DC Seven: la prova in mare a Napoli
Leggere “DC 7” mi riporta alla memoria lo storico modello vincitore della Venezia-Montecarlo nel 1998. Per questo motivo le mie aspettative sul DC Seven sono molto alte. Lo abbiamo testato nel golfo di Napoli, al Circolo Posillipo, con una motorizzazione Suzuki DF250AP e una livrea che non lascia dubbi sulla sua vocazione alla pesca. Saliamo subito a bordo.
Perfetta per la pesca
A poppa abbiamo due plancette strutturali che separano il motore. L’accesso a bordo è possibile esclusivamente dal lato di dritta. Sfruttando l’intera larghezza di 2,45 metri, il pozzetto risulta ampio e libero da ingombri. Questa caratteristica è dovuta anche alla seduta ribaltabile di poppa e ai gavoni di ispezione e di stivaggio, che fanno sì che non ci siano oggetti in grado di ostacolare il passaggio durante le uscite in mare.
Immancabile, in un allestimento del genere, la vasca del vivo ricavata all’interno dello specchio di poppa. Purtroppo, però, questa soluzione limita l’accesso alla sola plancetta di sinistra. Molto utile la presenza del rinforzo imbottito lungo tutto il capo di banda, che permette ai pescatori di potersi poggiare senza difficoltà anche durante la navigazione.
Una barca estremamente solida
La sensazione di solidità generale è trasmessa anche dalla presenza di un T-Top con supporti tubolari in acciaio molto spessi, che oltre a offrire protezione al comandante danno alloggio a ben 7 portacanne, a cui si aggiungono gli altri 6 disposti simmetricamente lungo le murate.
Posteriormente alla seduta di comando c’è un supporto in vetroresina apribile tramite due sportelli. Peccato per l’assenza della cucina, che poteva essere un optional utile in ottica “pescato e mangiato”, ma anche per uscite familiari.
La zona di comando
E’ composta da un divanetto biposto con schienale e porzione inferiore ribaltabile a formare un poggiareni, mentre la plancia ha tutto il necessario sia per la navigazione crocieristica sia per le battute di pesca. Spicca sul lato sinistro (lo stesso del timone) il display multifunzione Garmin, che può essere controllato sia con il touch screen, sia con la pulsantiera: questo consente all’utente di poterlo utilizzare anche quando si hanno le mani bagnate, senza incappare in errori e falsi contatti col touch.
Accanto, invece, c’è il piccolo display fornito da Suzuki per monitorare il motore, lo stereo e una grande pulsantiera con i classici pulsanti on/off. In questo modello è presente anche l’autopilota per gestire al meglio le sessioni di pesca. Comoda anche la barra in acciaio, che offre supporto ai piedi quando si naviga. Invece in alto, installato sul T-Top, troviamo il vhf.
La barca è strutturata come un center consolle, per cui i passavanti sono simmetrici e spaziosi. La prua può essere configurata con o senza cuscineria, a seconda dell’utilizzo. Nel primo caso è possibile anche sollevare la porzione centrale del prendisole per ottenere un tavolino e avere quindi una vera e propria dinette. La prua è leggermente rialzata per ricavare uno spazio al di sotto della consolle in cui stivare comodamente la cuscineria.
L’ancora è a vista con verricello sulla prua: in questo modo è possibile manovrare tranquillamente ed effettuare in autonomia le operazioni di ancoraggio.
È il momento del test.
A bordo siamo in 4, il mare è calmo e il serbatoio d’acqua è al 100% con 100 litri, mentre il serbatoio del carburante è al 50% su 450 totali. La barca è in acqua da circa 5 mesi, perciò la carena non è perfettamente pulita; inoltre l’elica del Suzuki è temporanea, per cui le prestazioni e i consumi rilevati sono ulteriormente migliorabili.
Con il DF250AP siamo al di sotto della metà della potenza massima installabile, pari a 600 cv per questo scafo. “È in lavorazione anche una versione con la tuga rialzata per consentire la presenza di una cabina armatoriale. Ci sarà poi anche una barca con motore entrofuoribordo Ferrari, che verrà installato sulla stessa carena utilizzata per questo modello” ci annuncia Paolo Bove, titolare di Orange Yacht e concessionario DC.
Al minimo usciamo dal porto a 2,3 nodi, con il motore che gira a 600 rpm e un consumo di 2 litri/ora. Usciti in mare aperto, spingiamo in avanti la manetta, arrivando in planata a 3500 giri, ad una velocità di 14,2 nodi e un consumo di 31 litri/ora. Salendo di 500 giri, i dati dei consumi migliorano ulteriormente in termini di rapporto miglia/litro.
A 4000 giri, infatti, siamo a 18,5 nodi e 36,1 litri/ora, il che si traduce in un rapporto di 1,95 miglia/litro. Il merito è della combinazione tra lo scafo e il motore, che grazie al sistema Lean Burn ottimizza la miscela tra aria e combustibile, riducendo al minimo i consumi e, quindi, anche le emissioni. Nonostante il mare calmo, cerchiamo la scia delle altre barche presenti in mare per valutare l’impatto sull’onda, che è ben ammortizzato dalla carena, senza difficoltà di avanzamento. È un peccato non poter valutare appieno la spinta a causa dell’elica differente.
Si avverte una diminuzione nel cambio di passo rispetto a quanto ci ha ben abituato questo motore. Nonostante ciò, le prestazioni evidenziano un ottimo bilanciamento tra velocità e consumi, con un massimo di 2,21 miglia/litro a 5500 giri e trim a 15%. Ma basta alzare il trim fino al 50% per arrivare a 5900 giri, 32,8 nodi e 68 litri/ora, con un rapporto di 2,07 miglia/litro.
La planata viene raggiunta da fermo in circa 5 secondi, con il sistema VVT (Variable Valve Timing) che regola automaticamente l’apertura delle valvole, modificando i tempi di aspirazione e rimediando al deficit dell’elica. È il momento del rientro. Il mezzo mi ha trasmesso solidità sotto ogni aspetto. La distribuzione degli spazi ne fa l’ideale per la pesca, mentre per l’utilizzo crocieristico suggerirei di aspettare la versione con cabina armatoriale per una migliore abitabilità.
La tenuta di mare lo rende adatto anche a sessioni d’altura, mentre i dati prestazionali confermano per il DF250AP un ottimo equilibrio tra velocità e consumi. Suggerirei di far costruire una cucina esterna posteriormente alla seduta di guida sacrificando i due sportelli porta oggetti, mentre per gli amanti della velocità la motorizzazione fino a 600 cavalli complessivi è senz’altro una soluzione da valutare.
SCHEDA TECNICA
Lunghezza f.t. 7,75 m
Larghezza scafo 2,45 m
Peso 2,6 t
Altezza in cabina 1,85 m
Motorizzazione massima 600 cv
Capacità serbatoio carburante 450 l
Capacità serbatoio acqua 100 l
Portata persone 8
Posti letto 2
Categoria omologazione CE C
Prezzo imbarcazione del test senza motore
€ 85.000,00 + Iva
DELLAPASQUA DC