Come scegliere il carrello per la barca
Il carrello è uno strumento fondamentale poiché ci consente di spostare con comodità i nostri mezzi e può essere facilmente utilizzato anche dagli amanti del “fai da te” con imbarcazioni medio/piccole. Grazie all’azienda La Casa delle Ruote SRL di Caronno Pertusella, questo mese ci focalizziamo sui principali aspetti da valutare nella scelta del carrello per il varo/alaggio e il rimessaggio.
Il primo elemento da tenere in considerazione è il carico, oltre alla lunghezza della vostra barca, che non può sporgere per più di un terzo.
Ogni carrello ha un limite di peso che può reggere e trasportare. Questo può variare non solo in base alla struttura, ma soprattutto in base alla ruota. Ciò che fa la differenza è infatti il materiale della ruota, che, come avviene per le auto e altri mezzi, va scelto secondo il tipo di superficie sulla quale andrà il carrello.
I materiali principali consigliati per i privati, i circoli nautici e le marine sono due:
– PNEUMATICO (con camera d’aria)
È adatto alle superfici sabbiose, e può essere utilizzato anche sull’asfalto. Il lato negativo è che la camera d’aria necessita di essere gonfiata periodicamente, anche a seconda delle temperature, ed è più facile forarla. E’ più soggetto, inoltre, a ovalizzazioni, quando lasciamo il carrello in sosta per molto tempo con la barca in carico.
– GOMMA PIENA o POLIURETANO SCHIUMATO
Hanno un peso maggiore, ma allo stesso tempo non si ovalizzano, non si bucano e non necessitano di manutenzione. Quindi sono la soluzione ideale per i carrelli che circolano sull’asfalto e restano fermi per lunghi periodi, mentre non possono essere utilizzati su sabbia o terreni morbidi perché affondano.
Per i cantieri e gli operatori del settore ci sono invece strutture dedicate alle loro esigenze con portate notevoli (dalle 2 fino alle 50 tonnellate), che consistono in slitte fisse o sterzanti per l’inserimento dei loro invasi. Con questa soluzione, per sostenere il carico vengono usate delle ruote con nucleo in ghisa con coperture variabili, ossia con gomma piena o con poliuretano 90 shores.
Il poliuretano a 90 shore (più performante in termini di carico) rende la ruota dura e rigida, per cui è adatto a pavimentazioni industriali lisce senza dislivelli. Impiegato su altre superfici, si danneggerebbe irreversibilmente.
La gomma piena, invece, può essere usata anche in ambienti esterni, con fondo più sconnesso.
La Casa delle Ruote produce anche invasi più piccoli (modelli telescopico e ala di gabbiano) sia per i privati che per gli operatori. Hanno portate dai 1000 ai 2500 kg, a seconda della ruota che viene montata, che avrà sempre lo stesso diametro. Quest’ultima soluzione può essere personalizzata su richiesta del cliente.
Chi invece ha già un carrello può fare meno fatica acquistando un verricello. Questo serve a trainare la barca durante il caricamento sull’invaso. I parametri fondamentali da valutare nell’acquisto di un verricello sono il peso e la pendenza di carico, perché il verricello nautico non è omologato per sollevare ma per trainare o rilasciare la barca. Quindi, in fase di acquisto, dobbiamo aggiungere una tolleranza di carico tra il 10 e il 15% per non sforzare o fondere il motore (nel caso il verricello sia elettrico). Lo stesso si deve fare anche in caso di argani manuali. Ad esempio, se ho una barca da 700 kg devo prendere un verricello che riesca a trainare almeno 850 kg per non farlo lavorare al limite di carico, poiché altrimenti rischierei o di fondere il verricello o di spezzare la fune.
Le funi possono essere in acciaio o in nylon.
La fune in acciaio è più sottile, ma richiede alcune precauzioni per lavorare al meglio, poiché può bloccarsi e ingarbugliarsi. L’acciaio, inoltre, è più soggetto alla ruggine e ha una lunghezza cavo più corta (avendo sezione più larga).
La fune in nylon è più larga (almeno 5 cm), non si ingarbuglia e ha bisogno di minor manutenzione, oltre ad essere più lunga. L’aspetto vantaggioso di avere un carrello è che tutte le singole parti possono essere anche acquistate separatamente (ruote per varo ma anche per trasporto/velocità, camere d’aria, cerchioni, rulli, supporti…): ciò agevola eventuali riparazioni senza ulteriore spreco di tempo e denaro.
Abbiamo anche sentito parlare di carrelli autocostruiti. Ma chi vuole costruire un carrello “fai da te” può farlo per la sosta ma non per il movimento, poiché per movimentare un mezzo e circolare su strada è necessaria un’omologazione da parte di un ente con certificazione. Gli strumenti “fai da te”, inoltre, non hanno una struttura testata e approvata per il carico, per cui non saremo mai certi della reale resistenza della nostra creazione.