BWA Defender X28
Dimenticate i divanetti in tinta, lasciate a casa i cuscini idrorepellenti a cellula chiusa e indossate i giubbotti di salvataggio. Il BWA Defender X28 non è un semplice gommone.
La linea professional realizzata da BWA è studiata per le esigenze degli operatori di settore, rispondendo ai requisiti richiesti per ogni evenienza. Al Salone Nautico di Genova abbiamo testato il Defender X28, progettato per le emergenze in mare e il trasporto di un ferito. Va da sé che l’obiettivo primario è la praticità di utilizzo del mezzo e la tenuta di mare in condizioni estreme.
A bordo si accede tramite due piccole plancette rivestite di un materiale antiscivolo. Dopodiché si passa al pozzetto libero con ai lati due panche gavonate da poter usare come piccola stiva. Al centro del battello è posizionata la zona della consolle con un poggiareni. Questa soluzione ci permette di essere sempre reattivi e stabili quando siamo al comando, senza lasciarci influenzare anche dal mare più formato. La consolle è corredata di tutto il necessario per avere la situazione sempre sotto controllo: timone centrale, manetta a destra e a sinistra una maniglia per mantenersi in modo più saldo.
Poco più in alto, un rettangolo da utilizzare come supporto quando la barca è ferma, mentre di fronte ai nostri occhi un grande display luminoso che racchiude lo strumento multifunzione prodotto da Furuno per Suzuki. Grazie a questa strumentazione, possiamo controllare non solo la velocità con il gps, ma anche l’ecoscandaglio con i giri motore, i consumi e tutto ciò che interessa lo stato della nostra barca. Il vantaggio è che possiamo monitorare sia un solo parametro che averli tutti contemporaneamente in un’unica schermata.
Alla destra del display, immancabili, i pulsanti on/off di attivazione degli strumenti principali e una presa accendisigari a 12V.
Nella parte bassa della consolle, invece, c’è un piccolo gavone che permette di tenere al riparo oggetti che non possono essere bagnati.
L’intera area di comando è coperta da un T-top con barre in acciaio e copertura in tessuto, in questo modo chi governa il mezzo è riparato dalla pioggia battente e la scelta del tessuto di protezione consente di non appesantire il mezzo e perdere prestazioni. La protezione dagli schizzi frontali è assicurata da un parabrezza abbastanza ampio e di colore fumè per filtrare i riflessi solari.
Se ci limitassimo alla zona poppiera e alla consolle potremmo far passare questo X28 per un gommone studiato per la pesca, con spazi più ampi del normale e praticità di utilizzo che fa da padrona nella realizzazione del mezzo. Ma appena superiamo la consolle, con un passaggio piuttosto largo e libero da ingombri, ci troviamo di fronte ad un parallelepipedo su cui poggia una barella per il trasporto di un ferito. Questa forma poliedrica funge da contenitore stagno con 3 compartimenti che consentono di poter conservare “la sala operatoria”, ossia tutti gli strumenti necessari al soccorso.
La porzione prodiera ha un ulteriore gavone all’interno del calpestio, mentre al centro spicca il supporto strutturale in acciaio che si trasforma in un punto di forza in ogni senso: può essere utilizzato, infatti, sia come bitta che come gancio, ma soprattutto è possibile trainare un mezzo o usarlo come appiglio a cui legare una cima in caso di emergenza.
Infine c’è il gavone pensato per l’ancora, ma in questa versione non è presente il verricello. È un peccato poiché in caso di pericolo può essere necessario l’ancoraggio, ma evidentemente questa versione è realizzata principalmente per il trasporto. Anche i tubolari sono studiati per offrire il maggior supporto possibile, poiché nella loro porzione centrale sono rivestiti di fasce antisdrucciolo, in modo da potersi poggiare senza il timore di scivolare via durante le operazioni. Tuttavia avrei preferito qualche maniglia più rigida per mantenersi sui tubolari al posto delle cime.
Usciamo dal porto per testare le capacità del mezzo, spinto dal Suzuki DF325AP che condivide con il fratello maggiore (da 350 cavalli) la peculiarità di avere una propulsione duoprop, ossia con doppia elica controrotante. Questo si traduce in una miglior spinta da parte del motore, limitando le vibrazioni, una miglior reattività nei cambi di direzione e una stabilità sulla rotta lineare rispetto alla singola elica, poiché il mezzo non è influenzato da un’elica destrorsa o sinistrorsa ma le due eliche combinate annullano questa componente negativa.
A bordo siamo in due, la carena è pulita e il serbatoio della benzina è al 25%, mentre quello dell’acqua è vuoto. Il meteo non è clemente, c’è una fastidiosa onda lunga con vento teso, il Salone Nautico di Genova non è stato fortunato sotto questo aspetto. E’ l’occasione giusta per verificare le capacità marine del mezzo in condizioni più spinte, quando le altre barche restano in porto. Il motore al minimo gira a 600 giri e spinge il mezzo a 3 nodi, con un consumo di 2,2 litri/ora.
I consumi segnalati dallo strumento sono in galloni americani, ma per comodità sono riportati a litri/ora.
Superata la prima scogliera c’è una forte corrente, per cui saliamo subito di giri, ed è incredibile la capacità del mezzo di planare già a 2000 giri, a 10.6 nodi con un consumo di 12.5 litri orari.
Porto il battello a 3000 giri, con la precamera di aspirazione del motore che funziona in modo ottimale: in questo modo l’aria, che a partire da questi giri viene aspirata con forte rumore, viene convogliata in una prima zona che attutisce il suono. Il lavoro svolto da BWA sulla carena è eccellente: il gommone riesce ad accompagnare l’onda senza generare il solito impatto che ci obbliga a piantare i piedi per terra. Può sembrare banale, ma la sensazione è quella di scivolare sull’acqua, nel senso che l’avanzare è molto più fluido rispetto ad altri gommoni di pari grandezza. A questo range di giri siamo a 20.5 nodi, ma consumando appena 23.8 litri per ogni ora di navigazione. La velocità di crociera rilevata in queste condizioni non comuni è di 26 nodi a 3600 giri.
I consumi si attestano sui 34 litri/ora, merito del sistema Lean Burn realizzato da Suzuki che consente di regolare costantemente la miscela benzina/aria in modo da poter ottimizzare i consumi a parità di regimi e velocità. Ho provato a spingere il mezzo anche oltre, ma a causa del meteo ho scelto di non navigare oltre i 4500 giri, a 34 nodi e 55 lt/h consumati.
È un gommone studiato sì per le emergenze, ma anche nei casi in cui ci sente autorizzati a spingere la manetta a fondo bisogna tener conto anche delle condizioni di chi è con noi e del mare. A queste velocità e con queste onde, qualsiasi mezzo impatta sull’onda e un’onda presa male può sbalzarci fuori dal mezzo, per cui emergenza sì, ma con criterio. E questo vale soprattutto nel diporto quotidiano: invito tutti gli appassionati diportisti a usare i motori con cautela poiché ci si può fare molto male.
Chi mi segue nei miei test sa che non ho mai amato molto i poggiareni al posto delle classiche sedute, ma per un battello pensato per scopi come quelli del Defender X28 è una scelta vincente: ci consente di essere molto più stabili e avere maggior padronanza del mezzo. Se dovessi indicare un punto da migliorare è il rivestimento. Il diamantato a bordo è poco sviluppato in altezza e in caso di superficie bagnata potrebbe non essere la miglior scelta, avrei preferito un rivestimento sintetico di nuova generazione o con altri materiali ad effetto antisdrucciolo.
È ora di rientrare in porto. Nonostante il mare, siamo totalmente asciutti e a bordo non è salita acqua, segno dell’eccellente realizzazione di BWA. Ma prima mi permetto di fare il classico test di accelerazione con barca ferma: manette affondate e planata in appena 4 secondi. Merito del motore Suzuki, che con i doppi iniettori per combustione e raffreddamento uniti alle eliche duo prop permette una miglior reattività.
Che dire, sicuramente non è un mezzo per uscite quotidiane in mare o in famiglia. Gli spazi non sono realizzati per questo utilizzo, basta pensare all’assenza di sedute o del verricello per capire che non è per tutti. Posso consigliare sicuramente questo battello a chi ha necessità di un mezzo per le emergenze e trasporto feriti, vista anche la capacità di tenuta di mare (sfruttando il meteo poco favorevole) e la capacità di spinta di un motore che vale per due.
Scheda tecnica
BWA