Cantiere Nautico Feltrinelli: tradizione di famiglia – l’intervista
In occasione del centesimo anniversario del Cantiere Nautico Feltrinelli, abbiamo intervistato Mauro Feltrinelli, insieme al fratello Dino alla guida dell’azienda, che sin da subito precisa: “Sono passati 100 anni solo dal trasloco nella sede attuale. In realtà la nostra è un’antica tradizione di famiglia, che affonda le radici nel territorio di Gargnano, sul lago di Garda. Siamo costruttori di barche ininterrottamente da quasi quattro secoli”.
Il segreto di questa longevità? “Non riuscire a immaginare un mondo senza il cantiere Feltrinelli“.
1438. Nel corso della guerra tra Milano e la Repubblica di Venezia, per soccorrere la città di Brescia, minacciata dalle truppe di Filippo Maria Visconti, la Serenissima impartisce l’ordine a due capitani di ventura – Bartolomeo Colleoni e Erasmo da Narni detto “il Gattamelata” – di trasportare una flotta, composta da sei galere e venticinque navi, dal mar Adriatico verso il Lago di Garda. Il percorso è terribilmente impervio: l’operazione prevede che le imbarcazioni siano trascinate lungo la valle dell’Adige e sul Monte Baldo, per poi raggiungere il lago di Garda attraverso la valle del Loppio.
Proprio per prendere parte a quest’ardita impresa, passata alla storia con il nome di Galeas per montes (“le navi attraverso i monti”), pare che sia giunto sulle rive gardesane un certo Giobatta, di professione calafato. “Dopo qualche anno le barche vennero trasferite nel porticciolo di Gargnano. Stando ai registri della parrocchia, qui arrivò anche un tale Giobatta Calafao, originario di Feltre, che per questo veniva chiamato in dialetto “El Feltrì”; i figli erano invece i “Feltrinei”. Quando verso la metà del 1500 si cominciano a registrare i cognomi anziché i patronimici, i Feltrinei diventano Feltrinelli. Tutti i Feltrinelli del mondo derivano quindi da Gargnano” spiega l’Amministratore del cantiere. “Siamo riusciti a tracciare la nostra storia sino agli inizi del 1600: siamo sempre stati ininterrottamente costruttori di barche o bottai, che in realtà era un po’ lo stesso mestiere, alternato a seconda della stagionalità”.
Se da un lato la produzione di imbarcazioni e la lavorazione del legno sembrano proprio far parte del corredo genetico dei Feltrinelli, dall’altro l’esistenza del Cantiere Nautico è legata a doppio filo alla famiglia stessa, che è artefice del destino aziendale e si rivela straordinariamente coesa, nei progetti come nelle responsabilità.
“La nostra non è un’azienda familiare nell’accezione comune del termine: l’azienda è a tutti gli effetti un vero e proprio componente della famiglia, anzi il principale. È come avere il nonno anziano, a cui si deve ogni cura e ogni rispetto. Il primo pensiero quando succede qualcosa – se si alza il vento forte, se c’è il temporale, se c’è una scossa di terremoto – va all’azienda. Per questo è indispensabile il contributo di tutti i membri della famiglia: anche chi non presta fisicamente la sua opera in azienda è un personaggio chiave. Solo all’interno di un gruppo affiatato come una famiglia, si scambiano e si condividono idee attorno a un tavolo, a pranzo o a cena, o magari in vacanza, e si riescono a concordare le strategie aziendali”.
A prescindere dall’effettivo coinvolgimento nell’attività cantieristica, ogni membro della famiglia diviene elemento essenziale di un ingranaggio più complesso. Non a caso, a giocare un ruolo cruciale per le sorti del cantiere è proprio Amelia, moglie di Egidio Feltrinelli, che dopo il primo conflitto mondiale decide di aprire un “licinsì”, una fiaschetteria, di fronte alla caserma Magnolini, a Gargnano, in località San Carlo.
Egidio, che ha fatto fortuna negli Stati Uniti, acquista allora il terreno adiacente, abbandonando la sede di Castello dove con il padre Bindi riparava e costruiva imbarcazioni: nel 1919 nasce così il Cantiere Nautico Feltrinelli.
Negli anni Venti, Egidio si dedica alla produzione di motoscafi da corsa, appassionandosi alla motonautica, così come i suoi cinque figli, Dino, Stefano, Eligio, Lina e Iolanda, che seguono le orme paterne.
La costruzione di imbarcazioni veloci si accompagna alle competizioni sportive, che divengono croce e delizia dei Feltrinelli, ma anche nelle decisioni più dure la famiglia rimane compatta, unanime. “L’azienda si scontrò con la loro passione, ma – sempre di comune accordo – mio nonno e i suoi fratelli decisero di mettere da parte il successo economico, pur di rimanere presenti sulla scena motonautica italiana” ci racconta Mauro Feltrinelli.
Eppure è anche grazie alla passione della famiglia per la motonautica che l’attività cresce, tanto che tra i frequentatori del cantiere figura Gabriele D’Annunzio, che proprio qui porta a restaurare il suo motoscafo, il MAS 96. A questo scopo vengono installati sullo scivolo i binari d’acciaio, più grandi rispetto a quelli già esistenti: il cantiere diviene così il primo sul lago di Garda ad essere in grado di effettuare il varo e l’alaggio di imbarcazioni di una certa dimensione.
La fama dei Feltrinelli ormai li precede: divengono importatori per l’Italia dei motori Johnson, producono motoscafi monotipo da passeggio e da corsa, perfino i reali di Spagna si rivolgono a loro per la costruzione di un’imbarcazione a vela di 16 metri di lunghezza.
La fortuna di questa realtà imprenditoriale subisce tuttavia una brusca battuta d’arresto durante il ventennio fascista, quando – invisi ad un regime nel quale non si riconoscono – i Feltrinelli si rifugiano presso il Cantiere Fratelli Donati sul lago di Bracciano, dopo che la loro sede viene data alle fiamme dagli squadristi nel 1938. “In questi anni continuano a lavorare, anche se nascosti. Con i fratelli Donati realizzano principalmente scialuppe” dice Feltrinelli. Solo al termine della guerra la famiglia riesce a tornare a casa.
Nel 1963 Fausto, figlio di Dino, rileva la proprietà degli zii per riportarla all’antico splendore. Ma non solo. Fausto capisce infatti che non è più sufficiente produrre solo motoscafi: l’area del lago di Garda si è trasformata, si è sviluppato il turismo ed è nata una ricca domanda di servizi. Ed è sempre la famiglia il motore del progresso. Racconta infatti l’Amministratore dell’azienda: “Se mio papà Fausto può essere indicato come il fautore della rivoluzione da esclusiva costruzione di motoscafi alla prestazione di servizi turistici, di rimessaggio, assistenza e compravendita, è per il supporto di mia mamma Palmina, che non figura nella genealogia dei Feltrinelli, ma è assolutamente presente”.
Tra i momenti storici del cantiere l’incontro con Hans Frauscher, che avviene alla fine degli anni Settanta.
“Hans Frauscher, provetto velista, amava venire sul lago per partecipare alle regate di settembre, in particolare alla Centomiglia. Il nostro cantiere è situato proprio sulla linea di inizio della regata: per comodità Hans si era rivolto a noi per fare il riarmo. Negli anni successivi lo abbiamo ospitato gratuitamente perché era un collega e con mio padre è nata a poco a poco un’amicizia. Quando poi parecchi anni dopo, nel 2003, i figli di Hans insieme alla cugina cominciarono a pensare di produrre – oltre alle barche a vela e alle barche elettriche – anche motoscafi con motore termico, si rivolsero ai vecchi amici del lago di Garda, perché è più grande del lago Traunsee, presenta un moto ondoso accentuato e condizioni climatiche estreme, quindi offriva la possibilità di fare delle prove un po’ più sostanziose. Così iniziò la nostra collaborazione”.
Il primo nato da questa partnership è il 757 Saint Tropez, ancora oggi tra i modelli più venduti di Frauscher. Da allora il Cantiere Nautico Feltrinelli è divenuto distributore esclusivo per l’Italia delle imbarcazioni del cantiere austriaco.
“Ci portarono la barca, aveva un motore Mercruiser a 8 cilindri da 260 cavalli, con cui raggiungeva una velocità di 27 nodi. Io sorrisi e gli dissi: “Ma come mai va così piano?”, perché per il peso, la potenza e le dimensioni, doveva fare almeno 10 nodi in più“, prosegue Mauro Feltrinelli. “Nel giro di 3-4 giorni abbiamo fatto delle modifiche alla carena, spostato i pesi, fatto delle applicazioni in resina epossidica e la barca è arrivata a 38 nodi. Quando abbiamo ottenuto questi risultati, io, i miei fratelli e i fratelli Frauscher ci siamo stretti la mano. Credo che quel momento sia stato proprio il sigillo del nostro rapporto, che dura ormai da 16 anni”.
A conferma della solidità di questo legame, nel 2009 è stato varato il Frauscher 686 Lido Dino Feltrinelli, in omaggio al pilota di motonautica. La collaborazione con il cantiere austriaco prosegue tuttora con il 1414 Demon Air, presentato in anteprima mondiale al Cannes Yachting Festival, dove si è fatto notare per il design accattivante e le prestazioni adrenaliniche. Quella con Frauscher si dimostra perciò un’unione prospera, tanto che – ci dice Mauro: “Quest’estate abbiamo contato 85 motoscafi Frauscher solo sul lago di Garda, un bel risultato per un piccolo cantiere artigianale e un bacino invaso di nautica”.
La storia dei Feltrinelli è saldamente ancorata al territorio. Nelle sue evoluzioni, nei passaggi generazionali, nelle innovazioni, siano esse tecniche o imprenditoriali, il cantiere di San Carlo è sempre straordinariamente vitale, animato dall’amore sconfinato dei Feltrinelli per la propria terra.
“Abbiamo la fortuna di vivere in un posto bellissimo, con un clima meraviglioso, un panorama splendido e un entroterra spettacolare che offre ogni ben di Dio – afferma l’amministratore – Quando uno si innamora del posto in cui vive, possono succedere due cose: o lo difendi alzando muri o diventi orgoglioso aprendo le porte. Noi abbiamo deciso di aprire le porte“. Per celebrare questo traguardo, la famiglia Feltrinelli ha infatti deciso di aprire le porte della storica sede di Gargnano, dando la possibilità ai visitatori di ammirare documenti storici e reperti nautici e di provare i motoscafi Frauscher.
I festeggiamenti per il centesimo anniversario hanno inoltre indotto i Feltrinelli a realizzare un libro sulla storia della navigazione sul lago di Garda. “Con il libro vogliamo esprimere la nostra riconoscenza nei confronti del lago di Garda e del territorio di Gargnano, che ha accolto la nostra famiglia sin dalla sua nascita, nel 1400. È grazie a questo territorio, alla presenza del legname, alla navigazione sul lago e al turismo che siamo arrivati fino ad oggi – sostiene Mauro Feltrinelli -. Vogliamo inoltre celebrare una realtà economica italiana, in un periodo in cui molte altre stanno via via sparendo, perché siamo orgogliosi di esserci ancora.
Noi dobbiamo la nostra longevità alla nostra famiglia, al nostro senso di appartenenza, alla nostra voglia di condivisione.
Il motore che ci spinge a fare nuovi progetti e ad affrontare le difficoltà è proprio questo: non riuscire a immaginare un mondo senza il cantiere Feltrinelli”.