I Cantieri Abate: un caso di successo nell’implementazione della produzione seriale di imbarcazioni
Da circa un anno a questa parte, i cantieri Abate, produttori di battelli pneumatici da 7,5 m fino a 10,5 m, hanno iniziato un percorso di produzione snella e di ingegnerizzazione dei processi che li ha portati a notevoli risultati non solo tecnici, ma anche di tipo produttivo-organizzativo nel giro di pochi ( ma efficaci ) mesi di impegno e dedizione.
Inizialmente contattato dai titolari dell’azienda, Rolando Abate ( direzione tecnica ) e Cristiano Vaglini ( direzione generale ), per ‘inserire’ in cantiere il processo di stampaggio sottovuoto, mi sono trovato ad affrontare – con loro – un radicale lavoro di implementazione di organizzazione volto a ‘sradicare’ il datato concetto di produzione artigianale e ad inserire gli embrioni di una vera e propria produzione di tipo semi-industriale applicata ad un’azienda che produce ‘gommoni’.
Cosa non facile, per la verità.
In molti cantieri ( talvolta anche di nome ), spesso, il prezzo di vendita di una data imbarcazione viene ‘partorito’ – semplicemente – confrontandosi con la concorrenza. Cosa assolutamente legittima, tutto sommato. Ciò che, invece, non è corretto è che questi stessi cantieri, non sempre conoscono alla perfezione il proprio prodotto in termini di costi di produzione o di resa economica, per cui potrebbe capitare che basandosi su ciò che gli altri fanno, si potrebbe correre il rischio di allontanarsi un pò troppo da quello che dovrebbe essere l’utile fisiologico dell’azienda o, cosa ben peggiore, si potrebbe andare in passivo in quanto l’imbarcazione è costata come o più rispetto al prezzo di vendita. In ogni produzione snella, invece, questo non può e non deve accadere. Prima ancora di approdare a processi tecnologici spinti o avanzati, l’azienda che ‘fabbrica’ imbarcazioni deve avere un quadro ben preciso di quelli che sono i propri centri di costo, sia in termini di materiali che di mano d’opera.