Decreto per i natanti da diporto che navigano in acque territoriali straniere
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto 2 maggio 2024 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti contenente l’approvazione del modello di DCI con dichiarazione sostitutiva di atto notorio per l’attestazione del possesso e della nazionalità italiana dei natanti da diporto che navigano in acque territoriali straniere, di cui all’art. 27, comma 2-bis, del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171 (Codice della nautica).
Grazie a questa norma, che fa parte delle disposizioni del “pacchetto nautica” contenute nel DDL Made in Italy, i natanti (scafi minori di 10 metri per i quali non è prevista l’immatricolazione obbligatoria) possono navigare, fornendo la documentazione idonea, nelle acque territoriali di altri Paesi UE.
La problematica riguardava soprattutto Croazia, Slovenia e Grecia, che dalla prossima estate sarebbero state precluse ai “non targati”. Quindi, i possessori di natanti, durante la navigazione in acque territoriali straniere, potranno attestare il possesso, la nazionalità e i dati tecnici dell’unità (DCI – Dichiarazione di Costruzione o Importazione), attraverso la dichiarazione di costruzione o importazione (prevista dall’articolo 13, comma 5, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 dicembre 2018, n. 152), corredata della dichiarazione sostitutiva di atto notorio, autenticata da uno sportello telematico dell’automobilista (STA), che attesti il possesso e la nazionalità del natante, rilasciata conformemente al modello appena emanato.
Ricordiamo ai lettori che è obbligatorio tenere sempre a bordo questa documentazione.
L’introduzione di questa misura porta un duplice vantaggio: evita l’immatricolazione all’estero, presso Paesi come Croazia, Slovenia, Grecia e non solo, altrimenti inaccessibili per i natanti da diporto, ai quali sarebbe stata richiesta l’immatricolazione con tutti gli oneri che questa comporta e il conseguente versamento dell’IVA presso di loro. Inoltre, le somme derivanti dal pagamento dei diritti di rilascio saranno assegnate al funzionamento del Registro telematico delle unità da diporto, in particolare dell’Ufficio di Conservatoria Centrale (UCON), contribuendone così all’efficientamento.