Carene ad alte prestazioni alleggerite mediante infusione di resina sottovuoto
In controtendenza al periodo di crisi, non sono pochi i cantieri che stanno facendo della propria mission quella di costruire imbarcazioni di qualità.
In controtendenza al periodo di crisi, non sono pochi i cantieri che stanno facendo della propria mission quella di costruire imbarcazioni di qualità.
In ogni imbarcazione uno dei problemi più importanti che segue lo stampaggio è quello relativo all’assemblaggio dei vari semilavorati che compongono l’oggetto finito.
Quest’ultimo, che nel caso della nautica da diporto è rappresentato dalla barca ( ma il discorso può essere tranquillamente esteso ad ogni manufatto realizzato in composito), è l’insieme di molti componenti elementari. Fra questi, possiamo identificare dei componenti principali e dei componenti secondari.
Il tema che tratteremo questo mese è tanto delicato quanto importante. In un mercato che segue un trend di numeri più bassi e standard qualitativi più elevati, è – per ogni cantiere – fondamentale organizzare la propria produzione in modo tale da soddisfare le sempre maggiori richieste dei clienti e – nel contempo – fare utili, nonostante volumi di vendite minori.
Questo è un problema che, a mio parere, tutti i cantieri avvertono e – ovviamente – tentano di risolvere, ma non sempre risulta semplice trovare la soluzione.
Fra l’altro, l’errata convinzione che si possano avere degli utili rilevanti solo con considerevoli volumi di imbarcazioni prodotte, demoralizza ancor di più i costruttori e ne distoglie l’attenzione dal focalizzare possibili azioni correttive per ottenere dei buoni risultati realizzando pochi prodotti,ma di eccellente fattura, per accontentare gli afficionados della nautica da diporto.
Altre volte, invece, si crede di poter trovare una soluzione in particolari tecniche di costruzione, ma anche questo non è sempre vero. Per chiarire quanto affermo, farò un esempio concreto.
Spesso alcuni dei miei clienti mi chiedono di ingegnerizzare i loro reparti produttivi inserendo nel proprio contesto una tecnologia sotto-vuoto, un RTM light, una compattazione ‘a sacco’, o un’eventuale infusione.
Nel momento in cui visito il cantiere, tuttavia, mi accorgo che probabilmente se andassi ad inserire la tecnologia nel momento in cui mi viene richiesta, farei più un danno che una cosa giusta.
In altri termini, quando vado a fare un’analisi dello stato dell’arte della struttura produttiva, mi accorgo che – probabilmente – il cantiere non è ancora pronto per affrontare un discorso di innovazione tecnologica, poiché tanta altra strada deve essere percorsa per poter effettuare un discorso di questo tipo. Leggi di piú …
Abbiamo scritto, nello scorso editoriale, che il diporto nautico riguarda tutte le attività ludiche e ricreative che vengono effettuate su una qualsiasi unità galleggiante. Abbiamo anche visto che esistono diverse categorie di progettazione per le imbarcazioni e che, in funzione di esse, è possibile effettuare semplici traversate costiere od altri – ben più impegnativi – tipi di navigazione.
Ad ogni modo, sarebbe importante, se non fondamentale, che ogni diportista fosse ben preparato in termini di conoscenza di condizioni di vento e di mare e questo poiché soltanto una padronanza dell’argomento permette di affrontare ogni tipo navigazione con le dovute misure di sicurezza o anche semplicemente di cautela.
Nel precedente editoriale, abbiamo fatto un primo accenno a quella che è stata la storia della modellistica nautica fino ai primi anni novanta e di lì siamo partiti per descrivere le più recenti tecniche di lavorazione che fanno uso di macchinari, frese a 5 assi e software di gestione dedicati estremamente sofisticati.
Chiaramente, il ciclo di produzione completo relativo alla realizzazione di un master non si esaurisce alle operazioni di carpenteria/falegnameria in quanto gli standard odierni richiedono livelli molto alti di finitura superficiale già sui modelli a partire dai quali verranno poi realizzati gli stampi delle nostre barche.
Il vezzo di tutti , sia che si parli di cantieri nautici che di armatori , è infatti, quello di avere una barca bella, lucente…brillante! Alle varie manifestazioni fieristiche, talvolta, bisognerebbe ‘indossare gli occhiali da sole per poter guardare la murata bianca di una barca esposta senza ‘esserne abbagliatì e questo effetto è (chiaramente) ottenuto con laboriosi processi di rifinitura delle superfici effettuati appositamente per far apparire la propria barca decisamente più bella delle altre.