Comprare uno yacht all’estero: i fattori da tenere in considerazione
Comprare uno yacht all’estero conviene?
La compravendita di unità da diporto all’estero e, per estensione, di unità battenti bandiera non nazionale rappresenta da alcuni anni una soluzione adottata da molti armatori.
Questo fenomeno, che sta registrando una crescita significativa rispetto a una decina di anni fa, è stato favorito da molteplici fattori, ad esempio la reperibilità delle unità o una maggiore appetibilità dal punto di vista dei prezzi proposti.
Tuttavia, è innegabile che non vi sia sempre stata una consapevolezza dei rischi e delle buone pratiche che una tale attività merita prima di essere intrapresa. Questo, ovviamente, onde evitare spiacevoli sorprese da parte di chi si accinge ad acquistare un’unità estera (o all’estero). Cerchiamo ora di analizzare la questione, partendo da alcuni fattori critici, e facendo riferimento anche a quello che consuetudinariamente e storicamente avviene nel nostro mercato.
Come si avrà modo di capire, quanto sto per descrivere è dedicato all’acquisto dell’usato, ma i principi che esporrò possono essere in parte anche applicati al nuovo, seppur con le debite considerazioni di specie.
COMPRARE UNO YACHT ALL’ESTERO: A COSA FARE ATTENZIONE
Un primo fattore va ricercato, a mio avviso, nel ruolo del broker, in questo caso estero. A differenza di quanto avviene nel nostro Paese (e pochi altri), ove costituisce una professione regolamentata, l’attività di brokeraggio marittimo è spesso esercitata da soggetti senza un’autorizzazione o un’abilitazione statale. Questo aspetto espone il compratore (e il venditore) a vari rischi e criticità, tra cui:
• l’assenza dell’applicazione dell’ordinaria deontologia professionale;
• la mancanza di imparzialità rispetto alle parti;
• l’inesistenza dell’obbligo di trasparenza;
• l’insufficiente competenza e preparazione professionale del broker nell’assistere le parti;
• la mancanza di opportune garanzie qualora questi richieda caparre confirmatorie prima dell’atto del M.O.A. o del preliminare di compravendita.
Un ulteriore elemento di valutazione va ricercato nella genuinità della documentazione. Eccezion fatta per il naviglio battente bandiera italiana, è infatti importante comprendere, al netto di una reale conoscenza di uno o più registri esteri, se la documentazione (come i certificati, la registrazione, le marcature) dell’unità sia effettivamente non solo presente, ma anche valida, genuina e corrispondente all’unità di interesse.
A questo va aggiunta anche l’opportuna predisposizione dei documenti atti alla dismissione di bandiera, compresa la traduzione legale (ove prevista), imprescindibile per il cambio di registro.
Ancora, riveste non minor importanza la predisposizione dell’opportuna trascrizione legale della compravendita, tenendo conto di eventuali obblighi di legge dettati dal registro di iscrizione o dal Paese ove avviene la trattativa.
Inoltre, è altresì assai importante disciplinare la nomina e le attività del perito navale (qualora nominato), avendo cura di evitare, quando possibile, nomine da parte del broker e scegliendo professionisti riconosciuti internazionalmente.
Nel processo legale che porterà a formulare contrattualmente tutte le fasi dell’acquisto (asse preliminare e atto finale di compravendita), occorrerà assicurarsi di vedere trascrivere ufficialmente l’avvenuta compravendita e il trasferimento di proprietà.
Ancora, sarà importante verificare se l’acquisto avviene con IVA esposta e se si è soggetti, o meno, all’importazione e dunque, alla dogana. Quella suddetta è una fase assai critica: non curarsi a priori delle clausole del contratto è fonte di frequenti criticità, che possono esporre economicamente e legalmente le parti in causa, soprattutto l’acquirente.
In conclusione, è certamente consigliabile, anche in questo caso, nominare un proprio consulente (mediatore marittimo o legale marittimista) onde garantirsi, quantomeno, la gestione dei fattori di rischio e la tutela dei flussi economici nonché delle precedenti descritte fattispecie tecnico-amministrative e contrattuali. Il tutto, come sempre, cercando di far vivere all’armatore un’esperienza positiva piuttosto che un vero e proprio incubo durante la delicata fase della compravendita, sia del nuovo che dell’usato.