi WTD che sono stati graditi soprattutto con il primo buio. In particolare la Labrax, una canna progettata principalmente per la pesca alla spigola lungo scogliere e canali, ha saputo contrastare barracuda anche di discreta potenza portandoli velocemente al guadino sottobordo.
CERCARE LO SPOT
Il barracuda ama cacciare principalmente in acqua libera o vicino alle coste con buona circolazione di corrente. Nei cambi di luce si avvicina molto alla costa in cerca di facili prede intente a mangiare prima del calar delle tenebre. Gli spot migliori sono le scogliere a picco, i promontori e tutti quegli ammassi rocciosi che degradano rapidamente verso profondità anche impegnative. Spot profondi andranno provati e scelti rispetto a zone di acqua bassa, calcolando che i branchi di barracuda spesso stazionano a mezz’acqua compiendo veri e propri scatti verso la superficie quando notano un’esca in veloce movimento. Una volta trovato lo spot ideale, l’avvicinamento con la barca dovrà essere svolto alla minima velocità e col massimo silenzio possibile in modo da non spaventare i pesci presenti in zona che, se innervositi, non attaccheranno le esche lanciate dai pescatori. Effettuati i primi lanci e presi alcuni esemplari, spostiamoci parallelamente alla scogliera per un centinaio di metri, il cambio di spot farà ritornare alla normalità la zona battuta in precedenza per poterci tornare sulla via del rientro e tentare ancora alcuni lanci.
UN OCCHIO ALLE ESCHE
Abbiamo notato che il barracuda preferisce esche dure alle classiche siliconiche o in gomma anche di generose dimensioni. Spesso ha attaccato senza paura hardbait anche di lunghezza intorno ai 20-22 centimetri; l’esca che ha avuto più attacchi è stato un artificiale da 18 centimetri che è stato letteralmente masticato durante la pescata, riportando non pochi segni sulla sua livrea argentata. Le esche migliori per la cattura dei barracuda dovranno garantire un movimento naturale sia ad alta velocità che nei recuperi più lenti mantenendo un giusto assetto anche nelle pause tra un recupero e l’altro. Questo perché spesso il barracuda sferrerà il suo attacco proprio quando l’esca si ferma o nel primissimo istante in cui riparte. Anche i WTD e popper hanno avuto un discreto successo soprattutto dopo i primi lanci con i long jerk che hanno spostato l’attenzione dei predatori verso la superficie dell’acqua garantendo un divertimento senza precedenti.
VARIANTI IN PESCA
Negli stessi orari in cui si possono insidiare a spinning anche la traina può regalare risultati inaspettati. Due canne in pesca con artificiali sui 10/15 centimetri sormontate da piombatura a sgancio rapido intorno ai 200 grammi e trainate a 2-3 nodi nel sottocosta possono regalare prede davvero inaspettate. Alcuni grossi esemplari sono stati catturati proprio in questo modo con partenze fulminee della frizione e un divertimento assicurato.